venerdì 10 maggio 2024


 

Non immagini ……

           

 

Vincenzo Calafiore

Arte, Comunicazione, Cultura

 

11 Maggio 2024 Udine

 

Da qualche tempo ( due o tre anni credo ) non riesco più a scrivere favole per i bambini. Il mio cuore e ancor più dopo un infarto, non è più lo stesso.

Non si può immaginare quanto possa mancare la presenza di un bambino, il rapporto con i bambini, la conversazione con loro, i giochi assieme a loro; è come non immaginare quanto meravigliosa sia la vita, nonostante le nostre bruttezze, la nostra immondizia, i nostri demoni.

A un certo punto il cuore si inaridisce, mi sono mancate le parole, i colori della vita, le sue immense immaginazioni, ma soprattutto la sua “ magia”.

A un certo punto mi sono reso conto che le ultime favole invece che per loro, le avevo scritte per i grandi, ecco perché ho smesso. I grandi a parte quelli che come me non sono riusciti a crescere, non sentono più la sua magia, ma soprattutto non capiscono più, si sono dimenticati di volare, fuggire via nel cielo raggiungendo una nuvola su cui sdraiarsi o camminare; si sono dimenticati che possiamo parlare con le piante, gli animali …. Che possiamo parlare con tutti questi esseri, ma gli uomini non riescono più nemmeno a parlare tra loro.

Sento che parlare così, tiro fuori antichi malesseri, vecchi risentimenti, tracce di antiche ferite, di antiche battaglie ormai perse.

Si avverte nell’aria una certa aggressività, toglie le parole, annienta la magia …. Accade così di rimanere in silenzio e guardare fuori da una finestra, verso il sole che sfiorando i campanili dei paesi e tra un po’si getterà nel mare. Capita di sentire vicino il corpo di una donna tanto amata.

Guardo lo spettacolo fuori, vedo il sole che si sta abbassando, tra poco sarà all’orizzonte, taglierà i monti, attraverserà quelle nuvole, si confonderà con esse e poi andrà a tuffarsi in mare!

Vedi le nuvole bianche e dense che lo circondano, lo coprono, lo nascondono agli occhi degli uomini!

Il più delle volte mi nascondo dentro le nuvole. La magia non c’è più, perché io non ci sono più, so come diventare invisibile e tornare ad apparire quando lo desidero.

Certi pomeriggi, quando mi alzavo dalla scrivania, le fissavo con intensità e ansia le nuvole, come quando si aspetta l’arrivo di una persona cara. Avevo voglia di accarezzarle con le mani, prenderle e metterle nelle tasche, tanto erano basse e vicine, più di una volta ho avuto la tentazione di riempire le strade di nuvole, le vie deserte, i giardini vuoti, le case abbandonate. Altre volte alzarle sopra le case come per costruire dei grattacieli alti e svaporati.

Le note di New York City Serenade di Springsteen cominciarono a raccontare tempi che furono, lo avevo ascoltato in radio una sera in riva al mare, quando ancora “ the Boss” era conosciuto da pochi in Italia.

Ero stordito da quella dolce serenata d’amore a NewYork, quelle storie che parlavano dell’innocenza dei giovani, del loro correre all’impazzata nella vita, ma raccontavano le malinconie, le nostalgie, la voglia di fuggire da questo inferno. E’ diventata poi la colonna sonora di paesaggi sfrangiati e senza anima, di visi stanchi e anime vuote.

Quella canzone accompagna la mia solitudine e le mie fughe nella notte.

All’alba del nuovo giorno ero come se fossi tornato da un mondo diverso e misterioso, magico … non ha molto senso ormai rimanere in questo, meglio un luogo senza tempo e senza accadimenti.

Non siamo più quelli di prima, ho solo voglia di pensare, andare lontano, salire come un bambino col suo cavalluccio di legno sopra quel prato di nuvole bianche che inseguono il sole e vogliono raggiungerlo, in vicinanza del mare prima che si nasconda nell’acqua e faccia buio!

La palla rossa infuocata sta tagliando lo specchio di mare, dopo qualche secondo si è nascosto nel mare, ho sentito un nodo alla gola, riuscendo a trattenere il pianto, il mio sguardo guardò altrove come mi accade sempre quando sono in difficoltà.

Mi girai sentendo una presenza, appena in tempo per vedere un bambino asciugarsi le lacrime e singhiozzare lentamente, mentre con il suo ditino mi indicava il mare luccicante di tante emozioni.

Non smettere mai di immaginare quanto meravigliosa sia la vita!

 

 

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