mercoledì 30 maggio 2018


Senza maschera

Di Vincenzo Calafiore
31 Maggio2018 Udine

Sai cosa c’è di bello? Vorrei dirle!
Io e te sulle spiagge della nostra vita, camminiamo e lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, come noi le abbiamo lasciate.
Ma domani, ci alzeremo nelle nostre prigioni e guarderemo la nostra spiaggia … non ci sarà nulla! , più nulla, orme, segni del nostro passaggio, niente! Il mare cancella tutto, le maree nascondono, è come se non fosse mai passato nessuno. Come se noi due non fossimo mai esistiti.”



Sulla “ Pegasus” il viaggio scorre tranquillo, con un colpo di remi si arriva lontano, dagli oblò posso vedere la terra da cui mi sono staccato tanto tempo addietro, quando ero costretto a vivere come una marionetta ubbidendo agli invisibili fili manovrati abilmente da un inesorabile e spietato
 “ Mangiafuoco”.
Ma, la “ Pegasus” non è solamente l’astronave a remi è qualcosa di più, per quelli che come me da tempo ormai hanno abbandonato uno stupido e sanguinario sistema di eliminazione dell’umanità.
E’ qualcosa che è libertà, indipendenza, uguaglianza! E non solo, è anche amore, o luogo in cui potere amare senza maschera, senza rete.
Già da tempo prigioniero di un circo e costretto a vivere più appeso a una parete in attesa di una mano che agguantando i fili mi facesse vivere pochi sprazzi di libertà era come annusare l’aria che saliva dal mare dietro grosse sbarre di ferro, una finestra sempre aperta a una dannazione, a una condanna.
Da lì potei ammirare il mare e lo vedevo blu come il cielo e speravo un giorno poterlo toccare, annusarlo, cosa che non è mai accaduta, fino a quando una sera dopo giorni trascorsi appeso a un chiodo una mano mi calò su un palcoscenico sconosciuto ove già era in scena un’altra marionetta.
Assieme abbiamo danzato e recitate le nostre parti senza mai poterci guardare in faccia, quando quei fili lo hanno permesso gli occhi si incontrarono e qualcosa sentii in me cambiare.
Pensai a lungo a lei, immaginando quale fosse il suo nome, pensai a cosa dirle la prossima volta che avremmo recitato assieme.
Sai cosa c’è di bello? Vorrei dirle!
Io e te sulle spiagge della nostra vita, camminiamo e lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, come noi le abbiamo lasciate.
Ma domani, ci alzeremo nelle nostre prigioni e guarderemo la nostra spiaggia… non ci sarà nulla! , più nulla, orme, segni del nostro passaggio, niente! Il mare cancella tutto, le maree nascondono, è come se non fosse mai passato nessuno. Come se noi due non fossimo mai esistiti.
Se c’è un luogo, al mondo, in cui potremo non pensare a nulla se non a noi stessi,
se c’è un luogo, al mondo, in cui poterci amare senza maschere, è qui, sulla
“ Pegasus”.
Non è terrà, è mare, è vita vera, è amore, è eternità.
Avrei voluto scriverle con parole che scivolando sui fili la potessero raggiungere, ma non l’ho fatto; avrei voluto dirle che varrebbe la pena provare a volare sul mare, magari di notte, stenderci sulla sabbia a cercare una stella da raggiungere … i sogni a volte si realizzano, credici! più di tanto eh, lo sai questo tipo di promesse io non so mantenerle. Vieni sulla “ Pegasus “  buttiamoci la sabbia addosso, tra i capelli, baciamoci,  mentre siamo tutti sporchi, giochiamo a nascondino, io mi nascondo dietro una vela un po’ trasparente e tu, anche se mi scopri subito fai finta di non vedermi per un po’.. Poi però trovami e baciami. Vieni e fammi vedere come a volte i sogni si realizzano!






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