Senza maschera
Di Vincenzo
Calafiore
31 Maggio2018
Udine
“Sai cosa c’è di bello?
Vorrei dirle!
Io
e te sulle spiagge della nostra vita, camminiamo e lasciamo tutte quelle orme
sulla sabbia, e loro restano lì, come noi le abbiamo lasciate.
Ma
domani, ci alzeremo nelle nostre prigioni e guarderemo la nostra spiaggia … non
ci sarà nulla! , più nulla, orme, segni del nostro passaggio, niente! Il mare
cancella tutto, le maree nascondono, è come se non fosse mai passato nessuno. Come
se noi due non fossimo mai esistiti.”
Sulla
“ Pegasus” il viaggio scorre tranquillo, con un colpo di remi si arriva
lontano, dagli oblò posso vedere la terra da cui mi sono staccato tanto tempo
addietro, quando ero costretto a vivere come una marionetta ubbidendo agli
invisibili fili manovrati abilmente da un inesorabile e spietato
“ Mangiafuoco”.
Ma,
la “ Pegasus” non è solamente l’astronave a remi è qualcosa di più, per quelli
che come me da tempo ormai hanno abbandonato uno stupido e sanguinario sistema
di eliminazione dell’umanità.
E’
qualcosa che è libertà, indipendenza, uguaglianza! E non solo, è anche amore, o
luogo in cui potere amare senza maschera, senza rete.
Già
da tempo prigioniero di un circo e costretto a vivere più appeso a una parete
in attesa di una mano che agguantando i fili mi facesse vivere pochi sprazzi di
libertà era come annusare l’aria che saliva dal mare dietro grosse sbarre di
ferro, una finestra sempre aperta a una dannazione, a una condanna.
Da
lì potei ammirare il mare e lo vedevo blu come il cielo e speravo un giorno
poterlo toccare, annusarlo, cosa che non è mai accaduta, fino a quando una sera
dopo giorni trascorsi appeso a un chiodo una mano mi calò su un palcoscenico
sconosciuto ove già era in scena un’altra marionetta.
Assieme
abbiamo danzato e recitate le nostre parti senza mai poterci guardare in
faccia, quando quei fili lo hanno permesso gli occhi si incontrarono e qualcosa
sentii in me cambiare.
Pensai
a lungo a lei, immaginando quale fosse il suo nome, pensai a cosa dirle la
prossima volta che avremmo recitato assieme.
Sai
cosa c’è di bello? Vorrei dirle!
Io
e te sulle spiagge della nostra vita, camminiamo e lasciamo tutte quelle orme
sulla sabbia, e loro restano lì, come noi le abbiamo lasciate.
Ma
domani, ci alzeremo nelle nostre prigioni e guarderemo la nostra spiaggia… non
ci sarà nulla! , più nulla, orme, segni del nostro passaggio, niente! Il mare
cancella tutto, le maree nascondono, è come se non fosse mai passato nessuno. Come
se noi due non fossimo mai esistiti.
Se
c’è un luogo, al mondo, in cui potremo non pensare a nulla se non a noi stessi,
se
c’è un luogo, al mondo, in cui poterci amare senza maschere, è qui, sulla
“
Pegasus”.
Non
è terrà, è mare, è vita vera, è amore, è eternità.
Avrei
voluto scriverle con parole che scivolando sui fili la potessero raggiungere,
ma non l’ho fatto; avrei voluto dirle che varrebbe la pena provare a volare sul
mare, magari di notte, stenderci sulla sabbia a cercare una stella da
raggiungere … i sogni a volte si realizzano, credici!
più di tanto eh, lo sai questo tipo di promesse io non so mantenerle. Vieni
sulla “ Pegasus “ buttiamoci la sabbia addosso,
tra i capelli, baciamoci, mentre siamo
tutti sporchi, giochiamo a nascondino, io mi nascondo dietro una vela un po’
trasparente e tu, anche se mi scopri subito fai finta di non vedermi per un
po’.. Poi però trovami e baciami. Vieni e fammi vedere come a volte i sogni si
realizzano!
Nessun commento:
Posta un commento