Perikles
Di Vincenzo Calafiore
20Febbraio2018 Udine
Pericle, figlio di Santippo del demo di Colargo greco antico; Colargo, 495 a.C. circa
– Atene, 429 a.C.), è stato
un politico, oratore e militare ateniese attivo durante il periodo d'oro della città, tra le Guerre persiane e
la Guerra del Peloponneso (431 a.C. – 404 a.C.). Discendente da parte di madre dalla potente e
influente famiglia degli Alcmeonidi, Pericle ebbe una così profonda influenza sulla
società ateniese che Tucidide, storico suo
contemporaneo, lo acclamò come "primo cittadino di Atene". Pericle
fece della Lega delio-attica un impero
comandato da Atene che esercitava la sua egemonia sulle altre città alleate, e
guidò i suoi concittadini durante i primi due anni della Guerra del Peloponneso. Pericle
favorì lo sviluppo delle arti e
della letteratura e questa fu la
( PERIKLES)
principale ragione per la quale Atene detiene la reputazione di centro
culturale dell'Antica Grecia. Promosse, allo scopo di dare lavoro a migliaia di
artigiani e cittadini, un ambizioso progetto edilizio che portò alla
costruzione di molte opere sull'Acropoli (incluso il Partenone), abbellì la città, esibì la sua gloria. Inoltre, Pericle sostenne la democrazia (nell'accezione aristotelica) a tal punto
che i critici contemporanei lo definiscono un populista, soprattutto a
seguito dell'introduzione di un salario per coloro che ricoprivano gli
incarichi politici e ai rematori della flotta.
Come avevo scritto, oggi parlerò per brevi cenni
chiaramente di Pericle o Perikles, pensando soprattutto che ci troviamo nel 495
a.C. …. Prima della venuta di Cristo. Già allora come sopra riportato e
evidenziato lui favorì lo sviluppo delle arti e della letteratura,
promosse delle attività che ebbero lo scopo di dare lavoro al popolo ateniese.
Lo dico sempre, lo affermo ogni qual volta che si
discute di politica che questo modello di società di uomini e donne, in cui
purtroppo siamo dolenti o volenti infilati non porta da nessuna altra parte
oltre la guerra tra poveri sempre in
atto, mentre i ricchi rimangono ricchi, noi sempre più tartassati. Imperano
purtroppo la demagogia, il malaffare, le false promesse,la tolleranza, l’arricchimento
indebito ad ogni costo coi rifiuti ad esempio.. e francamente abbiamo anche a
che fare con una classe politica che forse ( sbaglierò pure) rappresenta solo
che se stessa e poco fa per il popolo come a suo tempo fece Pericle! Ecco il
perché del dover sempre guardare in dietro per andare avanti giustamente,
equamente. Ma soffermiamoci se pure a grande raggio sulla figura di Perikles e
di Socrate, chiedersi pure cosa avessero in comune o cosa li accomunasse.
Socrates dice: “ una vita senza esame non è degna di
essere vissuta” non sta esprimendo alcun giudizio di condanna che non sia già
implicito nella tautologia “ chi non dà senso alla sua vita vive una vita senza
senso.” Inoltre Socrates predilige la -
razionalità – come criterio delle decisioni etiche ( oggi proprio….. ). E’ vero
pure che Socrate nella sua etica non dà alcuno spazio alle emozioni e alla
volontà, perché non considerava le stesse come parti a sé stanti dell’anima ma
piuttosto come stati dell’anima funzionali alla percezione della realtà. Egli
stesso non è immune, tant’è vero che descrive in termini di coraggio la sua
decisione di intraprendere l’attività filosofica nella polis e parla della
speranza con cui affronta la morte che ne è derivata.
Tuttavia in entrambi i casi, l’anima di Socrate si
trova di fronte a esperienze future che di certo non può vedere.
Tuttavia da quanto si intuisce dall’analogia socratica
sul sapere come “ scienza metrica”, come anche della metafora della
mappa contenente tutte le esperienze possibili, il percorso seguito da
ognuno di noi sarà unico e irrepetibile, come quello di ogni singola goccia
d’acqua.
Ma c’è anche la metafora del “ tafano “ ove il cavallo
è il popolo ateniese e il tafano è quello che stà sopra…. ( noi siamo pieni di
tafani che occupano ogni millimetro della nostra pelle… )
Dal discorso funebre di Pericle è tratta la
proclamazione di Atene come modello per tutta la Grecia, lo tramanda lo storico
discorso di Tucidide nella sua “ Guerra del Poloponneso”
Pericle fu il primo cittadino di Atene per la maestà
della Polis che deriva dalla grandezza delle sue norme, delle sue leggi, e
tradizioni. Fra i motivi che Pericle vanta alla sua città sono innanzi tutto la
tolleranza e la libertà, ma anche il suo rigore e l’obbedienza
alla legge specialmente negli affari pubblici; il suo contribuire al benessere
del singolo cittadino,e al tempo stesso il vegliare dello Stato perché questi
sacrifici andassero per il bene della collettività, la generosità con gli altri.
Infine l’attiva promozione del dibattito e l’esame attento di ogni decisione, perché
solo così tutto il resto acquista senso divenendo frutto della libera scelta e
non risultato di un’imposizione o di circostanze casuali.
Proprio come accade oggi! E domani sarà ancora peggio
dato che non possiamo che aspettarci il peggio del peggio: Oligarchia!
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