E’ quasi l’alba
Di Vincenzo Calafiore
5 Marzo 2018 Udine
“ … immaginai un tempo
e il tempo non immagina me; se ne va con l’ultimo miglio, coi pochi metri
e dal mio sogno mi separava. E’ quasi l’alba! Ho cominciato a rubargli vita
per dare un tempo a una canzone o a una musica tanghera, flamenca. Come
fosse una lunga poesia d’istante, d’amore.”
Vincenzo
Calafiore
Immaginavo o meglio “ho”
visto un giorno dalla riva di un mare affogato nel tramonto, la mia vita e
l’avevo vista bella; la vidi scorrere silenziosamente davanti a un sole che
tramontando la incendiò di colori intensi, poetici, quasi fosse stato un
presagio.
Io e il mare o io del
mare…
Io e il mare, da cui sono
da sempre attratto, il mare che potrebbe uccidermi annegandomi e allo stesso
tempo cullarmi come un’enorme conchiglia dorata. Lo amo quel mare che si alza e
si quieta, che s’attraversa in su e giù, sempre cangiante, mortale e civiltà,
vita allo stesso tempo.
Il mare dei lunghi viaggi
e delle traversate dell’anima che mi appartiene giusto il tempo dello sguardo e
nel ricordo….
Io del mare!
Sono del mare, gli
appartengo sin dai primi giorni di vita, quando mia madre mi immergeva in
quelle che avrei voluto per sempre le lunghe estati di albe e tramonti sempre
diversi; il mare come fosse un amico da pensare e amare, andare a trovarlo.
Ah… la vita!
Ma sai cos’è ? E’ che io
proprio non la capisco, non la capisco come te.
A volte pare che sia
fiume che scorre lento, a volte è arcigna e mi guarda con occhi da falco,
ma io e te di questa vita
conosciamo poco.
Perché guarda che non è
così. La vita non è alzarsi e andare a dormire, mangiare e lavorare
È qualcosa di più, di
molto di più!
La vita è musica, è
primavera, è amore, soprattutto Amore e noi l’abbiamo uccisa!
Sì perché l’abbiamo
uccisa nel momento in cui l’abbiamo abbandonata, o tradita, distrutta con le
nostre stupide realtà infondate, con i nostri muri, con le pareti bianche, con
le nostre sanguinarie violenze.
Perché la vita è ben
altro!
E’ il desiderio di
guardarsi negli occhi.
È la consapevolezza di
esistere e non vivere come una cosa inanimata, o come foglia nel vento.
E’ quasi l’alba! , e sto
andando via da te assieme a un sogno; ma ti rimane la mia vita in quel ciao o
in quel come stai! Ti consegno la mia vita come fossi mare grande e immenso,
mare spumeggiante d’allegria, sempre con quel sorriso in punta di labbra.
Vorrei che lo sapessi di
come sai essere alba, e vita allo stesso tempo nella mia vita, amore nel mio
stare lì a guardarti come a un tramonto in un’aurea poesia lunga una vita!
Perché amore mio è di
questo che si tratta di poesia e non di lunghe attese in qualche deposito di
oggetti smarriti; voglio che tu lo sappia fiamma antica e dolcezza infinita,
che da ogni parte mi portasse il mare io sempre e comunque da te vorrei tornare
come una barca senza remi che stranamente fanno ritorno al porto.
Sai è la vita a chiede
merlo, la vita che ci siamo dati e che continueremo a darci senza fretta, senza
spinte; una vita che si sveste di ogni cosa pur di rimanere quel che è: Vita!
Semplicemente vita oggi
gettata nei fossati,
nelle discariche
sotterrate,
nei soprusi e nelle
violenze,
nelle ingiustizie,
nel disamore!
E allora, almeno questa
sera si trovi il tempo di darci del Tu!
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