La vida loca
Di Vincenzo Calafiore
01 Giugno2018 Udine
Aspettavo da giorni una marea, forte, capace di
disincagliare la
“ Pegasus “ e riprendere a navigare nello spazio infinito dei sogni.
Sono state notti di tempeste in successione, come se a un
certo momento il mare volesse in qualche modo raggiungermi e farmi annegare
assieme al mio ultimo sogno ancora da vivere, ancora da scartare dalle sottili
filigrane argentee che luna beffarda da matrigna mi fece trovare a ridosso di
un’alba stagnante all’orizzonte.
Da poco lei è sgusciata via, lasciando la sua forma e il
profumo di se, e capelli d’aurora!
E sgusciata via come un pensiero nella mente, lei con la
forma di un ricordo in una notte di tante altre sciupate nell’inutile attesa ai
margini di un desiderio.
Succede quasi tutte le notti tra le mura della mia stanza
arlecchina che baratta ogni minuto d’attesa con un mio sogno già vissuto ma
ancora vivo giovani e forti emozioni.
Pur di averla ho offerto a quell’altare la migliore anima,
la migliore vita, la più bella felicità!
Per le sue labbra sono rimasto qui.
Per le sue mani sono andato oltre gli orizzonti visti e
immaginati da dietro un oblò.
Per lei sono rimasto qui.
Vorrei averla qui adesso, vorrei darle un bacio sott’acqua,
nel riflesso di luna, vorrei insegnarle a volare con la mia “ Pegasus”,
abbracciarla dalla schiena e guardarle il viso tinto dalle aurore di un
universo in cui siamo io e lei.
Vorrei vedere i miei occhi e il mio sorriso che si accendono
vedendola arrivare, sentendola fremere tra le mie braccia.
Vorrei poi iniziassi a
ridere, quella tua risata che mi manca così tanto, che scopre i tuoi denti
dritti, che brilla nei tuoi occhi.
E sono qui ad
attendere la prossima luna che ti porterà a me e quando verrai ti porterò al
mare, di notte, così potrò baciarti fino a toglierti il respiro, senza che
nessuno dalla spiaggia ci veda, potrò stringerti a me, forte, senza paura!
Uniti dall’acqua che
ci separa, e ci unisce in un desiderio l’uno dell’altra senza fine, senza
sosta.
Potrò sentire il tuo
viso tra le mie mani, mentre le mie dita ti accarezzano lente i contorni delle
tue labbra, dei tuoi occhi, per sentire vita pulsare in noi, come ogni volta in
cui ti sfioro, in cui ti guardo, in cui ti prendo per mano e mi baci.
Mi sono innamorato di
te in uno sguardo, come una vela del vento, e sa che non potrà più farne a
meno, che senza non potrà più vivere.
E forse quando
sarai qui, quando saremo insieme sotto questo cielo stellato, mi fermerò a
guardare te, che sei tu il mio cielo pieno di stelle, e allora, in quell’istante,
con gli occhi fissi a te che guardi il cielo e il mare, e ti tengo stretta a me
con un braccio, forse lì, saprò dirtelo:
“ Lo senti questo
amore che vive di noi ? “
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