Il mare nei tuoi
occhi
Di Vincenzo Calafiore
03 Aprile 2019 Udine
“Come puoi spiegare cosa sia il “ mare “
a chi lo guarda come fosse
acqua in movimento?”
Citaz. Di
Vincenzo Calafiore
Io guardo i tuoi
occhi e ci vedo il mare!
Te lo dico sempre e
viene quasi tenerezza che i tuoi occhi rilasciano in aria, come fa l’onda
contro gli scogli che si spande nell’aria lasciando di se il suo profumo, il
suo essere mare; così fai tu quando mi guardi con quegli occhi da gabbiano,
lasci in me oltre parte di te, anche le parole che non riesci a dirmi.
Amarti è come
tuffarsi nel mare e per farlo bisogna sapere nuotare, per tuffarsi nei tuoi
occhi bisogna saperti amare; ma non è solo quello, tu non sei solo – mare – mia
dolce Leda, sei anche viaggio.
Quel – viaggio-
l’unico che si compie nella vita, quel viaggio nel mare di una donna, fatto di
mare, dove c’è un orizzonte che separa il mare azzurro di sopra dal mare
azzurro di sotto.
Quando si ama, non
ci devono essere muri attorno e sopra questo amore deve poggiare l’immenso,
quell’immenso che tu hai in te! Allora è viaggio.
Tu e il mare, quel
mare che in te muta sempre e solo chi ama il – mare – può amare te,
specialmente quelli che il mare lo sanno amare così, come se ti fosse sempre
dentro, e hanno bisogno di sentirlo, di bagnarsi, di averlo attorno come
fossero delle isole è così che ti amo perché il mare rassomiglia tutto a chi
abita sulle sue rive.
Così noi ci
abbracciamo anche se sono lontano dal tuo mare, sentirai scorrere in te i venti
e le maree del mio mare, perché io sono dov’è il mare.
E ci passerei la
vita in mezzo al tuo mare su uno scoglio, lontano dalle bestialità di questo
mondo; ci passerei la vita ad ascoltare il rumore delle onde, a respirare il
profumo del tuo mare.
E’ la sola cosa
sacra per me, e ogni giorno, ogni momento del giorno io ti ringrazio d’essere
mare, il mio mare.
E come me non ha
paese, non ha nazione né confini perché il mare mi appartiene, perché lo
ascolto e lo sento in me da ogni parte nasca e muoia il sole.
Lo sai, sono nato e
cresciuto in riva al mare, lo sento e lo porto ovunque con me, come faccio con
te, e sono sempre andato per luoghi e città da dove si potesse sentire la voce
del mare.
Se lo sconosci e lo
ami, il mare te lo porti dentro per sempre, allo stesso modo di come io amo te,
Leda.
Con te
sentii la necessità di essere mare come lo sei tu. Tu parli, e tutto ti
appartiene, ti vesti di poche parole per nascondere le paure che addosso come
io ho fatto non ti ha mai visto nessun altro.
Io parlo poco, me lo dicono ancora tutti. Non parlo tanto, al posto mio parlano gli occhi e con gli occhi ti dissi un giorno che mi sono innamorato di te. Non è così facile stare con me, sempre in solitaria e cominciai a convincerti ad amarmi un po’ alla volta, facendoti scoprire l’oltre che c’è in me. E sono rimasto sempre un passo indietro, in attesa di un tuo sì che tardava a venire. Lo stesso ti sono rimasto vicino con la pazienza che hanno solo i sognatori, e non pretendevo niente di più che di poterti amare per sempre, come fossi mare, come sei mare.
Ci siamo insegnati ad abbracciarci, a baciarci anche tra la gente, rubando un bacio proprio come l’onda fa con la riva che le porta via le conchiglie …
Mi insegnasti a baciarti quando ti vedevo, a baciarti anche tra gli sconosciuti. Io non l'avrei fatto mai, ma tu mi dicesti “poco, piano” e così le nostre labbra impararono a scontrarsi castamente tra gli sguardi di tutti ma il sorriso era solo il tuo. E ancora non ti ho detto quanto mare sei in me!
Io parlo poco, me lo dicono ancora tutti. Non parlo tanto, al posto mio parlano gli occhi e con gli occhi ti dissi un giorno che mi sono innamorato di te. Non è così facile stare con me, sempre in solitaria e cominciai a convincerti ad amarmi un po’ alla volta, facendoti scoprire l’oltre che c’è in me. E sono rimasto sempre un passo indietro, in attesa di un tuo sì che tardava a venire. Lo stesso ti sono rimasto vicino con la pazienza che hanno solo i sognatori, e non pretendevo niente di più che di poterti amare per sempre, come fossi mare, come sei mare.
Ci siamo insegnati ad abbracciarci, a baciarci anche tra la gente, rubando un bacio proprio come l’onda fa con la riva che le porta via le conchiglie …
Mi insegnasti a baciarti quando ti vedevo, a baciarti anche tra gli sconosciuti. Io non l'avrei fatto mai, ma tu mi dicesti “poco, piano” e così le nostre labbra impararono a scontrarsi castamente tra gli sguardi di tutti ma il sorriso era solo il tuo. E ancora non ti ho detto quanto mare sei in me!
Nessun commento:
Posta un commento