La delusione “ del già visto “
Di Vincenzo Calafiore
21 Febbraio 2023 Udine
Che delusione, che peccato.
Con animo positivo e buoni sentimenti ci approntiamo a vivere ogni santo giorno di quel
Teatro dell’assurdo che è la nostra vita quotidiana, della nostra faticosa eppure reale, mobile civiltà multietnica.
Tutto entro il confine ovattato e accogliente nella nicchia della privacy, nel massimo del confort e della libertà di espressione; un guazzabuglio, una specie di pentolone in cui si mescolano ingredienti come i sentimenti, amicizia, cattiverie, dissolutezza, spregiudicatezza.
Ogni santo giorno iniziato con la speranza di un giorno diverso, è invece assolutamente sempre la stessa solfa.
E’ uno spettacolo dello scempio, impreziosito da una sfilata di comici con il pubblico intorno che ride, anche senza sapere il perché, solo che alle donne è stato messo il chador.
E’ una multi etnicità di facciata, cambiano soltanto i contesti, tutto si riduce alla passerella delle macchiette spolverate di abbondante volgarità e violate dignità.
“ Cose già viste “ ahimè è il - leitmotiv del quotidiano, la grande delusione, lo scoraggiamento o meglio la nausea del già visto o del già vissuto.
Si potrebbe pensare come a cose che capitano, in effetti, sulle quali magari si farebbe bene riderci sopra, ma che non danno alcuna novità.
Siamo felici?
No non siamo felici e quando pensiamo di esserlo, in realtà stiamo provando una felicità di facciata……la felicità è un’altra cosa.
L’unico momento originale, almeno, è quello del mattino, quando seduti su un water defecando pensiamo forse alla felicità perduta e mai ritrovata,all’amore che dice di amare e invece poi rimette tutto al destinatario con un “ vaffa” di contorno, intimo e recondito.
E’ un’idea allora la vita, o un teatro dell’assurdo? Una domanda a cui bisognerebbe rispondere.
Tutto il resto è noia
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