venerdì 24 maggio 2024


 

Le Confessioni

( di un Ladro di Coriandoli )

 

Di Vincenzo Calafiore

25 Maggio 2024 Udine

 

Sono stato un tempo e continuo ad esserlo  “ Ladro di Coriandoli “, lo sono da quando ho cominciato a inventare favole per i bambini che non potevano avere una vita e che conoscevo, ho regalato loro, la magia della vita, che non potendo avere la potevano immaginare. Anch’io un tempo sono stato come loro e da li ho cominciato, tutto è iniziato. Un tutto magico, reale nella fantasia, come un regno di fate e di gnomi, di viaggi in altri mondi.

Non ho mai preteso che fossero delle opere letterarie, ma ho sempre fatto di tutto che piacessero a loro, e sono stato molto felice e lo sono ancora, perché tutto ciò che ho scritto e continuo a scrivere, non è opera letteraria e fiaba …. e questa mi tiene lontano dal mondo degli adulti, dei falsi sapienti, dei falsi acculturati, un mondo che disprezzo.

Non mi si può capire, e non si può capire quanto sia triste non essere più in grado o capace di scrivere; per troppo tempo mi sono perso nel labirinto dell’orrore di questo mondo al contrario cercando di salvarmi.

E’ un fondo reale e crudele, ove tutto è vero, le guerre, i massacri, l’odio, la perversione; ove gli umanoidi hanno gli occhi esplosi nelle tante visioni contemporanee, il cervello in tilt, bruciato dalle droghe, le allucinazioni, gli sdoppiamenti, le rotture dei margini, il superamento dei limiti.

La vita che si propone, è una esperienza indicibile, perché si vive privati della parola e del pensiero, della libertà,della dignità, dell’orgoglio e forse da qui che si dovrebbe ripartire per la rinascita.

Ma è anche un possibile affrontamento, un percorso di trascendimento della propria condizione, per una strada che è cultura, poesia, sogno, speranza … ma potrebbe essere rischioso, il vero rischio dei giardini di questo immenso labirinto, entro cui si è persa l’umanità senza alcuna possibilità di riconoscersi e ritornare a nuova vita.  

Per fortuna ho sempre avuto con me le chiavi dei sogni, entrando e uscendo da quel mondo e dal gioco degli specchi magici a cui questo ignobile sistema obbliga.

Ma è un gioco pericoloso e rischioso come ben sanno gli sciamani sin dall’antichità, che lì si sono avventurati e risalita la scala verso il cielo o si sono inabissati  nel regno marino di Sedna.

E’ brutto e doloroso rimanere soli nel regno dei sogni, non ci sono più bambini, non ci sono più sognatori e i sogni sono molti ……. e se si passa da un sogno all’altro si rischia di confondere la realtà coi sogni, questa menzogna è ancora insegnata.

Vivere per me, Ladro di Coriandoli, è un cammino per l’avventura della vita, la scoperta dell’ignoto da indigeno o esploratore, sono esperienze molteplici di persone e di luoghi; storie che da lontane prospettive giungono agli esiti, all’esistenza.

E’ un approdo alla fine di un viaggio più di sconfitte che di conquista, ma ricco di conoscenza, di speranza, di amore.

La vita è un racconto di “vissuto”  sottratto alla morte. E comunque miraggio di un altrove!!

Perché è viaggio solo per il luogo a cui tornare e da cui ripartire dentro un’altra vita, in un ciclo perenne di nuove emozioni, nuove ambizioni di proibite sensazioni.

Sembra che da questo mio mondo, reso inattingibile dalla distanza, parta un raggio di speranza e faccia di ogni cosa lontana da un orizzonte pieno di ombre e di misteri, respiro! Respiro di pace che è in me come una serena congiunzione con il mondo mio lontano  per molti irraggiungibile.

Da ladro di coriandoli che sono provo disagio nell’aria di questo odierno ove il vero e il sognato si mischiano pericolosamente, facendo emergere i chiaroscuri di un’esistenza più di disparte che di parte.

Il vento porta un biglietto su cui è scritto il nome di un paese stregato: “Vincenzo” … un varco, un suono, un incontro con l’amore. Il grumo del passato si scioglie come un incantesimo: è nuovamente vita è domani!

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