E, ora
E, ora lasciami ritornare mia diletta
alla pianura che si getta tra le bianche
spume dello Jonio.
Fammi ritornare a quel cielo,
frastagliato
nei rami di secolare fico, cresciuto
assieme, nella mia casa e nella memoria di voci ascoltate nel vento e di visi
da lì passati per caso.
Ed ora vagabondi nell’aria triste della
mia età,
i miei pensieri e sogni, cercano il loro
luogo perduto nel tempo.
L’ amore accarezza l’istinto di migrare
ove tu sei …
E’ così forte il richiamo bianco salino
misterioso, intransigente speranza,
dello Jonio nel sangue!
Cos’è questa grande luce negli occhi
tuoi
che mi porta lontano e mi trovo ahimè in
lande in fiore
e deserti gitani di sabbia, senza meta,
senza più età.
E’ forse paura di amare o di perderti,
di aspettare, vederti spuntare da quel
ritaglio
di cielo.
Oppure la pazienza di cercarti, cercare
qualcosa
che deve ancora passare agli occhi miei?
Vincenzo Calafiore
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