domenica 20 aprile 2025


Autobiografia

Vincenzo Calafiore

 

La Letteratura è un viaggio

che si compie giorno per giorno

fra la scrittura diurna e notturna, fra

i sogni e le illusioni, i paradisi e gli inferni.

E’ un viaggio che non finisce mai ! “

 

Quelli che vivono a “ Oceano-Mare “ mi chiamano – Kalos -, mentre nella realtà in cui sono costretto a rimanere, sono: Calafiore, Vincenzo Calafiore.

In arte, produttore di scarabocchi!

Non ricordo da quando ho iniziato a scrivere, ma certamente dai tempi del Liceo Classico!

Questa vorrebbe essere una sorta di autobiografia … intellettuale; una specie di tante confessioni del “ proprio “ messe assieme anche nella maniera più incasinata,  come è accaduto a quel personaggio di Borges, che dipingendo un paesaggio alla fine si rese conto di aver dipinto il proprio volto.

Così è accaduto a me, che scrivendo ho parlato di me, di come io ogni giorno cerco una via di scampo da una realtà che non mi appartiene, violenta, di guerre, e di violenze diffuse, per salvarmi e rimanere così come sono nato e cresciuto.

Ho scritto molto,e continuo a farlo ancora adesso; non ho mai scritto per abitudine, ma per mia necessità interiore; e mi piace, mi piace da morire anche in questa mia età ormai divenuta onda anomala, incontrollabile, un’onda che mi travolge e mi fa parlare di sogni, di realtà che vedo solo io, e non sono immaginazioni, sono altri mondi, altre vite.

Tanti sono i miei libri.

Editi appena due: Quella Strana Sensazione di Esistere, Ceneri di Parole . Non ho avuto fortuna con gli Editori, ma questa sfortuna nel tempo è divenuta poi una grande fortuna, mi ha reso libero.

Tanti libri, i cosiddetti manoscritti conservati in una grande scatola rossa di latta che i sarti di un tempo usavano per contenere  le famose   “ spagnolette “ di filo  di vari colori per cucire:

“ Pelagia “ , “ La difficile misura delle cose”, “ Perduti e senza più sogni “ , tanto per citare qualche titolo … e poi ancora: “ Il Ladro di Coriandoli “, Il mercante dei sogni “,  “ Il Bazar dell’infinito”,

Sogno.

Alla fine accade che uno scrittore finisce col svelarsi attraverso i suoi libri. E’ una sorta di magia, un qualcosa di più intimo e profondo lo scrivere, che si compie agli occhi del lettore, specie quando  inizio a riflettere e a raccontare le mie visioni o le letture di una vita, quelle che nel tempo formano e fanno crescere anche quando ci si perde nella fantasia e assieme aperto alle visioni di un’altra vita possibile.

E poi il Teatro, i lunghi Monologhi recitati al Ristori di Cividale del Friuli e tanto altro ancora.

Scrivere dunque è il legame tra me e i miei lettori, e lo faccio con una scrittura sincera, sanguigna, passionale… è così che si svela il mio modo di essere, il mio volto.

E poi la “ Poesia “ i tanti premi ricevuti, i racconti del mare, le fiabe per i bambini.

Dunque la scrittura è un’essenza della fantasia, è una realtà che può fare a meno della realtà.

Regala sogni e emozioni, regalare ciò che non c’è, rappresentare un dolore, un’assenza, la solitudine, e allo stesso tempo fare volare l’anima.

Perché uno scrittore, con la sua capacità fa intravedere bagliori di vita là dove questa non c’è!

Disincanto e disillusione non negano, ma passano e setaccio le allettanti e gelatinose bugie narrate dai manipolatori di questo sistema, tutto discutibile, la retorica, la pappa ideologica con la quale tanto volentieri il sistema inganna gli altri.

Questa vita così consolidata e strutturata è un “ vuoto esistenziale” su cui poggiano la realtà e gli orpelli con i quali si vuole celarlo.

La letteratura aiuta  a guardare quel vuoto senza paura, altrettanto necessaria quanto la poetica visione di una vita possibile.

E’ una “ PEGASUS “ – Astronave a remi – per viaggiare nell’infinito, la letteratura!

E’ un continuo alternarsi fra scrittura diurna, in cui l’autore si batte per i propri valori e i sogni.

E quella notturna in cui lo scrittore ascolta e ripete ciò che racconta il silenzio, il saper rimanere in disparte, ma anche ciò che dicono i demoni, i brutti sosia degli umani che abitano e vivono negli abissi bui dell’anima.

Chissà cosa abbiamo fatto di tanto straordinario per meritarci il mare ! “ ( Vincenzo Calafiore)

 


Nessun commento:

Posta un commento