Un tempo non lontano
Di Vincenzo Calafiore
L’alba si presentò
come una sposa, coi capelli ingarbugliati e pelle vellutata, col sorriso sulle
labbra e una leggera brezza che piegava leggermente le cime degli alberi. Io mi
sono alzato male, accade ormai da tempo e ancora adesso non sono riuscito ad
abituarmi al mio viso senza neanche la smorfia di un sorriso, perché questo mi
è stato portato via così alla stessa maniera a milioni di italiani. Io
purtroppo nel corso della mia vita ne ho viste tante, ho visto le cosi
peggiori, ho visto l’ipocrisia, ho sentito false promesse, false verità; ma ho
visto troppe bandiere sventolare nelle piazze per cause fatte ritenute giuste
mentre in realtà la vera causa stava da un’altra parte.
Sono ormai un
dinosauro, roba da museo, ma ho ancora delle cose da dire affinchè le nuove
generazioni sappino con chi hanno a che fare.
Ho visto le rovine e
da queste rinascere città, botteghe di artigiani e c’era nell’aria una
grandissima voglia di rinascere, di riscatto, di moralità.
Ma ho visto anche
distruggere ciò che era stato ricostruito, la Cirio….. perduta, l’IRI
distrutto, alcuni esempi.
Poi ho visto
abbandonare i rioni, i paesi, le campagne e treni carichi di contadini che
andavano a Torino con tutte le speranze racchiuse in delle valigie gonfie e
scatole di cartone legate con gli spaghi più strani, erano i treni che
partivano pieni e tornavano vuoti per ricaricare gente da scaricare ai piedi di
un miraggio chiamato FIAT.
E’ da una vita che
sento dire le stesse cose, per il Sud. E’ una vita che ci prendono per il culo,
è una vita che ci fanno l’elemosina, offendendo la nostra cultura, la nostra
dignità, la nostra storia, la nostra operosità e invece siamo stati bollati
come incapaci, peso per il grande nord, colonia per lo stato che di memoria
corta ha forse dimenticato che il nome della nazione Italia identificava un
tempo la Calabria, non ricorda che la guerra di indipendenza l’ha pagata debiti
compresi degli stati confederati, la Calabria e se noi ora chiedessimo i danni
e gli interessi del prestito?
Non sorrido più
perché lo schifo e la delusione sono diventati dei pesi insopportabili; non
sopporto più vedere una massa di gente che se ne sta lì in quei palazzoni ben
stipendiata e con tanti privilegi perenni, tutti alla faccia di un popolo che
non è più in grado della più minima reazione.
E’ un popolo strano
l’italiano che si preoccupa più del campionato di calcio che del suo avvenire,
o del fatto che non riesce più a mettere un franco da parte!
E’ un popolo senza
stimoli, capace di adagiarsi a qualsiasi situazione giusta o ingiusta che sia
che gli viene imposta.
Ma ci sono le
telenovele, le lunghe trasmissioni in cui si parla tanto senza venire a capo di
niente, ci sono i grandi discorsi dei nostri politicanti che parlano tutti la
stessa lingua se si tratta di intortarci…. Ma provaci almeno una volta a
levargli un solo centesimo dalla tasca….
E sono tutti la
denunciati e processati, ladri con tanto di certificato DOC, camaleontici con
quel motivetto in testa che fa: …… oggi quà e domani là ! Passano da un partito
ad un altro come una puttana da una stanza d’albergo in un motel .
Che cosa dovremmo
aspettarci da loro? Miseria e debiti a parte? Un bel niente!
Chissà se prima di
morire vedrò la loro fine e il cambiamento radicale dell’Italia vestita
finalmente di onore e di orgoglio! Chissà… e intanto il cuore mi si stringe nel
pensare che mio nipote forse sarà o farà parte di qualche generazione perduta.
Pensateci Italiani!
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