mercoledì 16 aprile 2025


 

Non ci resta che piangere


Di Vincenzo Calafiore

17 Aprile 2025 Udine

 

….il vento gelido tormentava

le foglie rosse e gialle … era l’inizio

di un giorno qualunque e faceva freddo.

Camminando la ghiaia scricchiolava

e il rumore si perdé nella bruma dell’alba.

C’era aria d’incertezza … girò appena la testa

per guardarsi attorno, e passò la mano

sulla tasca interna e sentì che c’era qualcosa,

era una conchiglia.

Ma lui non era stato al mare …da molti anni

come faceva ad avere una conchiglia in tasca?

E’ una domanda a cui non ha avuto o trovato una risposta…

 

                                Vincenzo Calafiore

 

 

Sembrano passati secoli dal tempo in cui spopolava “ Il Carosello “ dopo i bambini andavano tutti a letto, oggi piaccia o no ci sono solo stupidari con l’intento di far ridere o per lo meno di strappare un sorriso.

La vena comica della letteratura sembra essersi spenta ormai da molti anni e sembrano secoli, al suo posto il bestiario della politica che ha preso, con l’aiuto dell’invadente televisione, il posto dell’autentica invenzione letteraria.

La televisione dagli anni che furono a oggi ha prodotto a cascata “stupidari “ di grande successo, pari alla loro euforica decadenza e insignificanza, è un’orrenda rappresentazione degli orrori contemporanei della stupidità, della violenza e della corruzione diffuse nella società, nella politica, nella cultura, nei rapporti personali e persino nel tessuto psichico individuale.

Il mondo è già finito da un pezzo, e non resta che raccontare il suo lento estinguersi nella farsa.

E’ dunque una farsa esistenza, un teatro ove viene rappresentato l’assurdo, malinconico e triste, ove gli spettatori pregano di essere rapiti dagli extraterrestri per sfuggire a questa agonia, i quali però se ne guardano bene dal voler stabilire un contatto con gli umani.

Quel che manca è il sogno della bellezza,

il sogno della cultura, la capacità dell’inventarsi dei dialoghi trasognati, beckettiani. che allontanino per un po’ dalla triste realtà.

Pare che la forma più comune di impudenza sia quella di ridere, ritenendole assurde, cose che poi avverranno.

Qui pare invece che tutto è già avvenuto e un sorriso non può seppellire ciò che è già sepolto, ma è un fiore sulla tomba del mondo.

La verità è che solo le storie personali sono capaci di colmare il dolore dentro. Solo le storie ci aiutano a sopravvivere a questa catastrofe!

La cosa che più mi piace fare è quella di scrivere qualche poesia sulla carta che contiene il pane o avvolge verdura e cibarie, conscio che poi andrà a finire al macero!

Ma anche di scrivere per guardare dentro di sé, scandagliando le proprie emozioni, e rendersi conto che basta così poco per essere felici, magari fare anche dei lunghi voli per il cielo per incontrare gli angeli …. Come un personaggio di Chagall!

 

 

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