lunedì 13 maggio 2024

 

Rimani

 

Rimani almeno un giorno, tutto il giorno con me.

Ci sarà il sole e profumano i fiori, con te

è un giorno differente, è la mia vita differente

non sarò più solo.

Da quando mi hai detto che mi ami

Tutto è differente ora davanti a me c’è

solo il cielo blu, il colore della felicità.

Da quel momento tutto è felicità,

i tuoi baci, il paradiso ….

ovunque attorno a me c’è l’amore!

La differenza tra ieri e oggi, è il tuo amore!

Ieri ero triste, solo, e oggi tocco il cielo,

la differenza nella mia vita: sei proprio tu!

Rimanici.

                                    Vincenzo Calafiore

 

San Valentino 2020




Stay


Stay at least one day, all day with me.

It will be sunny and the flowers will be fragrant, with you

it is a different day, it is my different life

I will no longer be alone.

Since you told me that you love me

Everything is different now in front of me there is

Only the blue sky, the colour of happiness.

Since that moment everything is happiness

Your kisses, paradise ....

Everywhere around me there is love!

The difference between yesterday and today, is your love!

Yesterday I was sad, alone, and today I touch the sky,

the difference in my life is you!

Stay there.

                                    Vincenzo Calafiore


Valentine's Day 2020




sabato 11 maggio 2024

                                                       


                                        12 MAGGIO FESTA DELLA MAMMA


Ricordami con quella luce che avevo negli occhi,

con quel sorriso che avevo.

Racconta le mie lunghe notti bianche,

i miei sogni intrappolati dalla follia umana, ricordati di me!
Non lasciarmi dentro una cornice,
portami nel cuore,
per sentirmi prendi un libro.
Per ricordarmi pensa a un'alba, a un tramonto.
Ma soprattutto come sapevo darti amore,
solo guardandoti!

Grazie Mamma!                                               

 

                                                             Vincenzo Calafiore



                                        12 MAY MOTHER'S DAY


Remember me with that light in my eyes, 

With that smile I had. 

Tell of my long white nights, 

My dreams trapped by human folly, remember me!

Don't leave me in a frame,

Carry me in your heart,

To hear me, take a book.

To remember me, think of a sunrise, a sunset.

But above all, how I knew how to give you love,

just looking at you!

Thank you Mom!                                                


VINCENZO CALAFIORE

venerdì 10 maggio 2024


 

Non immagini ……

           

 

Vincenzo Calafiore

Arte, Comunicazione, Cultura

 

11 Maggio 2024 Udine

 

Da qualche tempo ( due o tre anni credo ) non riesco più a scrivere favole per i bambini. Il mio cuore e ancor più dopo un infarto, non è più lo stesso.

Non si può immaginare quanto possa mancare la presenza di un bambino, il rapporto con i bambini, la conversazione con loro, i giochi assieme a loro; è come non immaginare quanto meravigliosa sia la vita, nonostante le nostre bruttezze, la nostra immondizia, i nostri demoni.

A un certo punto il cuore si inaridisce, mi sono mancate le parole, i colori della vita, le sue immense immaginazioni, ma soprattutto la sua “ magia”.

A un certo punto mi sono reso conto che le ultime favole invece che per loro, le avevo scritte per i grandi, ecco perché ho smesso. I grandi a parte quelli che come me non sono riusciti a crescere, non sentono più la sua magia, ma soprattutto non capiscono più, si sono dimenticati di volare, fuggire via nel cielo raggiungendo una nuvola su cui sdraiarsi o camminare; si sono dimenticati che possiamo parlare con le piante, gli animali …. Che possiamo parlare con tutti questi esseri, ma gli uomini non riescono più nemmeno a parlare tra loro.

Sento che parlare così, tiro fuori antichi malesseri, vecchi risentimenti, tracce di antiche ferite, di antiche battaglie ormai perse.

Si avverte nell’aria una certa aggressività, toglie le parole, annienta la magia …. Accade così di rimanere in silenzio e guardare fuori da una finestra, verso il sole che sfiorando i campanili dei paesi e tra un po’si getterà nel mare. Capita di sentire vicino il corpo di una donna tanto amata.

Guardo lo spettacolo fuori, vedo il sole che si sta abbassando, tra poco sarà all’orizzonte, taglierà i monti, attraverserà quelle nuvole, si confonderà con esse e poi andrà a tuffarsi in mare!

Vedi le nuvole bianche e dense che lo circondano, lo coprono, lo nascondono agli occhi degli uomini!

Il più delle volte mi nascondo dentro le nuvole. La magia non c’è più, perché io non ci sono più, so come diventare invisibile e tornare ad apparire quando lo desidero.

Certi pomeriggi, quando mi alzavo dalla scrivania, le fissavo con intensità e ansia le nuvole, come quando si aspetta l’arrivo di una persona cara. Avevo voglia di accarezzarle con le mani, prenderle e metterle nelle tasche, tanto erano basse e vicine, più di una volta ho avuto la tentazione di riempire le strade di nuvole, le vie deserte, i giardini vuoti, le case abbandonate. Altre volte alzarle sopra le case come per costruire dei grattacieli alti e svaporati.

Le note di New York City Serenade di Springsteen cominciarono a raccontare tempi che furono, lo avevo ascoltato in radio una sera in riva al mare, quando ancora “ the Boss” era conosciuto da pochi in Italia.

Ero stordito da quella dolce serenata d’amore a NewYork, quelle storie che parlavano dell’innocenza dei giovani, del loro correre all’impazzata nella vita, ma raccontavano le malinconie, le nostalgie, la voglia di fuggire da questo inferno. E’ diventata poi la colonna sonora di paesaggi sfrangiati e senza anima, di visi stanchi e anime vuote.

Quella canzone accompagna la mia solitudine e le mie fughe nella notte.

All’alba del nuovo giorno ero come se fossi tornato da un mondo diverso e misterioso, magico … non ha molto senso ormai rimanere in questo, meglio un luogo senza tempo e senza accadimenti.

Non siamo più quelli di prima, ho solo voglia di pensare, andare lontano, salire come un bambino col suo cavalluccio di legno sopra quel prato di nuvole bianche che inseguono il sole e vogliono raggiungerlo, in vicinanza del mare prima che si nasconda nell’acqua e faccia buio!

La palla rossa infuocata sta tagliando lo specchio di mare, dopo qualche secondo si è nascosto nel mare, ho sentito un nodo alla gola, riuscendo a trattenere il pianto, il mio sguardo guardò altrove come mi accade sempre quando sono in difficoltà.

Mi girai sentendo una presenza, appena in tempo per vedere un bambino asciugarsi le lacrime e singhiozzare lentamente, mentre con il suo ditino mi indicava il mare luccicante di tante emozioni.

Non smettere mai di immaginare quanto meravigliosa sia la vita!

 

 

giovedì 9 maggio 2024


 

 

Esprimi un desiderio

 

Di Vincenzo Calafiore

09 Maggio 2024 Udine

 

 

 

“ ..ogni cosa, è stata predetta

perfino la maniera di concludere

il lungo viaggio della nostra anima

di tornare a casa…. “

 

 

 

Ogni cosa è stata detta, quella sera, quando seduti su una spiaggia di sera, ascoltavamo in silenzio il canto della risacca, quei sassi tondi come uova preistoriche rotolavano su e giù, nelle mani della risacca; canto che accompagnava il sole al tramonto per lasciare il palcoscenico alla luna.

Avevamo viaggiato molto venendo da altri confini a questo in cui adesso siamo; lo abbiamo attraversato di notte, impauriti e in silenzio, senza rumori, per paura di essere scoperti dai cani di frontiera, che li stavano a controllare le lunghe carovane che venivano dai deserti di terre lontane.

I nostri compagni di viaggio, saltimbanchi e poeti, equilibristi e clown scappati dal grande Circo di Mangiafuoco, io ladro di coriandoli e tu  Dreamin ricamatrice di sogni.

Di sogni nelle nostre sacche ne avevamo tantissimi, e per farli vivere, come ci era stato detto, dovevamo raggiungere “ la spiaggia dei sassi parlanti “ !

Era da molto tempo, che non vedevamo un tramonto così sereno, eppure lo avevamo sognato, immaginato forse non così, ma lo abbiamo vissuto in un’altra terra, in un altro tempo; abbiamo vissuto tanto, forse troppo e senza saperlo ci siamo avvicinati alle ultime porte di quella meraviglia che abbiamo avuto un tempo dentro.

 

“…. Adesso devo chiederti una cosa e, ti chiedo di non ricamare il mio sogno per allontanarmi dal suo significato perché a te sola è data questa possibilità: dammi il mio sogno affinché lo possa vivere fino in fondo!”

“ … ma tu sei già dentro il tuo sogno, lo hai vissuto, ti ho aiutato a viverlo e lo farò fino alla fine..”

“ …. Come finirà il mio sogno? “

“ ….. Non posso dirtelo, perché il finale lo scriverai da solo come tu vorrai che sia…. “

 

Ricordo quella volta, in mezzo al deserto, quando volevo prendere la luna e metterla dentro un bicchiere, all’impiedi e non arrivandoci mi feci alzare in alto, quella notte capii che la luna era troppo grande per stare in un bicchiere; ci furono canti e balli attorno ai fuochi, eravamo in tanti e tutti sognatori, tutti appartenenti alla forte razza dei sogni.

L’alba ci trovò tutti mano nella mano, una lunga catena di amicizia; il viaggio continuò la notte successiva guidati dalle stelle fino alle alture più alte da dove si poteva vedere il mare.

 

“ Io non dimenticherò mai,

quella volta che i nostri sguardi si incrociarono,

in quell’istante decisi che potevi far parte della

mia vita, dei miei giorni, dei miei sogni … “

 

A volte un dubbio tremendo mi assale, penso di essere uno di quei sogni dimenticati sin dalla sua stessa creazione da qualcuno, o il sogno chiuso dentro uno scrigno in un cassetto. Eppure ho sentito il profumo della vita, forte e inebriante nel dormiveglia del tempo come una rosa d’inverno che lascia i suoi petali alla brina.

E’ come essere seduto su un’altalena sospesa nel blu che qualcuno si è dimenticato di spingere.

Io non so come è la vita, non so che sapore abbia, ma so che ha un suono dolcissimo che fa rimanere ad ascoltare.

A volte penso di essere uno di quei sogni che qualcuno ha dimenticato di fare!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 8 maggio 2024

 

 

 

Da qualche parte

l’orizzonte ha le mie

parole ammucchiate

in un’ala di mare.

Parole senza vento

come nuvole ferme,

confuse, dimenticate

in un’attesa, in una promessa.

Si muovono e sollevano

polvere di sabbia, fumo

che salendo al cielo

raccontano a uno sguardo.

 

                     Vincenzo Calafiore

 

venerdì 3 maggio 2024


 

Sono qui a scriverti,da fauno a metà

                                                                      

Di Vincenzo Calafiore

03 Maggio 2024 Udine

  … purché tu rimanga

nel mio domani  o in un’altra

alba! “  Vincenzo Calafiore

 

In questa mia età, per certi aspetti misera, diluita nel tempo e senza alcuna fretta e necessità di “ correre”, insomma un tempo non tempo.

Tutto è diverso, in me  c’è  una pace interiore, uguale a quella di uno che ha  pareggiato i propri conti; non c’è neanche come accadeva un tempo la necessità di avere un rapporto sessuale, l’amore torna ad essere amore in tutti i suoi sensi e significati.

Perfino la scrittura cambia, è più serena, più leggibile, anche se a volte  le parole sembrano dei piccoli geroglifici egizi, più da interpretare che capire.

C’è però in tutto questo una forma intima e preziosa di dialogo, ciò accade perché più conciliante a sera rimanendo rapiti da un tramonto, o  in un comodo e accogliente letto dietro gli occhi socchiusi.

C’è la poesia della vita che si manifesta nell’anima nel lento scorrere delle ore, dei giorni e mesi, anni, senza mai dimenticare l’amore che si respira in quel cielo tutto mio.

Penso e sono convinto che la –sensibilità – che poco adesso si trova nelle persone, non sia al femminile per la sua desinenza è umana e quando la si trova,  tutto diventa poesia; peccato per il

“ quando “ che vuole dire quasi mai.

Tu, conosci il mio vero volto che a nessuno rivelo; il mio essere che a nessuno più, potrò mai dedicare, io che questo groviglio di incertezze, in cui simultaneamente, si è amati o ignorati.

La mia solitudine non mi permetteva di credere e avere fiducia nell’umano, per questi ero e sono stato sempre sostituibile e questo mi ha sempre condizionato.

Ricordo che mentre ero su un autobus guardavo le persone e mi chiedevo quante di loro fossero felici, in realtà cercavo ovunque la felicità.

Ma io non sono un essere umano, più un fauno anche se per metà. Pensieri, bellezza,passione, sentimenti, emozioni, tutto questo lo posso davvero in qualsiasi notte di luna piena realizzare.

Mi vengono in mente i giorni interi che ho passato a leggere un libro o solamente a contemplare il mare, era come consegnargli la mia anima ed essere ripagato di tanta serenità nella mia esistenza giorno dopo giorno.

Ho letto tanto, ho letto libri meravigliosi.

Ho parlato molto con Dio, da un po’ non mi risponde, forse ha capito o forse si è arreso alla mia vita da fauno, o semplicemente non sa più cosa dirmi. Penso a questo e mi viene da ridere, rido di questa mia stupida convinzione, Dio è sempre là in quel mare che a solo pensarlo mi commuovo.

Vivendo da mezzo umano ho potuto vestire d’emozioni la mia esistenza, mi sono reso conto di quante cose mi sono perso, di come la mia vita sia stata saccheggiata …. Mi piaceva e mi piace ancora il volto di Gesù e ho pensato alle sue parole: che chi voleva entrare nel Regno dei Cieli doveva rimanere bambino, lui è l’unico che sia riuscito a rovesciare la storia dell’umanità: non sono i bambini che devono imparare dagli adulti, ma bensì sono gli adulti che devono imparare dai bambini se vogliono guadagnare il paradiso.

Non ho mai avuto paura di Dio, pur sapendo che era sempre lì a leggere i pensieri nella mia mente. Credo che non sia una questione di credere o non credere in Dio, ma piuttosto di sentirlo dentro, nell’anima, allo stesso pari di sentirsi il mare dentro!

 

mercoledì 1 maggio 2024

 

Vai dove ti porta l’amore

 

Di Vincenzo Calafiore

2 Maggio 2024 Udine

“ …. Io non ho voluto

mai, e mai vivrò da assoggettato.

Piuttosto meglio vivere da

Appartato! Così è stato e sarà

fino alla fine …… “

 

      Vincenzo Calafiore

 

 

All’alba da queste parti il cielo è pieno di nuvole, nere e gonfie di pioggia, sono talmente tante da non vedere l’orizzonte, ove si incrociano i destini di tanti in apparenza estranei: quarantenne disilluso dalla vita in fuga, si consola bevendo pina colada giorno e notte; la vedova assillata dai ricordi che gioca a poker, il vecchio e sciancato che passa il suo tempo a leggere e fare i cruciverba, con la memoria che srotola pellicole su cui è rimasto impressa la sua vita, il disoccupato che ha scelto una fontana per sedersi a pensare …. Tutti questi potrebbero essere dei personaggi per un buon libro ma sono gli appartati, i cosiddetti narratori del nulla e lo fanno con uno stile serrato che alterna lampi di ironia a momenti pensosi, circumnavigando l’eterno conflitto tra le aspirazioni umane e la realtà, l’amore.

Come in fondo siamo “ appartati “  tutti noi, resilienza nemmeno una maniera, un’astronave che ci porti fuori dal mondo.

Ed ecco che l’universo s’aggruma allo sguardo, non ci sono mani, labbra, parole! E’ come se mi mancasse il mondo; io che il più delle volte la notte rubo coriandoli, stando attento a come mi muovo agli gnomi. Io che a volte raccolgo pezzi di me nei ghiacci di notte, sparsi ovunque da cane rabbioso, mentre scivola nella mente silenzioso il pensiero di te, tu che non hai mai capito quanto amore ci mettevo anche solamente guardandoti.

La mia deludente illusione è stata, che la conoscenza e la cultura fossero riuscite a dare senso e compiutezza alla mia vita, anche le parole come me, non hanno più vita lunga, poco di tutto si salva. Forse nella dimensione della scrittura le cose prendono vita, realtà e significato come una sorta di figure adempiute, ma è ugualmente inconcludente, resta il cammino.

Il cammino che continua ancora nonostante il tempo l’abbia apparentemente, forse, consumato, perché nonostante tutto continua, e la ricerca è il senso della vita, dell’amore …  e paradossalmente i conti non tornano mai.

Noi, sommersi nel gorgo delle estraneità, braccati da fantasmi cani rabbiosi in questa selva d’esistenza, inquinata e devastata dal nulla.

Con consapevolezza condividere il senso di estraneità, il senso delle passioni cercando la vita, addolcendo di pari passo il decesso della memoria, si smentiscono la cultura e la conoscenza che non possono restituire significato a tutto.

Ci rendiamo conto io e te che ci restano rarefatti lembi di memoria e di vita, le coscienze sono destinate a trascinarsi in un mondo di solitudine.

Forse non pensiamo di essere “ tutti “ di passaggio su questa terra, nella nostra vita e in quella degli altri.

A volte diventiamo memoria, a volte storia da raccontare o da ricordare, da dimenticare, tutto dipende da noi.

Invecchiare è come diventare poveri, si ha meno di tutto, meno gente che ti cerca, meno occasioni di vita; in questo c’è un’alleata ed è la dimenticanza, è l’ultima carezza della vita, una specie di sconto di pena per chi vive troppo e ha più ricordi dello stretto necessario. Ma tu cerca di rimanere nel mio domani, in un’altra alba ancora