lunedì 23 giugno 2025

 

La malattia



D Di Vincenzo Calafiore

   


2    24   Giugno 2025 Udine

   “…. al mio fianco, la solitudine, compagna

di    di tutti i momenti di tregua della tempesta:

il  il dolore del ricordarsi, il vecchio e feroce malessere

di di sentirmi uomo che mi assale come un cane rabbioso

ne nel momento in cui prende vita la coscienza.

E’ E allora che prendo la stilografica e il portolano,

e se scrivo tutto quello che non potrei mai confidare a nessuno. “

Vi        Vincenzo Calafiore



Ecco la pagina aprirsi come un album sfogliato dal desiderio di osservare il pensiero in forma di parole, di trattenerle in un sospeso gioco di riflessi e di leggerle nel didascalico specchio di un contrappunto acceso di rimandi.

Passano spezzoni di ricordi, di vita vissuta, esaltazioni e follie, il dorato e velenoso universo degli artisti, degli scrittori, che non mi è mai appartenuto, ne vi ho fatto parte per mia fortuna.

Ma sono rimaste impresse le scoperte di isole e di sole e di mare, il piacere del cielo stellato e le angosce e tormenti e ombre di una vita passata dietro a una scrivania, dentro un libro, dentro una pagina.

La scrittura fluida fa scivolare le sequenze dei dialoghi in un corso naturale che serve a custodirle, senza alcun attrito, nonostante il denso dibattito dei pensieri.

Ora agonizzo per una malattia mal conosciuta, non so esattamente cosa sia, non la conosco, e che non so curare.

Sto rimettendo assieme i pezzi per sopravvivere alla mia stessa età, e questo è già una fortuna. Ma penso agli altri ai “ prigionieri di questo sistema”, agli morti vivi che si aggirano nelle periferie di megalopoli come Milano, nelle rovine dei quartieri abbandonati.

Quelli che non protestano mai, ne per la fame ne per l’umiliazione di vivere dentro un enclave di violenze e di miserie umane, della prostituzione, dello spaccio di droghe.

Quelli che spariscono per sempre, quelli che si impiccano perché si sono arresi!

Noi, orfani di frontiere e confini, di bandiere e ideologie.

Oggi non sappiamo più chi siamo!

A salvarmi da questo declino, viene in mio soccorso la “ PEGASUS “ Astronave a Remi, mi porta nel regno dell’Oltre!

Sta dentro di noi, è un luogo non luogo, è tempo non tempo, non ci sono limiti, i colori hanno suoni e i suoni colori, le forme si trasformano.

Ho letto troppo: la mia malattia !

Il fatto è che il racconto della vita mi ha preso subito la mano e allora mi è una cosa strana: riesco a capire tutto oltre le parole e le frasi, ogni difficoltà di significato, o di una parola, non è più ormai una difficoltà in quanto tutto mi è ormai chiaro.

C’è la solitudine dei giorni passati e a venire, è un dilungarsi con la speranza che un giorno ci si possa incontrare io e la mia vita, non per il piacere dell’incontro, ma perché non ci si deve dimenticare.

E’ un vivere dentro questa condizione, contro questa condizione, dopo che mi sono avventurato nella rischiosa strada che porta al Regno dell’Oltre, da cui spero non fare più ritorno.

Molte favole le ho raccontate per anni prima di scriverle; le ho scritte dal 76 a oggi, prevale il dolore sulla gioia, l’amore sull’odio.

Ora ho smesso di scrivere favole e comincio a conoscere le forme dell’invisibile.





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