L’Amico dalle ombre
Di Vincenzo Calafiore
2 Settembre 2023 Udine
“ ….. la cultura, come la letteratura
è un viaggio fra scrittura diurna e notturna,
fra sogni e illusioni, paradisi e inferni …. “
Vincenzo Calafiore
Chissà se ti ricorderai di me ancora dopo molto tempo,
chissà se ricorderai di quanto di me e della mia cultura ti è stato fatto dono.
In fondo, vedi, uno scrittore finisce sempre per
svelarsi attraverso i suoi aneddoti, libri, pensieri, ma qualcosa di più intimo
e profondo ti sarà arrivata o arriva quando si comincia a riflettere e
raccontare il mio pensiero come fosse tuo, come se fossero proprie letture di
una vita ( mia ) adesso tua, quelle che mi hanno formato, ti hanno formato, mi
hanno cresciuto, ti hanno cresciuto, perso nella fantasia che nel corso degli
anni ho seminato in te, dentro di te.
Ti ho fatto in qualche modo sentire il piacere della
lettura, il sapore del racconto e dell’avventura, lo stesso sapore che aiuta
alla scoperta di altri mondi, di altre esistenze.
Ho sempre legato i libri, quelli letti come quelli
scritti, al mondo che mi ha sempre circondato e rappresentano la mia esistenza
fino a quando esisterà un librò da leggere.
Quindi la scrittura è un’essenza della realtà che può
fare a meno della realtà, che può sostituire ciò che non esiste e rappresentare
un’assenza, costringere la realtà o l’amore a presentarsi nella sua inafferrabilità.
Uno scrittore finisce per diventare l’amico dalle
ombre, colui che viene dalle ombre.
Disincanto e disillusione non negano, bensì filtrano
come un setaccio le gelatinose bugie, la retorica sentimentale, la pappa del
cuore con la quale tanto volentieri si ingannano i lettori e se stessi chi le
scrive.
Verità, sentire, scrivere, donare, sono doti e stile
di vita, di scrittura allo stesso tempo davanti a una realtà di contraddizioni
e chiaroscuri.
Forse “ tutto “ è stato una specie di inquietudine di
un uomo che ha sempre sperato di essere rapito da un sogno, da un grande sogno o
sono un superstite di una catastrofe di cui nessuno si è acconto. La mia
scrittura quindi un grido di accusa a una società che vive gettandosi stordita
dietro a ogni giorno come giù da una rupe.
La scrittura s’assottiglia fino a raffigurare anche l’insignificanza
d’un gesto, d’una parola!
In questo “ Circo “ amaro e festoso si compiono i
destini dello scrittore e del lettore che non riesce mai ad essere se stesso.
Sempre assediato dalla solitudine, dall’ansia celata nella falsa allegria,
dalle chimere della perdizione.
Intorno, il passare delle stagioni e spiragli di
natura invasa dal perenne variare dei colori,
nella vecchia storia del nascere e del morire! L’ineluttabilità
del destino che è una specie di voce che ci abita dentro e chi chiama, la prima
volta per nascere e, la seconda volta, per morire.
Non possiamo cambiare l’inizio e la fine, ma la parte
intermedia dipende da noi; noi siamo quello che siamo, a morire bisogna
allenarsi anche se al momento del trapasso diventiamo tutti monarchici e vorremmo
mandare avanti i sudditi !
Non bisogna mai dimenticare che la felicità viene dal
piacere di dare e di ricevere!
E vedo all’orizzonte una larga schiera di individui,
anche i più timorosi, giocare la loro arte
dell’evitamento ricorrendo a riempitivi atti a
coltivare l’illusione della vicinanza con persone amate o care che, come loro
sono alla ricerca di un antidoto all’angoscia di trovarsi soli nonostante
tutto!
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