Io, del mare ….
Di Vincenzo Calafiore
06Maggio 2107 Udine
“Non sai di quanto amore c’è in quel ti amo? Io amo come
il mare ama la riva, lo scoglio: dolcemente, intensamente! “ (Vincenzo Calafiore )
Già sapevo o immaginavo che il
mio sogno si fosse realizzato o che si potesse in qualche maniera a me oscura
realizzare e comunque quel giorno intrapresi il mio viaggio per raggiungerti. E’
stato più di spiagge solitarie e assolate che di strade. Le spiagge conoscevano
e avevano il mare dentro, come fosse coscienza, anima; le strade sono degli
uomini e facilmente avrei potuto perdermi sbagliando magari qualche incrocio o via
che mi avrebbe portato da un’altra parte, lontano da te. In quelle spiagge era
tutto già segnato, mi sarebbe bastato seguire le orme del mare per capire che
sarei andato esattamente nella giusta direzione. Mi sarebbe bastato anche
ascoltare la voce del vento o osservare come fanno i gabbiani a ritrovare la
strada di casa; annusare l’aria, scoprire nuovi odori intensi di profumi
provenienti da terre a me sconosciute ove la vita è sole e maree o andare e
tornare come il mare, che erano già in
me. Io del mare! E’ amore che nasce e
non finisce, mentre gli uomini si consumano rincorrendo desideri e passioni che
non raggiungono mai l’amore dei grandi morsi. Il mare è sempre lì davanti, come
un cielo steso in terra, sempre in movimento, sempre odoroso, mai uguale perfino
negli sfumati azzurri o perduto nei verdi. A guardarlo sembrano gli occhi di
una donna, una donna innamorata che solo a guardare senti il cuore stringersi come il mare sa
stringere uno scoglio. Il mare se lo sai guardare te ne innamori e non lo lasci
più e pensi che non ci sia abbastanza mare per appagare anima e corpo, due
contrapposti come mare e spiaggia. Io del mare! E penso a una donna da poter
amare, amarla perdendomi dentro uno specchio d’illusioni annegando dentro una
conchiglia, con lungo sospiro, con desiderio, con voglia di restare e di vivere;
e tutto svanisce perfino la paura d’essere abbandonato ai bordi di un marciapiede
o a un incrocio solo con la voglia di
nulla, e tanta vaghezza. A guardare bene la sabbia trovo segni e impronte di
civiltà lontane e so che è lì che vorrei
andare, restare. Se lo guardo mi innamoro e mi solleverà come chiglia di barca,
mi porterà lontano da ogni memoria, da ogni giorno vuoto, inutile. Mi condurrà
all’inizio e magari ritroverò l’altro me stesso che era in me e che con me ha
sofferto e gioito, caduto e rialzato. Sono io, io del mare, all’inizio
quando ero mare, quando ero spiaggia, occhio
di gabbiano. Quanto tempo … e già vedo la prima alba che salendo illumina gli
scogli e poi le cime degli alberi maestri rivolti al cielo striato dai blu e
dai bianchi, accende le vele che si gonfiano di vento! E’ un vento che spinge
al largo oltre l’anima, oltre il finito dinanzi a Dio svaporato dentro una
goccia di mare incastonata nel mezzo degli occhi, nel mezzo del cuore come
fosse un diamante, come fosse amore qui tra le sue braccia come un’onda che va
e viene, lieve e leggera, appena accennata, come parola sussurrata ed è quasi
vita è quasi amore, è quasi Dio. Se dico
mare dico di Dio, se immagino di avere un sogno penso al mare. E dunque penso che sia così che io posso amarti, solo così potrò
donare i miei occhi ai tuoi, come un sempre, amarti come fosse l’ultima volta!
Accadrà o è già accaduto di fare lo stesso viaggio più di spiaggia in spiaggia
e di mare in mare fino a quel sì, fino a quel sogno, fino a quel desiderio che
si chiamo Amore. Io del mare ancora non so dove finisce e dove inizia, quale
sia l’avanti o il dietro così come la vita disuguale e uguale, grande o piccola
come una conchiglia, breve come un soffio…. Io
del mare!
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