A Undi imu ? Dove andiamo?
Di Vincenzo Calafiore
Nella nostra immaginazione popolare,
avevamo visto una Comunità Europea, popoli culturalmente e tradizionalmente
diversi uniti in un unico “ Stato” democratico, in cui era possibile sentirsi a
casa ad Atene come a Barcellona o a Berlino, Roma,Parigi, pur rispettandone le
individuali regole che le reggono.
In realtà le cose sono esattamente diverse, molto diverse e
sono queste sotto gli occhi di tutti i popoli di cui questa C.E. si compone.
Le differenze sono state ben delineate e marcate dalla “
intransigenza” e dall’autorevolezza di
una Cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha compiuto un salto di qualità da benemerita sconosciuta che era a Kapo di una
banda di usurai criminali. Tanto che lo statalista Helmut Kohl, ebbe a dire:
Angela di politica europea “non capisce nulla” e non sa neppure stare a tavola.
Il
padre di Angela fu un membro della gioventù hitleriana durante gli anni del liceo. I nonni
materni di Angela vivevano in quella regione della Polonia da cui gli
ascendenti di uno di loro in effetti proveniva, allora parte della Prussia
orientale. I genitori della futura cancelliera tedesca potevano viaggiare
tranquillamente dalla Germania Est alla Germania Ovest con due automobili,
privilegio anomalo per la famiglia di un pastore evangelico luterano nella
Germania comunista prima della riunificazione.
Eppure, solo 15 mesi dopo la caduta del muro riuscì a
entrare nel governo federale come ministro per la Famiglia, gli anziani, le
donne e la gioventù. Aveva raggiunto in tempo record i vertici della Cdu come
vice, grazie ai suoi “protettori” Wolfgang Scnhur, capo del Movimento
democratico tedesco orientale e Lothar de Maiziere (di cui la Merkel era
viceportavoce), ultimo capo di governo della Ddr. Entrambi erano collaboratori
della Stasi, il famigerato “ministero per la sicurezza di Stato” (Ministerium
für Staatssicherheit). La disoccupazione dunque si risolve stimolando
soltanto gli investimenti privati delle imprese, senza intervento diretto dello
Stato? L’ex cancelliere statalista tedesco Helmut Schmidt aveva accusato Merkel
di nascondere ai tedeschi la verità sui costi della crisi: “è una situazione
spiacevole e molti non vorranno sentirselo dire, ma già tra pochi mesi si
scoprirà che è la verità”. Da parte sua, l’altro statalista Renzi aveva già
ammonito il presidente della Bundesbank Jens Weidmann a non entrare nel
dibattito politico italiano: “Io non parlo delle Sparkassen o delle
Landesbanken…”. La battuta al vetriolo del presidente del Consiglio
italiano alludeva alla vigilanza proverbialmente insufficiente dedicata alle
banche regionali e locali tedesche, spesso salvate da soldi pubblici che il
governo di Berlino è riuscito almeno in parte a sottrarre alla vigilanza comune
europea. La Bundesbank e l’autorità federale per la supervisione del settore
finanziario – Bundesanstalt Für Finanzdienstleistungsaufsich, ente regolatore
pubblico del mercato internazionale delle valute nato in Germania nel 2002
formalmente indipendente ma soggetto alla stretta vigilanza tecnica e giuridica
del ministero federale della Finanza – tacitamente hanno collaborato
all’operazione.
Ma queste sono cose
note.
Ora è chiaro, almeno
lo si spera, che essendo “tutti” sia quelli in classe BB nelle mani di oscuri
usurai non vedremo mai la luce. A giorni Alexis Tsipras eletto il 25 gennaio, chiederà al popolo Greco con un
referendum cosa fare, se uscire fuori da questa lurida congrega di usurai o
rimanerci umiliati e sconfitti, testimoni di una miseria e di un degrado ancora
peggiori di adesso.
Certo sarebbe bello
poter approfondire e conoscere meglio la “ culona”, conoscere i suoi intimi
progetti che vedranno forse una Germania che ha occupato un’Europa imbavagliata
e ingessata, incapace di ribellarsi, sottomessa al IV° Reich!
Anche il significato
glocalista dell’attacco
terroristico alla rivista Charlie Hebdo di Parigi del 7 gennaio 2015
è stato rafforzato dalla condanna immediata della Merkel, che gli ha attribuito
un’interpretazione universale: “È anche un attacco alla libertà di parola e di
stampa, elementi centrali della nostra cultura libera democratica”. La
pasionaria glocalista, prima donna al vertice del governo tedesco in seguito
alle elezioni federali del 18 settembre 2005, conquistò il collegio del
Meclemburgo-Pomerania Anteriore dopo una campagna elettorale in cui si è
distinta per aver confuso due volte in un dibattito televisivo il prodotto
interno lordo con quello netto e copiato un passaggio di un discorso del
presidente degli Stati Uniti (glocalista) Ronald Reagan per il suo duello
televisivo con lo statalista socialdemocratico Gerhard Schröder.
Siamo davvero in buone mani e possiamo dormire sonni
tranquilli, cullati e speranzosi nella generosità e fratellanza Franco-Tedesca,
due paesi distinti nei compiti in classe, con doppie AA e tutti i più del mondo
( che nulla hanno da insegnare), tranquilli e sereni nella condizione di ruote
di scorta, di cittadini di seri BB senza titoli e senza portafogli, buoni a
essere dissanguati da una banda di usurai Kriminali. Sarebbe bello farla
saltare per aria questa Comunità Europea che non serve a nulla se non a
sperperare denaro e a fare giochi con le tre carte. Sarebbe bello indire anche
in Italia un referendum con cui chiedere al popolo schiavo italiano di
esprimere il suo parere: rimanere o mandare tutto affanculo come farà
probabilmente il glorioso popolo greco che ha dimostrato ai rimanenti cosa
significhi: Dignità, Sovranità Nazionale, cose che un tempo ci appartenevano e
che abbiamo perduto per un pugno di mosche!
Dove volano le mosche? …… Ma sulla merda!
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