
KOBARISKI MUZEJ
Di Vincenzo Calafiore
Kobarid-Slovenija 05-08-2014
Il conflitto del 1915-1918 denominato “ La grande guerra” vide due
popoli in armi contro, l’ Italia contro L’Impero AustroUngarico.
Fu alla fine un massacro senza precedenti, una distruzione immane di
uomini e cose, per cosa poi?
Benchè ormai sia trascorso quasi un secolo e coloro che la vissero “ la
grande guerra” siano scomparsi nelle trincee, nelle valanghe, sugli altopiani e
sulle vette, essa è ancora viva nella memoria collettiva di noi Italiani,
Austriaci, Sloveni. Fu una tragedia immane ed epocale, una svolta dolorosissima
nella nostra storia comune e nella nostra vita, come ce ne furono poche in
precedenza.
Nella grande maggioranza della pubblica opinione della gente di confine
d’allora non compresa e non voluta ci coinvolse tutti con una lunga e
indimenticata sequenza di eventi luttuosi, tragici.
A Caporetto si è consumata una immane tragedia e durante la ritirata,
cittadini e soldati combatterono con valore con il fine di rallentare
l’irruzione austro tedesca; e forse sarà la conoscenza di quegli eventi che
consentirono la salvezza di altri che noi italiani specialmente potremmo
riacquistare una “ vera consapevolezza” di quel che siamo senza dimenticare che
in quella disfatta e ritirata da Caporetto vi sono ancora luoghi della memoria
dimenticati che racconterebbero paure e atti eroici di tutta quella gente
austriaca,italiana, slovena, che ci hanno preceduto ai quali va reso onore.
Per questa necessità di “ memoria “ è nato il Museo di Caporetto –
Kobarid, grazie
al Dottor
Branko Marusic, ( Kobariski Muzei- Museo di Caporetto ) che scrisse:
“Il museo di Caporetto non
è un museo di guerra, bensì dell’uomo e delle sue angustie. Non è un museo
della vittoria e della gloria, delle bandiere liberate o calpestate, della
conquista e della vendetta, del revanscismo o dell’orgoglio nazionalistico. In
prima fila sta l’uomo, colui che ripete ad alta voce oppure tra sé e sé, a se
stesso oppure ai compagni di sventura esprimendosi nelle diverse lingue del
mondo: “Maledetta guerra!” In questa concisa imprecazione sta la fondamentale
testimonianza del museo di Caporetto, il suo successo ed il suo diritto e la
necessità di esistere e progredire.”
Il
museo di Caporetto prese l’avvio da una collezione museale iniziata nel 1990 ad
opera di persone locali. Inizialmente la sua attività si svolse all’interno del
Circolo turistico Kobarid. Passati cinque anni, i fondatori, in accordo con il
Ministero della Cultura, trasferirono l’amministrazione in una società non
profit a responsabilità limitata che gestisce tuttora il museo. Nel 2011 il
museo di Caporetto si scrisse nell’ambito dei musei sloveni.
Altro non v’è d’aggiungere e in luogo delle mie parole forse alcune
immagini proposte faranno il seguito dandovi la giusta conclusione; non prima
di consigliarvi di andarci privi di rancore, o di rivendicazioni, ma con il
cuore e un’intima preghiera di pace perché certi massacri non si ripetano più
anche se smentiti noi che scriviamo e voi che leggete e Dio, da gente che
continua a spargere odio e rancori, sangue e distruzioni di massa in nome di un
loro Dio sconosciuto, che maledicendoli con un colpo di mano un giorno stufo,
potrebbe cancellarli dalla faccia della terra. Andateci a Kobarid in pace con
voi stessi a rendere onore ai soldati e
alla gente italiana, austriaca, tedesca, slovena. Lunga memoria.
Il Museo di Caporetto
(
Ex Sede del Tribunale Militare Italiano)
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