Sognare per non morire
Di Vincenzo Calafiore
04 Agosto 2020 Udine (Italia)
“ …c’è la possibilità di raggiungere
un nuovo mondo, questo si chiama
“ oltre, altrove “
non è da tutti è dei
sognatori o almeno di coloro
che sempre hanno un sogno
da custodire, da amare, da preservare
da realizzare.
Il “ Regno dell’Oltre “ sta dentro di noi
è un luogo non luogo
della stessa materia dei sogni.
Perché noi siamo della stessa
materia dei sogni. “
Vincenzo
Calafiore
17-08-19 L.633/41
Proprietà Intellettuale Riservata
Noi siamo
fatti della “ stessa materia dei sogni “ o meglio i pochi eletti rimasti, il
resto ha preferito svenderla questa polverina magica per un altro sogno che
nulla ha a che fare con i veri e unici sogni.
Beati sono
coloro che hanno un sogno e per questo lottano, lo difendono, solo per poterlo
realizzare e questo sogno si chiama anche – dignità - .
La dignità
della persona: di questo vorrei parlarvi.
Ma è
doveroso fare un passo in dietro, perché la dignità va a pari passo con la
filosofia, parola greca, composta da – amare – ( sofia) e “ sapienza” ovvero
amore per la sapienza.
Ma bisogna o
bisognerebbe interrogarsi anche sulla propria “ esistenza” e sul rapporto che
si ha con il mondo attorno, sulle orme da noi lasciate per capire se altri le
seguiranno o le lasceranno cancellare dalle maree.
Ma che cosa
è la dignità?
Potrei dire
che non lo sappiamo, tentiamo di saperlo, tentiamo di definirla.
La dignità è
un qualcosa, come la bellezza, che appare in noi, che non sappiamo dire cosa
sia, la riconosciamo, la amiamo pur non sapendo cosa sia.
Proprio come
dice Platone della bellezza, ecco perché vi invito a pensarla.
Forse non si
pensa a quanto come nessuna cosa come la – dignità- ci definisca o ci definisce
per quello che siamo, nella nostra umanità, nel nostro essere uomini e donne.
Neanche la
razionalità, né la moralità.
Aristotele
diceva: L’uomo è un animale razionale ed
è proprio questa a distinguerci dagli animali, ma anche dal resto delle altre
creature, siamo un – unicum- nel creato!
Siamo,
magia, sogno….
Per Kant il
nostro tratto essenziale è la moralità… e questa a guardare bene le cose ormai
non esiste più, cancellata, azzerata, distrutta dal desiderio di apparire,
apparire ad ogni costo e non importa come e con quali mezzi, l’importante è
apparire.. che miseria è? Che povertà è mai questa che si sta vivendo in questo
secolo?
I latini
dicevano: “ Sunt aliquid manes “ ciò che resta di noi non è nulla ! Ciò che
resta di noi sono la memoria, la traccia, sia povera, misera, infima, è
qualcosa e questo qualcosa è : la dignità!
Noi lo
sappiamo che non c’è offesa peggiore e maggiore che si possa fare a un uomo a
una donna che portar via la dignità.
Achille ad
esempio trascina il cadavere di Ettore ( Omero, Odissea) e ne fa strazio sotto
gli occhi di chi lo ama in segno di spregio e di disprezzo, è un offendere nel
modo più profondo, più crudele, più imperdonabile, offende Ettore nella sua
dignità, no nella sua razionalità, no nella sua moralità.
Ma c’è una
figura ambigua : lo iurivodivo, il folle Dio che ci rappresenta ed è
misteriosamente il più vicino di noi a Dio.
Mentre l’idiota, quello che si svende per il nulla o
che si espone, o che vende il suo corpo e la sua dignità è colui che si
allontana dall’umanità per avvicinarsi sempre più paurosamente alla disumanità di se stesso.
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