venerdì 1 agosto 2025

 AVVISO PER COLORO CHE MI SEGUONO E MI LEGGONO.

CAUSA SERI PROBLEMI AGLI OCCHI SONO COSTRETTO A NON POTER SCRIVERE CON LA STESSA FREQUENZA DI PRIMA, ME NE RAMMARICO E VI CHIEDO SCUSA. A VOI GIUNGANO GRADITI I MIE CORDIALI SALUTI.
CALAFIORE Vincenzo


AVISO PARA QUIENES ME SIGUEN Y LEEN.
DEBIDO A GRAVES PROBLEMAS OCULARES, NO PUEDO ESCRIBIR. LO LAMENTO Y LES PIDO DISCULPAS. AGRADEZCO MI DEBER.

CALAFIORE VINCENZO

AVISO AOS QUE ME SEGUEM E LEEM.
DEVIDO A GRAVES PROBLEMAS DE OLHOS, SOU FORÇADO A NÃO CONSEGUIR ESCREVER. LAMENTO E PEÇO DESCULPAS. MINHA ADORAÇÃO É AGRADECIDA.

VINCENZO CALAFIORE

NOTICE TO THOSE WHO FOLLOW AND READ ME.
DUE TO SERIOUS EYE PROBLEMS, I AM FORCED TO BE UNABLE TO WRITE. I REGRET THIS AND APOLOGIZE. MY WORSHIP IS APPRECIATED.

VINCENZO CALAFIORE

giovedì 31 luglio 2025

 


UMAN


Pensa quanto sia importante quella dignità

che ti è stata data e che porti addosso.

E muoversi come fa un ladro del destino

tra muri di città decadenti.

Muoversi con quel gesto di dignità

che ci distingue e negli occhi la certezza

che il sole tornerà a splendere,

che i grandi sogni torneranno a volare.

Cammina nel tuo destino,

cammina lontano dagli inganni

sapendo di non essere solo, che c'è sempre

qualcuno a un incrocio, ad un angolo di strada

ad attenderti con un fiore in mano.

Questo si che è vivere

Questa si che è umanità!

Cammina nel tuo destino

con quel segno di dignità che ci distingue.

Vincenzo Calafiore

lunedì 28 luglio 2025

 " ...... e poi ci siamo inventati il telefono

per alleviare la nostra solitudine.... ! "
Vincenzo Calafiore

domenica 27 luglio 2025


 

COME GRANELLI DI SABBIA


Perché nessuno possa dimenticare quanto sarebbe bello se per ogni

sogno che ci aspetta, ci fosse una vita, per noi.

E qualcuno, un amico, una madre, una sorella, un amore, il primo amore, qualcuno , capace di attenderci e che ci prenda per mano e di trovare la nostra vita, la nostra ultima e perenne vita, perché non ce ne saranno altre!

E immaginarsela diversa, più felice, più serena, e sulla scia di questo sogno, addormentarci e svegliarsi con la leggerezza di una sola parola che abbiamo dimenticato: Amore.

Questo sogno sarebbe davvero meraviglioso.

Sarebbe più dolce l'esistenza.

Sarebbe più bella la vita che ci rimane, qualunque vita abbiamo.

E le cose del quotidiano non farebbero male, si potrebbe avvicinare

portata dalla corrente l'amore, lo si potrebbe sfiorare, toccarlo con mano, farsi toccare dalla sua benedizione. Farsi anche ferire, anche morire, non importa, perché tutto sarebbe più bello, finalmente e definitivamente più umano.

Basterebbe poco, davvero molto poco.

Basterebbe dare vita all'unica parola: Amore, e se non c'è in questo linguaggio, se non c'è in questo – noi – magari inventarsela, scrivendola, urlandola, inventarsela come fosse una strada, qui,

in mezzo a questo immane silenzio, in questa terra che non ci vorrebbe, in mezzo a quelli che non ci vogliono parlare, che ci rifiutano.

Che diventi e sia una strada da qui al cuore e dal cuore al cielo, da percorrere e non importa come se con noi c'è anche l'amore!

Allora si che sarebbe bello!

Sarebbe bello sentirsi più umani

Vincenzo Calafiore



venerdì 25 luglio 2025

 

Tra Scilla e Messina

( Ovvero Tra Scilla e Cariddi )


Di Vincenzo Calafiore






.. per me che sono nato

nella meravigliosa Reggio è

motivo di orgoglio, allo stesso tempo

è raccontare la storia, la poesia

di due luoghi che sanno di fiaba:

Scilla e Cariddi. Per me è stato

ed è ancora adesso vivere lontano da essi.”

Vincenzo Calafiore


Ora mi pare d’essere, ridotto a vivere come un fantasma, nella contemplazione di un mondo di luce e di colori, o da gabbiano sorvolare con la mia fantasia quei cieli che a fatica si distinguono dal mare.

Mi sembra, col permesso della mia vecchiaia, adesso che posso, di lasciarmi andare a quell’antico desiderio, di staccarmi dalla realtà brutale e di sognare. Forse per raccontare ancora una fiaba a mia figlia.

Forse per il mio alzarmi presto, sia d’estate che d’inverno, col bello e il brutto tempo, ancora notte, con le lune e le stelle viste da un balcone che si affaccia sull’orrido,e da finestre che hanno una fetta di cielo limitata, in inverno. E immagino di uscire, andare in spiaggia e lì sedermi ad aspettare l’alba, come facevo da giovane spiaggiatore che ero e sono ancora adesso. Aspettare l’alba coi suoi dardi di luce che fuga le aride ombre della notte, i sogni, le illusioni, e riscopre verità sommerse, la mia terra, il mio mare, quello Stretto solcato dai traghetti e bastimenti, da ogni barca, sfiorati dal vento d’ala di gabbiano.

Quello Stretto inciso come una tela o un foglio nelle mani di una bambina, di azzurro nell’agosto o settembre, segnato dall’ombra di quei tralicci che portano con lunghe campate, corrente a Messina; dalle sfumature di Punta Faro agli accesi azzurri di Scilla, che sono come antenne dritte sparate in cielo, dritte come spade dalle prore delle feluche.

Che vanno su e giù per il canale a caccia dello spada, erranti e veloci ombre sull’acqua che spaventano i pesci che dal basso le vedono e scappano giù nelle profondità per paura.

E’ un luogo magico, quello stretto, quando si sveglia la Fata Morgana o quando barbagliano parabrezza di auto e corriere come a Gallico e Catona, anche verso Messina dal porto fino a Milazzo, Ganzirri, Rasocolmo, barbagliano gli aerei, le creste di spuma lasciate dagli aliscafi.

Mi ritiro sconfitto nello studio come prigioniero di sogni alla scrivania, sognando la feluca che tira a bordo uno spada, azzurro e argento, e antichi – lontri - come a riparare antiche reti, ritorno a tessere ricordi e sogni, miei e della mia vita.

Sono sogni stanchi, ricchi di memoria, che rilasciano orgoglio, amore per la propria terra, poesia per un tratto di mare che a saperlo guardare è grande come un oceano.

Questo infinito di azzurri e di bianchi, di storia e di paure, di morte, di avventure.

Sono nato a Reggio Calabria secondo di due maschi, non lasciavamo tregua a nostra madre con le forchette che rubavamo e legavamo in cima a una canna a mò di fricina per infilzare polpi; aspettavamo al porto le barche cariche di costardelle, e giocavamo a fare i pirati da una barca all’altra, all’ancora davanti alla spiaggia.

E non ricordo più quando salii la prima volta in barca, ho negli occhi la vista dello Stretto, il buio del suo ventre scuro e cupo come una caverna senza fine.

Ho negli occhi la draffinera ( o fricina ) che penetra la pelle, nella carne dello spada che s’impenna e s’inarca dal dolore, che corre a filo d’acqua e si inabissa sparendo portandosi dietro il filo della sàgola, il sangue che disegna la sua rotta.

Ho negli occhi i marinai che lo tirano a bordo, grande e fiero, pesante di morte, legato per la coda, la bocca aperta con l’ultimo urlo, la spada giù come un cavaliere sconfitto nella battaglia.

Ho negli occhi i suoi occhi grandi e tondi, fissi che guardano il mare e oltre, oltre noi, oltre la vita!



giovedì 24 luglio 2025

 

Se fossi sicuro di avere per un'altra vita

ora che sto iniziando un viaggio senza ritorno

ti giuro che rifarei daccapo tutto.

Tornerei ad amarti alla mia maniera, che è solo mia

come lo è stata la mia vita, come sei stata tu:

solo mia!

Ti racconterei i miei sogni, senza smettere mai,

per capire che l'amore lo si concede solo a un cuore.

E che per raggiungere la felicità abbiamo dovuto passare

da questo inutile inferno, per tenerla abbiamo dovuto lottare,

per averla abbiamo dovuto diventare invisibili,

per tenerla abbiamo dovuto difenderla.

E per essere quel che adesso siamo

abbiamo dovuto morire e rinascere dentro uno sguardo!

Vincenzo Calafiore

 

E poi tu

E poi tu...

e poi amarti!

Fare l'amore dentro un chiaro di luna

ovunque.

E aspettarsi, cercarsi

nelle prime ombre del mattino,

e trovarsi abbracciati ancora

col desiderio sulle labbra.

Prendersi, e perdersi dentro, tentarsi!

Cedersi leggeri tra le braccia, le gambe intrecciate

nella stessa follia …

quasi fosse il miglior paradiso

di questo mondo vuoto!

Vincenzo Calafiore