Il coraggio
Di Vincenzo Calafiore
16 Aprile 2020 Udine
“
.. vecchie e nuove cose, ricordi,
danzeranno
con me la nuova vita
in
questa mia notte greca, di poche luci
e
di tanto mare sulle rive affossate
dagli
dei eterni desideri! “
Vincenzo Calafiore
Essere uomo in queste albe di un
aprile da scordare, con la vita che guarda da lontano, come faccio a vivere
lontano dai suoi occhi, col mio cuore disadattato che vorrebbe incontrare la
luna su una riva natia.
Viaggiatore a metà tra cielo e
mare, in questa mia notte greca da ricordare, buia come il ventre del nulla.
Sono qui in questa stazione in capo al mondo, lontano
da ogni cosa, vicino ad ogni tutto con quel mare dentro che agitandosi mi
riporta indietro.
E’ come se la notte mi pensa e
non mi chiama, come un’amante del silenzio sta lì ad osservarmi in silenzio,
così sono io come chi torna da una guerra, pieno di paure e non sapere a quale
terra appartenere ….. io penso alla mia terra greca e a un amore da sfamare in
queste notti di lune bianche e di spiagge distanti con il cuore in gola che
tremula aspettando la luna per scivolar via in un altro altrove.
Vorrei essere capace di
addormentarmi al di là del mondo, dopo un lungo tornare, per farmi ricordare,
quell’uomo che sono difficile, con poche parole dopo tanto sognare, dopo tanto
parlare in questa notte che corre verso un futuro che arriva da lontano senza
più fiato, senza memoria.
Questa notte leggera capace di
farmi sognare l’amore lontano…… che nel silenzio mi raggiunge come musica
lentamente mi invade, ruba l’anima.
Eppure questa notte avrei voluto
averti qui tra le mie braccia che sanno di lontananza, stringerti forte come a
non volerti perdere … per non perderti farei chissà quale cosa, amore dagli
occhi socchiusi, adesso che ci fai nella mia vita?
Io lo so è me che vuoi,
addormentarti tra le mie braccia al di là del mondo che conosci, abbiamo sempre
da dire più di quanto basterebbe, di amore.
Abbiamo la fortuna di vivere
adesso anche se in questo tempo sbandato, nelle notti che corrono da sottane
sfilate in fretta e l’amore sul bagnasciuga, nei sogni che si rincorrono .
Ti amo, amarti, amarsi, volersi
desiderarsi come fosse una quotidiana poetica attesa del vederti andare e
tornare sempre con quel sorriso malizioso e con quella luce negli occhi, che li
illumina a mezza barra avanti in un mare che sa di lontananza, che sa di
ritorno … è già ritorno, è già domani, quel mio ti amo a fior di labbra. Io che
cerco di scrivere l’amore mi confondo a guardare i tuoi seni, le mie mani li
cercano.
Ma questo è un sogno uguale a
tutte le terre sognate, è più di un viaggio senza biglietto di ritorno, è uno
di quei sogni che va a morire, che in una notte come questa mi lascia muto.
Amore che occhi avrai, al tuo
ritorno, quando ti risveglierai nel tuo letto nei ritmi dell’amore già
conosciuti, che occhi avrai dopo aver corso e cercato, amato, tanto ?
Che cosa faccio io in questa
notte d’aprile se comincio col pensarti e finisco col desiderarti?
Le mie notti trascorsi ad
ascoltare le piccole voci, nei miei momenti che l’aria si muove come aquilone
da lassù in alto nei tuoi sogni ho visto la mia vita, ho visto il mare, ho
visto l’amore.
Ma questa è una di quelle notti
greche che non possono bastare, sono notti per lasciarsi andare dentro una
musica o poesia per farsi ricordare da te.
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