Selenati Mariangela
Di Vincenzo Calafiore
11 Settembre 2018 Udine
“ Nati non foste a viver come bruti- Dante Alighieri “.
Quando si parla di “ Arte “ , non si intende l’analisi di un
quadro, a volte fredda,il più delle volte relegata a una visione personale,
anche seguendo un certo codice d’analisi, da cui scaturisce poi la cosiddetta –
critica - .
Parlando o scrivendo di Arte, secondo il mio personale
pensiero, è parlare di amore e di bellezza, grazia.
La pittrice o l’artista?! Meglio la Signora Selenati
Mariangela ha in se la bellezza e la
grazia.
La bellezza e la grazia della vita, emana e contagia chi le
sta vicino; e queste riesce a trasmetterle in ciò che fa o crea, incanta poi
chi si sofferma davanti a un suo lavoro.
Questa mia, non vuole essere assolutamente ne una critica ne
una recensione, ma l’intenzione è quella di compiere un “ viaggio” in questa –
figura- complessa e straordinaria allo stesso tempo, come lo può essere quella
di chi scrive, o che dipinga, di chi scolpisce pietra o legno.
Non voglio analizzare nessuno dei suoi dipinti, sia esso
acquarello che olio, quel che voglio o meglio quello che voglio esprimere
riguarda riguardano gli aspetti umani ( più importanti), la grazia e l’Amore …
l’Amore per l’Arte.
Di lei e della sua capacità, della sua perfetta armonia, parlano e in maniera eloquente i suoi lavori esposti
presso la Home Gallery di Claudio Demuro in Tolmezzo; che a quanto pare ha un
forte senso nello scoprire nuovi talenti, e la Signora Mariangela Selenati a
quanto pare ha tutte le carte in regola per essere ritenuta tale: un talento.
L'arte
figurativa, a differenza dell'arte astratta, riguarda la rappresentazione di immagini riconoscibili del mondo intorno a noi, a
volte fedeli e accurate, a volte altamente distorte.
Caravaggio dipinse le sue tele con estrema disinvoltura e
toccante realismo, ritraendo con eguale maestria azioni misurate e gesti
improvvisi, emozioni profonde e reazioni fulminee. Ciò che tuttavia più
caratterizza i suoi capolavori, e quelli di molti altri artisti, è la
straordinaria abilità – che sopravvive ai secoli – di comunicare in modo
semplice e diretto con l’osservatore. Coinvolgendo la mente, il cuore, il
pittore crea una condizione di dialogo “empatico” fra l’opera e chi la guarda,
affinché quest’ultimo trascenda dalla sua condizione per partecipare
attivamente all’evento narrato nel quadro.
Questo è quanto accade a chi si soffermerà a guardare un’opera della
Selenati.
Nelle scienze umane, il termine “empatia” indica la capacità cognitiva di
percepire ciò che un altro individuo sta provando. Certamente, l’empatia
dipende dal nostro cervello e non è circoscritta solo alla comunicazione
diretta fra gli individui della nostra specie, ma sembra avere un ruolo
dominante anche nel nostro rapporto con le creazioni artistiche.
In quanto oggetto con forma e colori, un dipinto non richiederebbe di per
sé alcuna reazione empatica, oltre al piacere di ammirarlo: di base, la
percezione di un colore o piuttosto di un volto ritratto sulla tela, è mediata
da specifiche aree del cervello che si attivano seguendo la stimolazione.
Ovviamente, questo alternarsi di attivazioni non rivela granché sul motivo per
cui l’arte figurativa abbia avuto un ruolo così importante nella storia
evolutiva del genere umano.
Lei, ne ha le doti e le dimostra, le afferma con la sua “ copia “ della –
Maddalena Addolorata di Caravaggio - che dice tutto, sulle capacità artistiche
di Mariangela Selenati, come dire: “ se è riuscita a fare una copia della
Maddalena Addolorata….” . Senza nulla togliere, senza nulla aggiungere.
A lei, la scelta dunque di quale
strada intraprendere e, continuare, insistere e persistere fino al
raggiungimento della Grazia e della Bellezza, proprie e nell’Arte.
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