Accecati da troppa bellezza
Di Vincenzo Calafiore
18 Novembre 2024
“ … immagina quanto sarebbe
bello
se ci fossero per noi, una
spiaggia e un mare
ad attenderci. E qualcuno,
una madre, una sposa,
un amore, capace di prenderci
per mano e di trovare
assieme una vita …
immaginarla, inventarla, e lasciarci
andare tra le sue braccia,
con la leggerezza di una sola
parola che conosciamo o
ricordiamo: Amore!
Questo davvero sarebbe
meraviglioso,
sarebbe dolce e unica la vita,
qualunque vita abbiamo.
E le cose della vita non
farebbero male, ma si avvicinerebbero
portate dalla corrente, si
potrebbe prima accarezzarle,
sfiorarle , poi farsi toccare.
Farsi ferire, morirne, ma non importa
tutto sarebbe finalmente
umano.
Basterebbe solo la fantasia
di qualcuno, del bambino che abbiamo dentro
lui saprebbe inventarla una
strada,qui, in mezzo a questo silenzio,
in questa terra muta, che non
vuole più parlare.
Vita serena, dolce, come una
strada da qui al cuore, da qui al mare!
Vincenzo
Calafiore
Gli incontri
casuali, le inutili attese, il mondo di fuori che scorre come un fiume in
piena, diviso in fotogrammi!
Immagina quanto
sarebbe bello se ci fossero per noi, una spiaggia e un mare ad attenderci. E qualcuno, una madre, una
sposa, un amore, capace di prenderci per mano e di trovare assieme una vita …
immaginarla, inventarla, e lasciarci andare tra le sue braccia, con la leggerezza
di una sola parola che conosciamo o ricordiamo: Amore!
Questo davvero
sarebbe meraviglioso, sarebbe dolce e
unica la vita, qualunque vita abbiamo.
E le cose della vita
non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe
prima accarezzarle,
sfiorarle , poi
farsi toccare. Farsi ferire, morirne, ma non importa tutto sarebbe finalmente
umano.
Basterebbe solo la
fantasia di qualcuno, del bambino che abbiamo dentro lui saprebbe inventarla
una strada,qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra muta, che non vuole
più parlare. Vita serena, dolce, come una strada da qui al cuore, da qui al
mare!
Ma ci sono sempre situazioni di attesa, nel nostro
quotidiano divenire, durante le quali è come se le nostre esistenze rimanessero
sospese, in attesa di qualcuno o di qualcosa, di una risposta.
Solitamente di un evento, di un approdo, di un arrivo
raggiungibile di una nuova tappa nella corsa terrena al traguardo incerto.
Non è proprio una vita questa, ma una sorta di attività
strumentale e vicaria, di un’altra, intima e preziosa, visibile agli occhi dell’amore.
Quella che viviamo è una sorta di treno e di viaggi in
treno! Simbolo di un’avventura umana, di vicende riflesse.
Inevitabili i simbolismi, quelli dei vagoni, delle rotaie,
delle stazioni e dei polverosi scompartimenti,
micro mondi in cui di continuo si compongono e si separano
nuclei d’improvvisata familiarità, rapportati alle stagioni, al quotidiano,
alle occasioni del vivere.
E’ un richiamo alla riflessione dello scorrere del tempo,
accelerato o ritardato come le immagini che scorrono fuori dal finestrino,
mischiandosi e confondendosi alla velocità della vettura.
L’Amore, nel nostro percorso è un segno e come primo
concepimento della forma di amare è la base della nostra stessa esistenza; l’amore
dunque è il fondante del nostro esistere!
“ Amare “ è una sorta di filo rosso che ci collega alla vita,
non solo è il suo senso ma è anche il significato di tutte le dimensioni racchiuse in questo
immenso – Amore – un angolo di esistenza fatto di incertezze,membra, fisicità …
cose ruvide e per contro, il pensiero, la sospensione incantata, l’angoscia
distratta che richiama alla memoria frantumi di echi perduti, nel giornaliero,
molecola di qualcosa che sfugge: una materia crivellata di vuoti, lo
sfilacciato sipario che si abbassa sulla recita di tanti volti ridenti e
inquieti!