venerdì 2 maggio 2025


 

Palermo, la “ Divina “

( 17-08-19 L.633/41 Proprietà Intellettiva Riservata )

Di Vincenzo Calafiore

3 Aprile 2025 Udine

 

“ Palermo, operaia dei sogni! “

         Vincenzo Calafiore

 

 

Mio padre la sera, dopo una giornata di lavoro, entrava nella camera dove dormivamo noi, io e mio fratello; in ginocchio ai piedi del mio letto tirava fuori una scatola di scarpe dove c’erano le mie matite e quella bicolore, rossa e blu e un quaderno legato con un nastro rosso.

Su cui annotavo quello che di notte mi passava per la mente, lui le chiamava poesie, per me invece erano la meraviglia della mia età, la sintesi di un sentire dentro, lo prendeva e si sdraiava sul suo letto e leggeva.

Una notte mi era venuta l’esigenza di scrivere e dopo aver acceso la candela appoggiata sulla sedia,

( la corrente elettrica di notte c’era e non c’era), tirai fuori da sotto il letto la scatola e presi il mio quaderno e con grande sorpresa trovai un biglietto scritto da mio padre: “Caro Enzo, fai attenzione, rileggi quello che scrivi. Ogni tanto ricordati di mettere qualche virgola nel tuo pensiero, mi piace quello che scrivi, bravo! Papà. “

Ne è passato di tempo da allora! E sono rimasto come allora a scrivere più di notte che di giorno, e sono ancora qui a raccontare il mio Sud, un Sud bistrattato e trascurato, considerato poco più di una colonia lontana, dove la vita è difficile. Così è ormai dalla notte dei tempi, ancora senza riscatto, o per lo meno senza la possibilità di riscattarsi.

 

Palermo.

La Sicilia, è una terra impareggiabile! Per i greci era Sikelia, fondarono Naxos, Zancle tanto per citarne qualcuna. La Sicilia che si materializza all’ombra dei carrubi o tra i muretti a secco dei monti Iblei, dove ancora sembra di sentire l’antico corno dei pastori, aspra e dolce per certi versi.

Palermo a guardarla ti abbaglia con la sua eleganza nobile e stracciona, con la sua anima inquieta.

Palermo con il suo destino, arsa dal sole crocevia di tante culture, dove la storia antica più di ogni cosa ha lasciato sublimi tracce.

Al sostantivo “ rovina” ho sempre dato il mio significato, cioè quello di  un tempo che fugge alla storia. Così un paesaggio, una mistura di natura e cultura che vanno perdendosi nel passato, e  riemergono nel presente, in apparenza senza significato, ma che in realtà lo hanno. E allora tutto cambia se si smettesse di guardare come fosse solo materia, in altre parole un qualcosa al quale è stato attribuito un senso, un significato diverso anche se solo simbolico o comunque fortemente evocativo.

Se si dovesse trovare una formula con la quale riuscire a rappresentare Palermo, si potrebbe dire che le antiche rovine, sono ancora, mentre quelle nuove sono state occultate.

La dominazione araba e poi quella normanna lasciarono profonde tracce nel substrato culturale

Ed architettonico di Palermo, con edifici particolare e caratteristici. Molto interessanti sono i mosaici, come quelli della Cattedrale e della Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni. Molti edifici di culto nati come moschee furono in seguito trasformati in chiese, come la chiesa della Magione che presenta ancora una torre araba, o San Cataldo che ha tre cupole rosse di gusto

Orientale. Altre strutture furono costruite in pieno stile arabo, ad esempio il Castello di Zisa, al cui interno si ammira anche una collezione di arte islamica.

Altra meraviglia e la Chiesa S. Maria dell’Ammiraglio o San Nicolò dei Greci, detta La Martorana,  Visitare Palermo con la sensazione bellissima di trovarsi in un  “ altrove “. Risalendo il prato antistante la vecchia marina del Foro Italico verso il vecchio Quartiere arabo della Kalsa, passando per la Porta dei greci; proseguendo poi verso Santa Maria dello Spasimo e Piazza Marina, al loro interno troviamo il quattrocentesco palazzo Chiaramonte-Steri con le straordinarie incisioni murarie dei prigionieri del Santo Uffizio, che lì aveva le sue segrete.

E poi la Cattedrale, San Giovanni degli Eremiti, il Teatro Massimo, fino alla rocca di Monreale.

Ci si ammalia gli occhi della bellezza tormentosa che Palermo sa trasmettere, del suo struggente incanto nobile e straccione.

Palermo oltre ogni splendida parvenza è velario di gemme, specchio d’oro, luce di zaffiro, contemplazione, tappeto di preghiera, rapimento e estasi, oblio. Mistero dell’amore infinito, incantesimo.

Il Parco della Favorita o Real Tenuta della Favorita, situato ai piedi di Monte Pellegrino, rappresenta il polmone della città, poiché è l’area verde più vasta di Palermo, con i suoi 400 ettari di estensione.

Il Politeama e la “ Vucciria “!

Ci sono chiese che hanno le volte celesti dipinte sui soffitti, a altre a cui bastano le stelle che entrano dalle finestre dai rosoni. Ci sono notti in cui a guardare il cielo sopra Palermo, con la luna splendente incorniciata dalle mani di Dio, e la sera allegra della Kalsa, di musica e spettacolo. E poi il mercato della “ Vucciria “ i pesci, le uova, il quarto di bue appeso, i colori accesi degli agrumi e degli ortaggi, l’odore acre del sangue, i porri e pomodori, la sensualità quotidiana e le voci dei venditori.

E per finire come fare a meno del meraviglioso cibo di strada: Arancine, Rosticceria, Pane e panelle, lo sfincione, Purpu vugghiutu ( polpo bollito) frittola, crocchè, stigghiola, quarume!

 



 

 

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