LA CALABRIA
( Non solo ndrangheta )
Ai rematori, vigorosi giovani con la pelle color
tabacco, capelli neri corti e occhi di gabbiano, quando affondavano il remo
nell’acqua gli si gonfiano i muscoli e le vene nelle mani che a guardarle
sembrava che gli stessero per scoppiare le vene. La barca ebbe un primo
sussulto, poi annegò la sua pancia e allontanandosi dalla riva della baia “
rina janca “ ( sabbia bianca) lasciò dietro di se una sottile linea biancastra
che sparisce nel blu intenso del fondale.
Remarono con un ritmo serrato per raggiungere
l’altra spiaggia al di là del piccolo
promontorio dove ero atteso da un mio vecchio e caro amico. Con lui eravamo
andati sul Monte Athos, a ritrovare le nostre origini. Ricordo che quando ci
recammo sul Monte Athos, per noi fu come piombare come per incantesimo nel
medioevo.
Durante il cammino verso l’antro del monaco
eremita che mi accompagnava, io rivedevo come in un film quanto avevo letto
circa la vita dei nostri monaci calabresi nel medioevo che percorrendo i boschi
dell’Aspromonte si recavano da un monastero all’altro, addirittura affrontavano
il mare Egeo per raggiungere il Monte Athos.
Nel 3 di maggio del 1991 la chiesetta di San
Giovanni Crisostomo, conosciuta meglio come Giovannello a Gerace venne riaperta
al culto e consegnata ai monaci del Monte Athos…. Dopo cinquecento anni
dall’abolizione del rito greco a Gerace e dopo mille dallo scisma della chiesa
d’Oriente, nella chiesa è ritornata l’antica liturgia bizantina.
Non molto lontano ma ricco di suggestione e
di fascino, l’antico monastero di San Giovanni Therestis a Bivongi riaperto al
culto bizantino, era l’anno 1994. La presenza dei monaci nel territorio della
locride è un richiamo e visitare questo
lembo meridionale della Calabria Jonica è come visitare il Monte Athos, luogo
avvolto dal fascino del mistero. E’ lo stesso paesaggio, stesse vallate, stessi
alberi, profumi della natura, addirittura anche gli stessi monaci, con la
differenza che nella regione dell’Athos calabrese anche le donne possono
accedervi e fare esperienza.
Sembrano, questi, sogni di tempi molto più
lontani. Io stesso quando torno per qualche giorno a vivere fra queste cose mi
sento riassalire da tante suggestioni, mi ridivengono parenti e familiari le
cose occulte, mi si aprono le porte dei misteri! Il fascino e il mistero
dell’itinerario Bizantino Calabrese è dovuto alla persistenza di una cultura
ancora viva e palpitante.
Questa è la Calabria e non quella che ci
vogliono rappresentare come fosse una maledizione viverci e non è vero come il
presentarsi inermi o arresi, umiliati dallo strapotere mafioso voluto e
mantenuto per mistera sorte diversa dai misteri citati.
La ndrangheta la si potrebbe sconfiggere
usando il plotone d’esecuzione e il processo sommario; ma è un comodo di tanti
altri segreti e quindi le cose resteranno così come sono state in passato e lo
saranno ancora oggi e domani. Mentre la vera Calabria vive orgogliosamente il
suo tempo onesto con il disonesto,
amico e foraggiatore di altri
amici!!!!
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