La dignità
di Vincenzo Calafiore
In
questo mondo per certi versi irreale, dominato dallo strapotere della finzione
che alla fine sta sostituendo la realtà, quasi quasi da fastidio vedere la “
realtà” poiché noi così come siamo ridotti non amiamo vedere la vita reale,
quella che dà un pugno allo stomaco e fa male tanto riportandoci a quello che
accade sotto i nostri occhi.
Molte tragedie avvengono attorno a noi, altre invece avvengono
quotidianamente in posti più lontani, così scopriamo l’orrore dei morti, delle
violenze, dei soprusi sui bambini e ancora sulle donne.
Possibile che
accadano queste cose oggi alle soglie di un futuro a quanto pare su un altro
pianeta?
Come possono accadere
ci si chiederà? Eppure accadano.
Ci domandiamo
anche perché una moltitudine di persone scappa da Paesi in guerra, Paesi dove
non è garantito nessun diritto e dove la vita non ha alcun valore. Scappano da
Paesi che non garantiscono un bicchiere di acqua, una fetta di pane. Mentre noi
di poca memoria dimentichiamo il mondo opulento, in cui viviamo e sciupiamo
risorse che spesso nostre non sono, viviamo sopra le nostre reali opportunità,
in ambienti dove la finanza determina la politica e le scelte degli uomini e
non sentiamo degli altri la fame, la disperazione, la mancanza di prospettive
che spingono agli esodi persone che bussano alla porta dei paesi fortunati
Con enfasi
urliamo che questo non è giusto, che occorra porre fine al problema.
Ma poniamoci
delle domande.
Soffermiamoci a
riflettere sulla genesi delle guerre, su chi le alimenta e le sostiene.
Chiediamoci le
armi da dove vengano.
Riflettiamo se
la distribuzione delle risorse a livello planetario sia equa, rispetta l’uomo
poiché tale, ovunque venga al mondo. Giusto lo sgomento, la rabbia, la
desolazione per quanto accade.
Il problema s’inizia a risolvere con una politica diversa, rispettosa degli uomini, di tutti gli uomini, una politica che ponga al centro delle scelte strategiche la ridistribuzione delle risorse.
Il problema s’inizia a risolvere con una politica diversa, rispettosa degli uomini, di tutti gli uomini, una politica che ponga al centro delle scelte strategiche la ridistribuzione delle risorse.
Fino a quando
la politica non permetterà a ogni bambino un’opportunità, di avere un sogno e
poterlo realizzare, noi continueremo ad assistere inermi a esodi di massa, alle
morti, alle devastazioni
Occorrerebbe
non meravigliarsi, non stupirsi, per lo meno, di fronte a queste endemiche
tragedie, mettere in campo un pizzico di dignità, il silenzio.
Il “ De hominis dignitate “ di Pico della Mirandola, è molto
significativo e importante per comprendere le tesi umaniste e l’intero
movimento letterario e filosofico insieme.
Nel
saggio è possibile scorgere tutti i grandi temi della speculazione filosofica
del periodo ripensati riproposti in maniera originale. In primis sostiene la
centralità e la dignità dell’uomo, in quanto creatura libera capace di costruirsi
da solo, con i propri mezzi, la propria perfezione o degenerazione. Pico,
partendo dal mito della creazione, immagina che Dio, dopo aver creato il mondo
con i suoi abitanti, pensò di creare l’uomo quale culmine della sua opera. Il
problema è che aveva già riempito tutti i luoghi possibili e, comunque, non
poteva venire meno alla sua volontà creativa. Così decise che l’uomo non
avrebbe avuto una natura definita e un ambiente preciso in cui vivere, affinché
egli stesso, completamente libero di scegliere, trovasse una collocazione a sé
gradita valutando anche tutto quello che nel mondo esiste, grazie alla sua
posizione centrale nell’universo
Pensiamoci.
Nessun commento:
Posta un commento