Una notte la
tristezza …
Di Vincenzo Calafiore
15 Dicembre 2017 Udine
( da: Blu Oltremare )
“ … capisci di esserti innamorato/a
quando di notte ti svegli e vorresti
trovare davanti agli occhi il suo viso.
Per amarla, per continuare a sognare
per vivere nel suo spazio, essere suo sogno”.
Vincenzo
Calafiore
E ritrovarsi sveglio in
mezzo alla notte ormai sfatata, svuotata dai sogni assieme all’ultimo che
inesorabilmente come una barca condannata a finire contro gli scogli, così io
sono andato a infilarmi in un sogno che mi portò dritto dritto in cuor suo.
Di lei che nutre la mia
anima: Angie!
E’ venuta con la sua
pelle di madreperla nella trasparenza di una notte ingoiata dalla luna, io
senza pudore in un incendio nell’anima!
Così la mia notte è
volata via con tutto il tempo di raccogliere ciò che ne è rimasto, con il tempo
di ritrovare quella mia certezza che ha fatto sì che lei in ogni modo fosse
quel binario sul quale scorrono, la mia vita, i miei pensieri, i desideri.
C’è solo tristezza nel
ritrovarmi in un’oasi di nulla.
Mi alzo e finisco col
farmi un caffè e penso che la tristezza, la malinconia, lo stupore, i suoi baci
sono le poche cose che compiango.. intanto comincia da qualche parte ad
albeggiare e lei sicuramente si starà facendo un caffè, allora mi chiedo se mi
pensa o starà immaginando cosa stia facendo alle soglie del nuovo giorno in
questa lontananza che avvicina e separa allo stesso tempo.
Mi sono innamorato di
lei, Angie, non della sua bellezza, ma dei suoi difetti, del suo essere
distratta, di come dorme, della maniera in cui gesticola quando è arrabbiata,
come mangia, del suo essere mai puntuale e di tutte le stranezze che riesce a
fare in poco tempo.
Angie che mi allontana
dalla tristezza, mi da felicità! Ma anche paura, la paura già provata, in cui
sono annegato in solitudine …
La tristezza, il suo
volto!
E torna la mia mente a
pensare a quando l’altra mi lasciò a due passi dal cielo …
Dopo che mi ha lasciato
ho dovuto riprendere in mano la mia vita e so che per andare avanti la prima cosa
da fare è dimenticare chi mi ha spezzato il cuore.
Dovrei parlarne e lo faccio con questa lettera
scritta a lei che amavo, e pensavo fosse diversa.
Lei era tutto quello che
avevo sognato e che volevo. Avevi quella maniera di guardarmi e pensai che ti
fossi innamorata di me, eri intelligente, bellissima….
Come sono stato
ingenuo….. pensare che qualcuna avrebbe potuto innamorarsi di me, amare me con
tutta l’anima, l’uomo di tutti e di nessuno, da locandina, da teatro, una
strada lunga e breve con lei che ogni sera mi aspettava.
Ha desiderato che io
fossi sempre quello che io non volevo essere, per questo tutto è andato in
malora … se non lo facevo mi sentivo in colpa e pensai pure di valere meno di
zero. Oggi non capiso il motivo per cui sono stato con una donna a cui non
piaceva nulla di me. Oggi ti manderei ancora mille volte all’inferno per avermi
fatto sentire meno di uno zero.
Per tanto tempo ti sono
rimasto accanto cercando di non sentire il peso del tuo brutto carattere, fino
a quando ho deciso di lasciarti e per lungo tempo non sono riuscito a risalire
la china del baratro in cui ero precipitato.
Passai le mie notti
cambiando ogni notte una puttana!
Così eccomi qui alla fine
della mia strada, e ho scelto di vivere in solitudine, questo non significa che
non provi più rabbia per tutte le volte che mi ha fatto sentire così inutile.
Ora ho ricominciato a
vivere lontano da ogni cosa.
Ho imparato ad amare la
mia solitudine, ad amare ogni singola parte di me. Non sono perfetto, anzi sono
come una biglia impazzita, ma forte dentro, perché chiunque sia riuscito a
sopportare una persona come te merita un orecchino, come aver attraversato Capo
Horn.
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