SE NOI POTESSIMO
Di Vincenzo Calafiore
Ci sono giorni da ricordare e altri che si vorrebbero già dimenticati
, ed invece sono lì nelle anteprime di una
memoria instancabile nel riproporle in seno di una quotidianità sfiancante e
disarmonica.
Lo è così per i ricordi suddivisi sapientemente in belli e brutti, sempre galleggianti su quella
superficie di quel mare dentro che silente si sposta su diverse sponde delle
età smarrite, e lì depositati su spiagge ove si ritorna e si riparte.
Quel che più umilia e uccide è la monotonia della ripetizione del
singolo avvenirsi del ricordo ogni giorno, ogni notte, finendo per ricordare
ugualmente certe bruttezze d’animo.
Se solo noi potessimo in qualche misura modificarne gli aspetti e le
distanze da essi creati, se solo potessimo allontanarci anche se per brevità
quante albe, e quanti tramonti non sarebbero andati perduti.
Ma in queste latitudini di improvvise tempeste e mareggiate che
travolgono e annegano chiunque e cose,
non è un bel vivere, neanche un bel sognare; per fortuna a salvarci saranno
quei ritorni di ricordi che fanno abbozzare un sorriso e la speranza di una
felicità intima e segreta.
Noi, questa cercavamo quando all’inizio ci siamo messi in viaggio
affascinati forse da questa chimera attraversammo tempi, e navigato a lungo; noi
una lunga schiera sempre avanti, sempre in movimento, sempre destinati
“sognatori “ ancora adesso dopo millenni costretti a continua migrazione senza
ritorno, senza tregua.
La vita sta in un sogno e il sogno dona nuova vita, è energia che
muove, solleva e affonda nuove radici, ma mai definisce, mai è deriva in un
mare piatto.
Se solo noi potessimo definire nuove rotte per avvicinarci a quella
terra di confine tra gli spazi indefiniti tra parole e pensiero che
continuamente usiamo per incontrare e tramandare, lasciando in ovunque impronte
di se.
Parole e scritture per un soffio
vitale in continua evoluzione, per tracciare nuove rotte che ci allontanino
dalla solitudine, dall’indifferenza, dall’ingratitudine, dall’abbietto; consci
che quel che è stato dimenticato in realtà è dentro le parole e nei sogni per
cui ancora val la pena di annaspare in queste ombre.
Consci che la salvezza della razza dei sognatori non sta nella corsa,
ma nella misura di un passo ove ci si aggrega, ci si affascina e si conquistano
millimetro dopo millimetro spazi di ingenua vita nei vortici di nuovi “altrove” invisibili in cui tutto
avviene tutto è stato già scritto.