sabato 2 agosto 2025


 

Fuga da questo mondo, prigione


di Vincenzo Calafiore

4 Agosto 2025 Udine



Tutta l'esistenza dentro l'area di una finestra, spalancata a volte sull'infinito, a volte alla notte, ma il più delle volte o quasi sempre al nulla.

E' questa l'amarezza che rimane addosso come una veste: “ il nulla “, che ti prende e non ti lascia più per tutto il giorno, nel lento scorrere delle ore, in questo mondo prigione, ove portiamo tutti la stessa divisa dell'omologazione, dove si rimane incantati davanti a un poster della peggiore decadenza che invita chissà a quale cosa inutile, che nulla ha a che fare con la bellezza e la grazia, l'eleganza nel linguaggio e nel portamento.

Come spesso affermo, questa è l'era del “ cinghiale “, ovunque branchi di cinghiali “ latinos” , “ Maranza ”che infestano le città, cinghiali nelle metropolitane che predano tutto quello che è possibile predare, ma anche cinghiali vestiti bene e con la pelle piena di tatuaggi,a guardarli bene non si sa se sono delle carte da parati o delle carte geografiche che non indicano niente se non il cattivo gusto.

Questa non è libertà ma è un cattivo gusto spacciato per libertà! Non è nemmeno eleganza.

Questa odierna non è una Società, ma un'accozzaglia mediovale rozza e scurrile, sgraziata, disonesta, volgare.

E' un mondo prigione da cui, potendo, scappare il più velocemente possibile e con qualsiasi mezzo. Evadere da una finestra, davanti alla quale ci rimango a fissare ciò che con gli occhi della fantasia vedo, ed è lì che vado ogni momento del giorno , questa è la mia fuga, lo dico senza alcuna vergogna, senza alcun timore delle critiche che tanto non hanno alcuna valenza.

E' “ vedere i colori del Mediterraneo. Gli spasimi della corrida. Le movenze sensuali di un tango argentino, delle danze tradizionali spagnole … il flamenco.

I volti delle donne e i loro capelli, dell'Andalusia!

La grazia dei lineamenti dolci e sensuali delle donne arabe.

I profumi di Malaga e di Murcia … avvertirne la seduzione, come l'avrà subita Pablo Picasso, la poesia di Neruda.

La poesia, nei costumi, nelle ceramiche, nella danza, nel teatro, nel bel canto di Placido Domingo, Josè Carreras, Luciano Pavarotti. Frank Sinatra , Paul Anka; la poesia di Francesco De Gregori, invece di quei Rapper che ben rappresentano questa accozzaglia mediovale burina e volgare, violenta.

Questo è un vivere senza sogni, colmo di maschere!

Ove è agognato il successo senza sapere che è quello che succede agli alpinisti, che si ammazzano per arrivare in vetta e quando la raggiungono che fanno? ….. Scendono !

Come ha vissuto Pablo Neruda, vivo nel legame costante con il passato, facendo mie e vivendole pure tutte quelle immaginazioni con le loro armonie … la fanciullezza, la terra.


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