In disparte
Vincenzo Calafiore
23 Agosto 2025 Udine
Si dice nello strano mondo degli autori, che uno scrittore in qualche maniera e così naturalmente, voglio dire involontariamente, finisce sempre per svelarsi e lo fa attraverso i suoi racconti, i suoi libri, le sue frasi, i suoi pensieri.
Ma qualcosa di più profondo arriva al lettore, a chi si imbatte a lui, quando comincia a riflettere e raccontare la sua vita, anche le sue letture, quelle che poi lo hanno formato, cresciuto, perso nella fantasia e contemporaneamente aperto al mondo.
Tutto quello che ho scritto nel corso del mio viaggio compiuto standomene in disparte, io l'ho chiamato, “ I miei Alfabeti “ |che diventano così una sorta di autobiografia intellettuale, se si vuole una confessione delle proprie fragilità, delle paure, delle incertezze:
“ Un personaggio di Borges che dipinge paesaggi si accorge di aver dipinto il proprio volto, e così accade a ch parla di libri. “
Ho cominciato a leggere da ragazzo Salgari ( libri avuti in prestito, perché non potevo permettermi l'acquisto ), quelle dopo da Montale a Sciascia, Saba, Verga, Italo Svevo, Bevilacqua, Tomizza, Garcia Marquez, Sepulveda, Fallaci, tanto per citarne qualcuno.
Dunque il “ libro “ è l'oggetto del mio discorso, ma anche a volte il pretesto per fare cultura, portare cultura ovunque.
Per me la scrittura è l'essenza assoluta della realtà, che può fare a meno della realtà, che può sostituire ciò che non esiste e rappresentare un'assenza … l'arte dello scrivere può far intravedere un bagliore di vita, di rinascita là dove la luce si è spenta e oggi si vive in un mondo buio!
A mio parere i disincanti e le disillusioni, della vita quotidiana che normalmente accadono non hanno negato, bensì filtrato come un colino le gelatinose menzogne, la retorica, la pappa quotidiana di ipocrisia con le quali tanto volentieri si ingannano gli altri e si inganna se stessi.
La vita è un sogno, un meraviglioso sogno che bisogna con qualsiasi mezzo a disposizione difendere dai continui assalti delle compagine di Mangiafuoco, dall'accozzaglia di cinghiali, dalle serpi.
Meglio il miglio marino : “ in disparte “ quel tratto di mare in cui liberamente navigare lontano dai vincoli, dall'essere obbligati, dalle contaminazioni di falsate culture che in se hanno celate forme di imposte violenze, lontano da ciò che è inutile reso utile, da quella cultura che non è cultura; incultura è questa che serve o servirebbe, utile a non precipitare in quella forma di oblio sociale.
Il “ Libro “ non è solo carta.
E' uno scrigno che contiene tesori, è una porta per raggiungere altri mondi, altre costellazioni, è una “ PEGASUS “ . Leggere è quindi un vivere seguendo lo stesso moto delle maree, è un viaggiare lontano, ma è anche ritorno. Il libro dunque è quel sigaro che in tempo di bonaccia
il Comandante tiene acceso in bocca per vedere se c'è una bava di vento!
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