Editoriale.
Di Vincenzo Calafiore
Ci sono nel nostro
comune “viaggiare”, obbligati, esistenti sentieri da percorrere con o no il
nostro individuale consenso e l’intima convinzione che comunque sia valga la
pena di percorrerli per saggezza, per completezza, per crescita interiore, per
arricchimento della propria smania di conoscenza, d’amore, di donazione, di
continuazione.
Questi verbi,
individualmente avrebbero personale significato, collettivamente hanno e
acquisiscono significato manifestato e coniugato moralmente con un nome ben
preciso “ Amicizia” , Amistad, Friendship.
La sua immensità, il
suo peso, sono o almeno dovrebbero essere i binari su quali far scorrere la
vita, e succede anche che a volte ciò non accadendo si avverte nell’aria uno
stridulo rumore che va impoverendo la stessa esistenza.
Nonostante ciò
ugualmente la vita va consumandosi e assottigliandosi alla fine di quel nostro
bagaglio originario rimarrà ben poco e ci ritroveremmo poveri e miseri, soli in
mezzo a deserti di sabbie mobili.
E’ solo una questione
di rispetto
Il rispetto che
dovrebbe nascere da noi stessi, dalla capacità di incontrare e conoscere
persone e cose come se osservassimo riflessa in uno specchio la nostra
immagine.
Il rispetto sta nella
comprensione, nell’acquisizione, nell’equilibrio tra quello che vorremmo e
quello che “possiamo” realmente avere, ricevere, donare.
Il rispetto sta nel
non fermarsi alle apparenze ( madre dell’inesistenza), nel cogliere o nell’elargire
noi stessi come una donazione, come un valore aggiunto. Sta nel “no” senza
drammi, nel sapersi mettere in discussione (che grandezza d’animo) ogni
qualvolta la vita lo richieda.
Noi, come il rispetto
stiamo nelle piccole cose quotidiane, nell’affanno della corsa per
sopravvivere, nel rispettare e amare il diverso, nel sapere ascoltare, nel
cogliere le sfumature di quanto ascoltato e veduto, nel comprendere l’incanto o
l’amore di chi sa guardare e coniugare invece di svendere e perdere dignità, e
onorabilità.
Sta nel considerare
ogni luogo come fosse casa nostra, ogni persona come noi stessi, solo così
potremmo evitare di considerare e cadere nell’egoismo individuale e collettivo.
Ma ciò è quel che
accade.
Allora davvero il
nostro viaggiare senza il rispetto sarà un tempo non tempo, un vissuto non
vissuto.
Viaggiamo allora con
la consapevolezza dell’incontro di belle persone,
di sorrisi sinceri,
dell’ilarità, dell’amichevole approccio e del benigno sguardo facendo nostro
sempre il verbo della donazione.
Viaggiamo dunque con
la consapevolezza di rimanere senza corazze, senza i secondi fini, senza il
lucro, senza malignità, viaggiamo nella sofficità e pienezza, nella luce che
sono in quell’antico verbo amare.
Che sia per voi tutti
una splendida e radiosa giornata davvero!!
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