Di Vincenzo Calafiore
11 Gennaio 2022 Udine
“ … Cominciamo da qui,
dai miei giorni rubati, dai
giorni lontani.
Entriamo nelle nostre vite in
punta di piedi,
per non farci sentire, per
non farci rubare
il desiderio di scriverci.
Il nostro angolo di paradiso,
siamo noi!
Noi delle emozioni fluide,
dei sogni che ci trasformano..
delle parole che a fatica
volano
nei giorni ammucchiati, nelle
ansie e le paure.
Dobbiamo vivere, vivere
questo amore ora
come ieri, domani più di oggi
!
Anche se poco conosciuti
…. “
Vincenzo Calafiore
Ti chiedo di non dimenticarmi! No come un oggetto abbandonato in una lontana stazione.
Non dimenticarmi anche se non sai dove sia!
Se ti va, cercami e respira il mio silenzio dove per non morire trattengo quell’amore addosso come placenta, con quell’amore dentro.
Vorrei imparare a conoscerti e come sempre accade mi perdo nei miei pensieri conscio che il luogo del pensiero può essere un pericoloso labirinto di paure e sogni, emozioni, ricordi.
Io ti conosco, non ti lascerò più andare via ti terrò stretta al mio petto sussurrandoti quella canzone nostra, ti dico che ti amo baciandoti nell’abbandono, sottovoce senza luce.
Ora dimmi che mi ami!
Dimmi che stavolta non te ne andrai via, perché sai la vita non potrebbe essere domani,
resta qui, tienimi dentro i tuoi occhi e continua a brillare affinché possa sempre raggiungerti.
Sai dovremmo imparare a conservare i nostri sogni magari in quelle conchiglie che d’estate raccogliamo in riva al mare, e mettere le paure nelle impronte lasciate sulla sabbia affinché il mare se le porti via.
Lo so, è assurdo! E’ una follia, io che parlo con te a uno specchio che nulla ha di te.
Ora in questa mia età credendo di essere lo stesso di ieri sai quante volte avrei voluto chiederti di rimanere … ? Vedi ? In questa mia età guardo la vita con altri occhi perché sai, altro non sono che il fantasma di quello che ero.
Ora ho l’amore sussurrato tra le pieghe della notte, negli occhi socchiusi, e mi par di avere la tua testa con quella montagna di capelli appoggiata sul mio petto; sai è un’illusione! E come tale mi serve per non impazzire, a volte mi pare d’essere tornato a quando ero ragazzo, quando facevo finta di avere una ragazza.
L’adoro questa età, la rinnego quando mi getta in un angolo e mi fa scoprire fragilità che credevo non avere; in verità amore mio, sono uguale a una barca stanca di tanto mare!
Vorrei essere amato con le mie lune, col mio essere sempre perso in qualche sogno, con i miei silenzi; vorrei credere ancora che in questa mia senile attesa tutto possa diventare possibile, anche il vivere sperando che sia vero, sperando che la poetica leggerezza mortale mi accolga con la grazia che ho sempre dato ai giorni miei.
Sulla parete bianca con un carboncino, forse anche ubriaco, fumando un sigaro, una sera d’estate ….
“ Oh quanto l’ho amata, la mia donna!
Ogni notte una donna diversa,
a volte impacciata, a volte sicura.
Arrogante e dolce tra le braccia.
Era tante donne in una, ma la tradiva il profumo
della sua pelle, sempre lo stesso,
il sapore delle sue labbra inconfondibile.
Queste le mie uniche certezze!
Era un sogno.
Che sapeva sorridermi e prendermi,
un sogno che a volte trovo e a volte no
come adesso che non so dove sia, ma so per certo
che l’amo da morire! “
Una cosa la so adesso, continuerò a mettere il mio cuore in tutto quel che faccio come sempre accade!
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