Noi del mare…
Di Vincenzo Calafiore
“ Una volta che hai
guardato il mare
camminerai per strade
da cui potrai
sempre vederlo.
Perché lì sei stato
ed è lì che vuoi sempre
tornare! “
Non c’era un giorno
sia d’estate che d’inverno che io mancassi dalla riva. Per raggiungerti rubavo
la prima bicicletta che trovavo e pedalavo come il vento per essere lì su quel
pizzo di spiaggia di poca sabbia e di tanti sassi e scogli.
E tu eri lì, sereno e
placido, lambivi come fossero carezze gli scogli piccoli di color viola e
verdi, ma di un verde scuro, vivo, intenso, come il profumo che tu emanavi e
lasciavi nell’aria.
Che io respiravo a
pieni polmoni.
Se io ancora sono qui
su questa terra misera e affamata, se respiro, se amo ancora, se vivo! Lo devo
a te, il mio unico amico.
Ti ricordi quando di
notte, incavolato e con grandi boati saltavi gli scogli grandi e raggiungevi il
cortile del sanatorio?
Io dormivo in quella
camerata che si affacciava sulla scogliera, ricordo la paura dei miei compagni
nel vederti sbattere contro i vetri, ma io ero così affascinato da quel tuo
spettacolo che rimanevo col viso appiccicato ai vetri e mi pareva di sentirti, mi piaceva vedere i
tuoi lunghi petali spumeggiare e svanire velocemente per dare il posto ai
successivi, così tutta la notte.
Poi al mattino,
quando il sole si affacciava eravamo tutti sulla spiaggia, a respirare il tuo
profumo; io salivo sullo scoglio più alto e mi inebriavo di quella luce forte e
intensa, di quei mille colori che si diluivano fino a sembrare tutto oro fuso
su di te. Rimanevo in silenzio per ore, non m’importava di giocare, mi piaceva
rimanere lì ad ascoltarti, mentre pensavo, mentre immaginavo di potermi calare
e respirare come un pesce, scendere fino al fondale e risalire gli scogli a guardare ricci rossi
e murene negli anfratti, granchi e fiori colorati.
Tu conosci la mia
vita, sai ogni cosa, sai quanto io ti ami e quanto impossibile sia per me
rimanerti lontano; così con te negli occhi e nella testa sono cresciuto, tu non
mi hai mai abbandonato.
Lo sai io ho avuto
sempre paura di te, ancora adesso mi fai paura, ma sai quanto rispetto e amore
ho per te: quella volta rischiai di annegare proprio in te che amo tanto!
Ho avuto tanto
terrore della morte che ancora oggi quando vengo a trovarti non mi allontano
molto dalla riva.
Ma questo tu lo sai e
mi piace perché è una specie di patto fra noi, tu ti lasci guardare io mi
lascio lambire come quei ciottoli che fai rotolare con gran rumore sulla riva.
Come sapevi che a un
certo punto le nostre strade si sarebbero separate. Quel giorno lo ricordo bene
è stato il peggiore della mia vita! Pensa che io sono andato sempre in città da
cui avrei potuto sempre vederti, così fino a oggi che vivo in una città molto
lontana da te. Non sento più da moto tempo la voce della risacca, né ho il
profumo della salsedine nelle narici, non sento più la carezza del piede che
sprofonda piano nella rena; per poterti vedere faccio molta strada per trovarmi
alla fine in mezzo a gente che tutto fa tranne quello di guardarti e di ascoltarti.
Ma tu sei sempre lì
nel cuore e negli occhi e chissà se un giorno potrò tornare su quel pizzo di
spiaggia ove tutto è cominciato, chissà…… ci penso sempre!
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