“….e verrò io a cercarti,
io verrò a cercarti e tu lo sai,
lo sai che lo farò.
Perché ti amo con tutto il mio cuore.
Verrò a cercarti sempre in qualsiasi luogo
Del mio cuore.
Ma ti chiedo:
Tu faresti lo stesso con me?
E lo devi ricordare.
Perché un giorno potrei
Non poterlo più fare, è questo che devi capire:
non potrei più farlo. “
Vincenzo Calafiore
Quasi non mi
riconosco più, dopo anni di avanspettacolo indossando una maschera a recitare
versi a prostitute e papponi, assieme ai miei compagni, giocolieri e
equilibristi, buffoni di corte di un Mangiafuoco sempre più innamorato di una
schansonnier francese con cui spera sempre in una notte di follie.
Tutto finisce in una
canzone…. Te lo dicevo sempre, e ripensandoci oggi, mentre con un straccio
bagnato levo dal viso il pesante trucco.
Pian piano come un
puzzle si compone il mio volto e ho quasi paura, paura di quegli occhi abituati
a scavare, a cercare anche le cose più lontane.
Noi siamo così,
viviamo quanto un’emozione e poi scaraventati in un dietro le quinte fino a una
prossima, ognuno pensa di essere diverso dagli altri, ma noi siamo tutti
uguali: il tempo di un’emozione!
Viviamo di notte a
guardare le stelle cadere e pensiamo di esserci sopra per andarcene via.
Abbiamo bisogno di
essere liberi e non prigionieri di finti sorrisi, siamo chiusi chissà in quale
gabbia, chissà perché nessuna mai viene a cercarci tra le righe di un libro, di
una poesia scritta in fretta per paura di dimenticarla: l’amore.
Questa notte chiamami e
dimmi che ti manco, io ti risponderò che ti stavo aspettando!
Stringimi forte tra le tue
braccia stanotte, come solo tu sai fare, così che possa sentirmi amata….
Dio,
quell’abbraccio…quell’abbraccio sapeva proprio d’amore, di vita! Non c’è più
stato.
E’ l’Amore a vincere
sempre, l’amore di ogni cosa e sopra ogni cosa.
E Tu sei Amore.
La verità è che da
equilibrista e giocoliere non ho potuto mai amare una come te, e quando è
successo ho avuto paura, sin da quando ti vidi, sin da quando ti ho conosciuta,
perché sapevo che tu saresti stata una donna che avrei avuto poi paura di
perdere.
Ho avuto paura
quando ti ho stretta tra le braccia,
dopo il primo bacio,
quando cominciasti ad essere in ogni mio pensiero, nelle parole che poi la sera
quando Mangiafuoco mi scaraventava su un palco a recitare per lui le più belle
poesie d’amore.
Amandoti ho
cominciato piano piano a sognare, immaginare, toccare con mano l’altra sponda
dell’oceano da una sedia dietro una finestra spalancata sulla notte; non so
come accade, ma accade, è accaduto, tu sei rimasta dentro e mi sono ritrovato
con le dita tra le dita nelle tue mani, il mio buongiorno e la mia buonanotte,
l’ultimo di una giornata sempre tua, le labbra sempre sorridenti e capisco d’essermi
innamorato e ho cominciato ad avere paura, paura di te, come luna alta nel mio
cielo.
La cosa più bella è
quella di addormentarmi con te nella mia testa, mi chiedo se mi addormenterò
mai con te vicino, e poi quel tuo sorriso …. Quando ridi vorrei solo
stringerti!
E sapevo già che
quell’abbraccio non ti avrebbe più lasciata andare via, è scritto nei nostri
sguardi, nei nostri occhi che si cercano nella marea dei si e dei no, che forse
l’ Amore è fatto di occhi che si cercano per amarsi e per appartenersi.
Pensa amore mio se
Mangiafuoco dovesse accorgersi di te e di me, di me la sua marionetta preferita…
nessuno sa cosa siamo, non sa e non potrà mai sapere che sei l’amore più bello,
che vale la pena di urlare al mondo delle scimmie urlatrici che sei mia, che mi
appartieni nella stessa misura che appartengo a te.
Voglio innamorarmi
di te ogni giorno.
Ogni mattino, ogni
notte prima di chiudere la bottega dei sogni.
Amarti, come non lo
ha mai fatto nessuno, prendermi cura di te.
Amarti sempre.