lunedì 4 novembre 2024


 

 

Con la “ Pegasus “ ovunque

 

Di Vincenzo Calafiore

5 Novembre 2024 Udine



“ … l’intreccio fantastico

tra esistenza e significato,

tra partenza e ritorno.

Entrambi, in entrambi c’è un viaggio ..

appena iniziato, iniziato, quasi al termine.

E non importa la meta quanto lo è importante

il “ viaggio “ sia esso nel mare della fantasia,

sia in quella fantastica realtà diluita

dalla punta di un pennino di una stilografica

rigo dopo rigo, pagina dopo pagina, è il libro

della vita: un’astronave a remi che remo dopo remo

supera distanze inimmaginabili allontanandosi

dalle miserie umane, con la “Pegasus”  la vita

è ovunque! “

                                      Vincenzo Calafiore

 

 

L’intreccio fantastico tra esistenza e significato,tra partenza e ritorno. Entrambi, in entrambi  c’è un viaggio ..

appena iniziato, iniziato, quasi al termine. E non importa la meta quanto lo è importante

il “ viaggio “ sia esso nel mare della fantasia, sia in quella fantastica realtà diluita dalla punta di un pennino di una stilografica rigo dopo rigo, pagina dopo pagina, è il libro della vita: un’astronave a remi che remo dopo remo

supera distanze inimmaginabili allontanandosi dalle miserie umane, con la “Pegasus”  la vita è ovunque!

Brancoliamo nel buio.

Tutto dà segno di disfacimento.

Un invisibile tsunami ci sta travolgendo.

Eppure io conosco i segni di una primavera nascosta; ma bisogna volgere lo sguardo altrove, nelle lontane galassie della fantasia per accorgersi di qualcosa che sta accadendo in silenzio è il fiore della vita che sboccia in ogni latitudine, in ogni luogo, in ogni anima, dove essa ancora esista!

Ora è come quando stava crollando l’impero romano e sembrava vi fossero solo le rovine e i lupi che infestavano ogni luogo: oggi le guerre in ogni luogo!

Dunque non guardate dove guardano tutti, cioè verso le rovine, ma verso quel fiore che nonostante tutto torna sempre a sbocciare.

Un fiore che sfida lo tsunami del tempo, del dolore e della morte!

Io assieme a tanti altri sulla sponda dell’infinito, in un silenzio assoluto e commosso che lascia sentire la brezza e il fragore della vita che torna sempre e vince il male.

Nel silenzio che c’è tra una parola e l’altra, di un rigo infinito che si perde nelle infinite esistenze di tanti “ ciascuno” posso sentire i segni che Gesù mi ha dato per capire quale direzione intraprendere con la mia “ Pegasus “  per cercare la vita.

Ma la domanda è: “ che cosa sta in piedi nella vita? “ Tutto infatti viene spazzato via dal tempo e dalla morte, tutto viene ridotto in polvere, rimane il senso, il significato del nostro viaggio.

Ma invece è necessario, importante quanto il viaggio a non rassegnarsi, sentire urgere dentro di sé l’esigenza di felicità, di bellezza, di serenità, di amore, sentirle vibrare in ogni fibra del nostro esistere.

Vivere è l’avventura degli audaci, per gente viva che ama la vita,libera, capace di amare e con l’anima.

Ma cosa può restare in piedi e resistere alla distruzione del tempo?

Ricordo il motto di antichi monaci certosini <<  Stat Crux dum volvitur orbis >> Che vuole dire:

solo l’uomo della Croce rimane invincibile, mentre tutto passa e si cancella!

Sono qui perché innamorato della vita e voglio capire chi e cosa ma potrà colmare questa mia sete d’amore che è più grande del mare, più immensa, più misteriosa e profonda dei suoi fondali!

E’ il viaggiare con la “ Pegasus “ nei silenzi mistici della vita !

venerdì 1 novembre 2024


 

 

Di Vincenzo Calafiore

01 Novembre 2024 Udine


Si potrebbe pensare a Rashomon, ma il tema della relatività del vero, dell’impossibilità di coglierne il senso, per dirla in breve, la sua invisibilità, a dispetto della apparente concretezza del mondo e degli esseri umani, è antico.

 

La grande stagione del ’68, gli anni della contestazione, che sono anche gli anni della grande speranza e della grande illusione di cambiare il mondo, davanti all’infelicità che lo segna a cominciare dalla guerra del Vietnam in poi, fino ai giorni nostri in cui non è cambiato nulla se non  il spietato orrore delle armi sempre più distruttive, sempre più terrificanti.

Esiste un antidoto al veleno che sta distruggendo il mondo e la sua umanità?

Questo, sarebbe la “ Letteratura “ solo questa potrebbe salvarci dalla dittatura del cosiddetto  “ moderno “.

 

La letteratura narra delle storie.

La televisione dà ( dovrebbe) informazione, vera e giusta, sarà così?

Invece è solo poltiglia di disinformazione nei panni di informazione.

La Letteratura oltre a coinvolgere è una ricreazione della solidarietà umana.

La televisione, distanzia e ci imprigiona nella nostra stessa indifferenza. Le sue storie soddisfano la nostra fame di aneddoti e ci offre modalità di comprensione che si elidono a vicenda. Ciò è rafforzato dalla pratica ormai incontrollabile di punteggiare con la pubblicità le cosiddette narrazioni televisive.

Tali storie affermano implicitamente l’idea che tutte le informazioni siano rilevanti e interessanti, che tutte le storie siano senza fine o che si interrompono, ciò non accade perché sono state spodestate da una storia più recente, più clamorosa, più sensazionale.

Così facendo si presentano un numero illimitato di storie inconcluse, il cui consumo ha drammaticamente inciso sul “ tempo “ che in passato, la stragrande maggioranza dedicava alla lettura di un buon e salutare libro …. Queste storie offrono una lezione di amoralità e distacco antitetica a quella incarnata dalla lettura di un romanzo.

 

Nella narrazione di storie praticata dal romanziere c’è sempre una grande componente etica. Questa componente etica non sta nella contrapposizione di una verità alla falsità della cronaca.

Sta nel modello di completezza, di intensità, di illuminazione fornito dalla storia raccontata, che è l’opposto del modello di ottusità, di stupidaggine, di ignoranza, di cattiveria e violenza, solitudine e di incomprensione, di passivo sgomento e conseguente ottundimento dei sentimenti, offerto dalla sovrabbondanza di storie inconcluse disseminate dalla televisione.

La televisione ci offre, in forma estremamente svilita e non vera, una verità che il romanziere è costretto a sopprimere in nome del modello etico di comprensione caratteristico dell’impresa narrativa.

Raccontare una storia vuol dire: è questa la storia importante.

Essere un individuo morale significa prestare, essere obbligato a prestare, attenzione, quando esprimiamo giudizi morali, non stiamo semplicemente affermando che una cosa è migliore di un’altra. Stiamo affermando in modo ancor più fondamentale, che una cosa è più importante dell’altra.

Ma forse il primo passo verso la saggezza e l’umiltà sta nel rassegnarsi ad accettare l’idea, la devastante idea della simultaneità di ogni cosa e della incapacità della nostra comprensione morale che è anche quella del romanziere di assimilarla!

Rimanere in un tempo completo, inclusivo di bellezza e di umanità, di Letteratura, questo ci salverà dall’abisso in cui stiamo per precipitare o siamo già precipitati.

giovedì 31 ottobre 2024


 

Il mare di carta

 

Di Vincenzo Calafiore

01 Novembre 2024 Udine

 

“ ..sono nato l’undici dicembre

e non sapevo ancora che

la poesia custodita nell’anima potesse

scatenare tempeste! “

                         Vincenzo Calafiore

 

La brezza del mattino che arriva dal mare, mi fa dono dei suoi segreti e mi dice: non svelarli a nessuno, sono del tuo sogno, quel sogno che ancora si deve avverare.

Mi sveglio e guardandomi allo specchio, mi riconosco, sono io …. Poi col passare del tempo comincio a cambiare, mi trasformo in tanti altri.

Forse è una maniera la mia, di sottolineare la vita con un pensiero del momento, il più delle volte non scritto, ma dettato da un inconscio selvaggio, come fosse una confessione anche se breve, o forse una incauta imprecazione.

Scrivevo un tempo di questa vita, del mare di carta che è in me.

Un mare macchiato di sangue che pian piano ha divorato i blu e i viola, le tonalità dell’amore, della fratellanza, dell’amore.

Scrivevo quando il mio cuore era gonfio delle inutili attese e la notte avanzava sul giorno.

Per me non c’è stato riparo, sensibile ad ogni fruscio della vita!

Per salvarmi mi invento un “copione” capace di illudermi e di illuminare allo stesso tempo il buio della mia esistenza.

La vita scorreva lenta, in via Mercato Vecchio, seduto in un tavolino di un bar, con un caffè, scrivevo su foglietti poesie, quei foglietti scritti a mano oltre a sapere di amore, sanno di eternità.

Quel luogo era un’alcova di incertezze, il bar era un angolo di vita sicuro!

Gli anni mi hanno segnato, ma non vinto.

Ho vissuto una vita all’angolo, quasi intimorito di esistere e di essere allo stesso tempo libero.

Sono stato sempre libero e mai schiavo del denaro, della cupidigia!

E’ stato un percorso di sopravvivenza assieme a tanti altri compagni di sventura, che non volevano tornare a vivere, ma io la sentivo scorrere la vita dentro me, era un mare di carta sempre blu e viola! Per questo sono ritornato, per il mare in me.

Ho camminato lungo il mio percorso con gli occhi attenti a ogni anima incontrata, è stato come stentare la vita in silenzio, quasi scontroso per non farmi trovare o riconoscere.

La mia parola è sempre stato lo sguardo, che accoglie o respinge.

Ma sono occhi brillanti dentro hanno la vita, le fiamme dell’inferno, il paradiso; non hanno una linea di demarcazione, da dove attingere pensieri per una vita senza metrica a mia misura: lì in quel mare di carta annegavano anima e cuore.

Le mie poesie, i miei scritti, hanno saputo cogliere le tempeste?

E’ uno scrivere  davanti allo specchio della vita ove luci e ombre si incontrano per diventare poesia!

Ma esistono le brave persone?

Esistono i Bravi dei Promessi Sposi!

C’è l’Innominato, non si sa chi sia, ma è colui che manovra i fili della marionette.

C’è Don Rodrigo che firma gli arresti e le condanne.

C’è Don Abbondio che fa di tutto per non apparire, ma è sempre presente in tutto.

In questa Udine impenetrabile e generosa allo stesso tempo, golosa come me di vita e impaurita dalle strade vuote, dai negozi chiusi…

Ma noi, che apparteniamo alla forte razza dei sogni, noi i poeti e saltimbanchi, scriviamo di notte .. quando cadono le ultime paure e l’anima comincia a navigare in quel mare di carta odorosa di vita!

 

lunedì 28 ottobre 2024


 MAREA


By Vincenzo Calafiore

October 28, 2024 Udine


“… run, run away

before the sun takes you away… “


Vincenzo Calafiore


I always had that “dream” in my head of taking Marea to the old tuna fishery, in front of my sea.

That sea that from its shores echoes the songs and music, the scents of distant lands.

She herself is a dream, too far from me, too far from my world, too far in my memory.

I am like those flowers that wither in solitude, lose their color.

So it happens, what I feared, I am withering in the hands of time, in solitude, like my life, made mostly of silences!

I have not been able to do anything to stop it.

Marea is a woman to know, to love, not to describe … I welcomed her under my umbrella, one evening, it was raining, wet and cold.

She made me very tender, then I fell in love with her; It's not that I took home every woman I met, far from it! But she struck me, this is also something I can't understand and express.

I didn't ask her questions about her life, who she was, where she came from, and what she was doing here in this forgotten city in a desolate and sultry plain in the summer, drowned in the fog in the winter.

I don't know why but I had the idea that she was probably running away from something.

I hosted her that night, it was very cold outside ... she took a shower and when she came out of the bathroom she put on one of my pajamas, she fit in them twice, we sat at the table, to eat something hot.

That night I slept on the sofa!

"There are moments that unknowingly decide other people's lives."

She never left!

We slowly got closer, each with our own fears, we began to sniff the air with our scents that were around us, to recognize each other in the dark, to find each other in the distances or almost waiting for each other, waiting for one of us to stretch out his arms for a long hug. Although a lot of time had passed, I never entered his room, I continued to sleep on the sofa, but once I got over my fears it was love, only love.

My old “M40” was there on the table in front of the window from which you could hear the sea, waiting for my hands to come back to life; I searched in my mess for some “Monologues” that I cared so much about …. “And … then you arrived” is one of those monologues that remain in your head, I had written it for the woman in my heart, it is a sort of reminder of a woman loved and never forgotten. To her name, which was difficult for me to pronounce, I gave her that of “MAREA”, because she is like a tide, a sweet tide.

I don't know why, but the sea here is purple. Not blue, but purple. A purple that is impossible to describe, it reminds me of its beauty, looking at it and letting your gaze wander along the horizon seems without borders, to the point of thinking that on the other side there could be other seas, other spaces, but this is love, it is love that it is, looking at it is enchanting.

There are so many emotions that even just thinking about it, imagining it, and those desires seem like a staircase to the sky and so much does it resemble the backbone of a dragon that I have ridden so many times to reach it!

On stormy nights, when the wind blew with desperation and everything disappeared into the darkness, we hid ourselves in our room to make love. The shutters banged, tormented by the downpours of rain. We made love tightly, losing ourselves in the paths of the other, shuddering at every caress, at every kiss.

Our caresses were a warm, safe shelter, a bed of tenderness, in which we escaped the follies of the world.


MAREA

 

Di Vincenzo Calafiore

28 Ottobre 2024 Udine

… corri, scappa via

prima che il sole ti porti via… “

 

                      Vincenzo Calafiore

 

 

L’ avevo sempre in testa quel “sogno “ di portare Marea alla vecchia tonnara, davanti al mio mare.

Quel mare che dalle sue sponde riecheggiano i canti e le musiche i profumi di terre lontane.

Lei stessa è sogno, troppo lontano da me, troppo lontano dal mio mondo, troppo nella memoria.

Io sono come quei fiori che nella solitudine appassiscono, perdono il colore.

Così succede, ciò che ho temuto, io sto appassendo tra le mani del tempo, nella solitudine, come la mia vita, fatta per lo più di silenzi!

Non sono stato capace di fare niente per fermarlo.

Marea è una donna da conoscere, amarla, non da descrivere … l’accolsi sotto il mio ombrello, una sera, pioveva, bagnata e piena di freddo.

Mi fece una grande tenerezza, poi me ne innamorai; non è che io mi portassi a casa ogni donna incontrata, tutt’altro! Però lei mi colpì, anche questa è una cosa che non riesco a capire ed esprimere.

Non le feci domande a riguardo della sua vita, chi fosse, da dove venisse, e cosa ci facesse a qui in questa città dimenticata in una pianura desolata e afosa d’estate, affogata nella nebbia d’inverno.

Non so perché ma mi ero fatta l’idea che probabilmente stesse scappando da qualcosa.

La ospitai quella notte, fuori faceva molto freddo … si fece una doccia e quando uscì dal bagno indossò un mio pigiama, ci stava dentro due volte, ci sedemmo a tavola, a mangiare qualcosa di caldo.

Quella notte dormii sul divano!

“Ci sono attimi che inconsapevolmente decidono vite altrui. ”

Lei non andò più via!

Ci siamo avvicinati pian piano, ognuno con le proprie paure, cominciammo a fiutare l’aria con i nostri odori che ci stava attorno, per riconoscersi al buio, per ritrovarci nelle distanze oppure quasi attendendoci, in attesa che uno dei due allungasse le braccia per un lungo abbraccio. Sebbene fosse passato molto tempo, non sono mai entrato nella sua camera, continuai a dormire sul divano, ma una volta superati i timori fu amore, solamente amore.

La mia vecchia “ M40 “ era lì sul tavolo davanti alla finestra da cui si poteva udire il mare, aspettava le mie mani per riprendere vita; cercai nel mio disordine dei “ Monologhi “ a cui tenevo tanto …. “ E … poi sei arrivata tu “ è uno di quei monologhi che rimangono in testa, lo avevo scritto per la donna che ho nel cuore, è una sorta di richiamo alla memoria di una donna amata e mai dimenticata. Al suo nome difficile per me da pronunciare, le diedi quello di “ MAREA “, perché lei è come una marea, una dolce marea.

Non so perché, ma il mare qui è viola. Non blu, ma viola. Un viola che è impossibile descrivere, mi ricorda la sua bellezza, a guardarla è lasciare spaziare lo sguardo lungo l’orizzonte sembra senza confini, al punto da pensare che dall’altra parte possano esistere altri mari, altri spazi, ma è amore questo, è di amore che si tratta, a guardarla è rimanere incantati.

Sono tante le emozioni che mi da anche il solo pensarla, immaginarla, e quei desideri sembrano una scalinata verso il cielo e tanto rassomiglia alla spina dorsale di un drago che tante volte ho cavalcato per raggiungerla!

Nelle notti di tempesta, quando il vento soffiava con disperazione e tutto spariva nelle tenebre, ci rintanavamo a fare l’amore nella nostra stanza. Le imposte sbattevano, tormentate dagli scrosci di pioggia. Facevamo  l’amore stretti stretti, smarrendoci dentro ai sentieri dell’altro, sussultando a ogni carezza, a ogni bacio.

Le nostre carezze erano un riparo caldo, sicuro, un letto di tenerezze, nel quale sfuggivamo alle follie del mondo.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


sabato 26 ottobre 2024


 COSA NE PENSATE VOI LETTORI?

Care/i lettrici, lettori,
non si contano più gli anni che pubblico per voi le mie cosiddette “ pillole” di lettura, a volte belle a volte no, interessanti o più meno interessanti.
Non è stato facile mantenere quel mio ritmo giornaliero nelle pubblicazioni, col rischio di ripetermi; è stato e lo è ancora piacevole, è sempre piacevole scrivere, leggere.
Vi è piaciuto?
Avreste voglia di raccontarmi le vostre impressioni?
Io tempo fa l’avevo battezzata questa mia passione “ Intorno all’Amore “ è giusta, è sbagliata?
Fatemelo sapere!
Fatemi leggere i vostri commenti, una sorta di passaparola per altre lettrici, per altri lettori; è così che le parole vivono, esse sono vento! Il vento della passione, dell’amore, della conoscenza, del coinvolgimento, della stima e fiducia reciproca.
Non fatele cadere nel vuoto!
¿QUÉ PIENSAN USTEDES LECTORES?
Queridos lectores, lectores,
Ya no se pueden contar los años que publico para ustedes mis llamadas "pastillas" de lectura, a veces buenas, a veces no, interesantes o más menos interesantes.
No fue fácil mantener mi ritmo diario de publicaciones, con el riesgo de repetirme; fue y sigue siendo agradable, siempre es agradable escribir, leer.
¿Te gustó?
¿Quieres contarme tus impresiones?
Hace algún tiempo llamé a esta pasión mía "En torno al amor". ¿Está bien o está mal?
¡Hágamelo saber!
Déjame leer tus comentarios, una especie de boca a boca para otros lectores; así viven las palabras, ¡son viento! El viento de la pasión, el amor, el conocimiento, la implicación, el respeto mutuo y la confianza.
¡No dejes que caigan al vacío!
ЩО ДУМАЄТЕ ВИ ЧИТАЧІ?
Шановні читачі, читачі,
років, які я публікую для вас, мої так звані «таблетки» для читання вже не можна порахувати, іноді хороші, іноді ні, цікаві чи менш цікаві.
Було непросто підтримувати щоденний ритм у публікаціях, ризикуючи повторитися; приємно було і залишається, завжди приємно писати, читати.
Вам сподобалось?
Хочеш розповісти свої враження?
Деякий час тому я назвав це своє захоплення «Навколо кохання». Правильно чи неправильно?
Дайте мені знати!
Дозвольте мені прочитати ваші коментарі, свого роду «сарафанне радіо» для інших читачів; так живуть слова, вони вітер! Вітер пристрасті, любові, знань, причетності, взаємоповаги та довіри.
Не дайте їм впасти в порожнечу!
Вінченцо Калафіоре
ΤΙ ΝΟΜΙΖΕΤΕ ΟΙ ΑΝΑΓΝΩΣΤΕΣ;
Αγαπητοί αναγνώστες, αναγνώστες,
τα χρόνια που σας δημοσιεύω τα λεγόμενα αναγνωστικά μου «χάπια» δεν μπορούν πλέον να μετρηθούν, άλλοτε καλά, άλλοτε όχι, ενδιαφέροντα ή περισσότερο λιγότερο ενδιαφέροντα.
Δεν ήταν εύκολο να διατηρήσω τον καθημερινό μου ρυθμό στις δημοσιεύσεις, με κίνδυνο να επαναλάβω τον εαυτό μου. ήταν και είναι ακόμα ευχάριστο, είναι πάντα ευχάριστο να γράφεις, να διαβάζεις.
Σας άρεσε;
Θα θέλατε να μου πείτε τις εντυπώσεις σας;
Πριν λίγο καιρό ονόμασα αυτό το πάθος μου «Γύρω από την αγάπη είναι σωστό, είναι λάθος».
Ενημερώστε με!
Επιτρέψτε μου να διαβάσω τα σχόλιά σας, ένα είδος από στόμα σε στόμα για άλλους αναγνώστες. έτσι ζουν οι λέξεις, είναι αέρας! Ο άνεμος του πάθους, της αγάπης, της γνώσης, της συμμετοχής, του αλληλοσεβασμού και της εμπιστοσύνης.
Μην τους αφήσετε να πέσουν στο κενό!
WHAT DO YOU READERS THINK?
Dear readers,
I can't count the years that I've been publishing my so-called "pills" of reading for you, sometimes good sometimes not, interesting or more or less interesting.
It hasn't been easy to maintain my daily rhythm in publishing, with the risk of repeating myself; it was and still is pleasant, it is always pleasant to write, to read.
Did you like it?
Would you like to tell me your impressions?
Some time ago I had named this passion of mine "Around Love" is it right, is it wrong?
Let me know!
Let me read your comments, a sort of word of mouth for other readers; that's how words live, they are wind! The wind of passion, of love, of knowledge, of involvement, of mutual respect and trust.
Don't let them fall into the void!
Vincenzo Calafiore

giovedì 24 ottobre 2024


 


E, … ricordare quegli occhi

Di Vincenzo Calafiore

25 Ottobre 2024

 

 

Amare è guardarla negli occhi!

E facendolo dimenticarsi del mondo che è intorno, i problemi, la solitudine del momento prima, l’eco del silenzio anche del respiro.

Amare è sentire addosso quella nostalgia quando non c’è, sentire addosso i suoi baci anche molto tempo dopo che se n’è andata.

La tristezza è il ricordare il profumo suo sentirselo addosso sempre.

Quello che mi riporta a te è il mio sognarti, il poterti immaginare vestita come a me piace di più; ma quello che più amo di te è che tu mi fai entrare nel tuo mondo, un altro mondo ove tutto ciò che ha in un certo qual senso dominato la mia infanzia, lì non aveva valore.

Quel mondo tuo, mi piaceva tanto, mi incantava!

Potevo a mio compiacimento entrarci e rimanerci senza bisogno di passaporto o documento di riconoscimento, senza alcun obbligo, senza necessaria appartenenza!

Con te “ Marea” io ero semplicemente –altrove – un mondo estraneo, estraneo anche a me stesso!

Mi concedevi il permesso d’ingresso a una dimensione meravigliosa, forse anche supplementare, a me che ho dimenticato cosa siano: l’amore, le carezze, il sapore di un bacio.

Non ho mai smesso di amarti, perché comunque ho scelto te.

Ti ho scelta anche con tutta la distanza che ci divide, con quella fottuta paura di perderti, di non vederti.

Ho scelto te perché nessuno tranne me sarebbe stato capace di amarti, è come andare con una nave in contro a una brutta tempesta in mezzo a un oceano.

Ti ho scelta per il tuo sorriso che difficilmente lo potrei trovare su un altro volto di un’altra!

Ascolta, potrai sentire il mio silenzio con quegli occhi, ridurre le distanze se lo vorrai con un si, perché la vita è una storia bellissima da conoscere e imparare fino alla fine.

E se un giorno non potrò più guardare gli occhi tuoi?

Questa domanda ha sconvolto i miei giorni fin quando una notte con un cielo limpido e luminoso di stelle chiusi gli occhi per poter vedere con gli stessi occhi di un cieco … e ho ascoltato la moltitudine di voci che ci sono nel silenzio, ho annusato e respirato l’aria di quelle stelle e ho sentito il tuo cuore battere. Solo allora capii quanto ti amassi, e sussurrando al nulla dissi: “ Posso Amarti “!

Una leggenda popolare giapponese, originata da una storia cinese, narra che ogni uomo e ogni donna viene al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra (la versione originale cinese narra che il filo è legato alle caviglie); questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due persone destinate a vivere insieme, non importa la distanza, non importa l’età, la classe sociale o altro, è un filo che lega due anime per sempre.

Questo filo rosso non è visibile, è lunghissimo, indistruttibile e serve a tenere unite le due persone che sono destinate a stare insieme per sempre,il problema è che essendo molto lungo il filo spesso si aggroviglia e crea intrecci strani e nodi che creano difficoltà alle due anime destinate a congiungersi; ogni groviglio che verrà sciolto sarà il superamento di un ostacolo nella relazione, ogni nodo che verrà districato servirà a rafforzare il legame.

Per amare bisogna avere coraggio, il coraggio di amarsi, il coraggio di alzare l’ancora, il coraggio di essere assenza!

Ti ricordi?

Prima di andarmene tu mi dicesti: Non sarai in grado di affrontare l’uragano che ti attende …

ti risposi: Io sono uragano!

 

 

lunedì 21 ottobre 2024


 

Se tu fossi qui, stasera

ti porterei tra le stelle

e da lassù guardare il cielo.

Ci scambieremmo gli abbracci mancati

le carezze, le solitudini, i baci

che non ci sono mai stati.

Ma non sei qui

questo è solo un mio desiderio ..

tu non ci sei

e io sto annegando nei tuoi occhi

in una fotografia!

                             Calafiore Vincenzo