E’…perdersi
( tratto da Blu
Oltremare )
Di Vincenzo Calafiore
11 Maggio 2019 Udine
“…. Forse non ho più radici
in questo pandemonio
raggrumato
agli orli di un’esistenza non
esistenza.
Ho solo la mia impronta ed è
l’unico
posto in cui vivo, che posso chiamare:
casa mia! “ Vincenzo Calafiore
E’ perdersi a volte in
certi pensieri che prendono per mano e portano là dove si vorrebbe essere. Lì
ci incontriamo ed è come se la incontrassi ogni momento, e se non accade, annego in un silenzio
profondo.
E penso a una lunga
spiaggia deserta, di legni sbiancati dal mare che ha abbandonati a un tempo scandito dalla risacca; lei piegata
su di me, fusi come solo possono stare due che si amano, che si affidano e confidano
l’uno nell’altra, con gli occhi chiusi sorretta dalle mie braccia, era come se
stessimo riprendendo la vecchia promessa di quando all’uscita di scuola si
andava per mare.
Accovacciati a
ridosso di un grosso tronco, cominciai a raccontare di me, di come vivo di
questo amore e dei miei libri, che, in fin dei conti sono la mia unica e vera
passione, ed è stato come tornare a quelle passeggiate coi libri in mano.
I miei occhi e i
suoi si cercarono in quell’atmosfera bianca salina e si incontrarono.. non si
sono più lasciati!
I suoi occhi
piccoli, da gabbiano… tentavano di nascondere la tempesta di desiderio che pian
piano saliva e poteva esplodere da un momento all’altro da quegli occhi già nella tempesta.
Tu coi tuoi ricordi umilmente accanto a te, che prendi come fossero libro da leggere
quando vuoi, e me li presti come un libro da leggere, come per darmi piacere di
una lettura.
Ora, a volte
rileggendoli li respiro piano e sono per me rifugio quello che prima non avevo
e ora tu hai.
Tu Principessa sempre
più femminile, sempre più donna perfetta, come non amarti?
Guardo la pioggia,
cadere lentamente, dalla mia finestra; lotto con la mia immagine allo specchio
e mi chiedo: ma come fai a vivere senza pensarti?
Sono invecchiato
inesorabilmente senza rimpiangere quello che c’è e che non ci sarà mai più ..
adesso vivo una vita senza più specchi.
Principessa tu sei
una donna discreta, sempre lontana dai turbamenti… finché giunse l’uomo che ha
cambiato la tua vita: io, eri per me irraggiungibile, poi iniziasti a sentire
qualcosa anche tu.
E io, da qualche
parte dentro di me, mi sentivo in parte responsabile.
Ricordi? Stavamo
festeggiando la fine dell’estate su quella spiaggia ove più di una volta ci
siamo amati; qualche bicchiere in più e il mio braccio sulle tue spalle,
parlavo e recitavo versi di Pablo
Neruda, ti piaceva la mia voce, quel mio timbro di voce, particolare; mi
sembrava di toccarti con la mia voce, la sentivi sulla tua schiena come leggera
emozione, tonalità segrete proibite che partivano dalle tue caviglie, e dalle
caviglie salivano su per le gambe fino alle cosce e lì si fermarono.
Tutte le inibizioni,
tra vino e spumante, la mia voce… si accalcarono, vibrarono, andiamo! Andiamo
via Principessa una volta per tutte, ti dissi allora… vieni e segui le leggende
del mare.
Era della nostra leggenda
ti stavo parlando Principessa.
Ballammo tutti
attorno al fuoco, le tue braccia e le mie si allacciarono senza bisogno di
invito.
Erano lì e speravano
e disperato aspettando l’occasione.. s’intrecciarono tra suoni e cori stonati.
Amore, qual è il sacro
che suggella l’amore?
E mentre ballavamo
ti dissi che il tango è l’espressione di un desiderio… e tu sei desiderio,
infinito desiderio.
Io penso ancora
adesso e ti immagino orizzontale, e cerco le tue mani, le tue gambe.. vuoi le mie braccia che ti stringono, che si
trasformano in dolcezza, vuoi le mie braccia per volare ; mi muovo e ti sento.
Ti sento bollente come me, scotti … la tua fronte imperlata, la tua testa
appoggiata alla mia, baciarla come un gatto sa fare.
Sai Principessa il
ballo è una scusa per i corpi che si cercano…. Io sono qui Principessa come sempre ad attenderti con la
mia passione tra le ombre.
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