Il Mare
Di Vincenzo Calafiore
18 Marzo 2021 Udine
“… una volta che hai guardato il mare
non potrai più farne a meno!
Camminerai per strade da cui
potrai vederlo sempre….. “
Cit. di Vincenzo Calafiore
Il “ richiamo “ del mare in
me è forte, non solo questo è anche legame un forte legame, è il collegamento
al nutrimento primordiale, è il simbolo di vita che si rinnova ogni qual
volta che ci si immerge. è anche quel
ritorno nella culla d’acqua del grembo materno che avvolgendomi mi ha dato la
vita, e reso atto alla dinamica del
mondo esterno, e al movimento interno insito nella personale soggettività,
ossia nella materia e nel pensiero.
Faccio spesso uso della mia
espressione: il mare di dentro …. ! Perché il mare è Anima.
Ma non è solo tranquillità è
anche dubbio, incertezza; può in qualsiasi momento scatenare tutta la sua
carica distruttiva, divenendo strumento di dolore, a guardarlo bene quanto
rassomiglia alla vita!
E’ anche Maree, onde … hanno
in sé tutta la forza che appartiene all’acqua; non a caso nei sogni le immagini
sbaragliano le naturali difese mettendo l’essere umano in contatto con le
proprie abissali profondità, con le emozioni taciute e sepolte, con i dolori
addormentati, ma non per questo meno potenti.
Il mare al pari dell’animo umano,
conserva intatti i suoi tesori, anche sottoforma di relitti …
Il mare è anche ritorno,
quando restituisce il passato; mentre è nostalgia quando conserva i segreti che
l’animo umano gli affida ( quando si sta a guardare in silenzio un tramonto);
pensieri che vagano attraverso le acque e che portano testimonianze di un
legame segnato da un distacco o spezzato da un addio, dalle lontananze.
La speranza di un ritorno
temporalmente lontano o impossibile, informa il sentimento di
“ saudade “ che diventa canto,
lamento del cuore che patisce una mancanza, un’assenza.
Perché è anche questo il
mare, un’immensa distesa di acque su cui si perde lo sguardo quando scompare
l’orizzonte e il nulla aggredisce l’animo con quel brivido di smarrimento,
proprio come una madre presente, grande, ma che non fornisce un orizzonte al
suo piccolo non ancora svezzato.
Nel continuo rimando
interiore/esteriore, questo primordiale elemento narra quindi la storia di
ciascuno; mentre definisce l’appartenenza di un popolo.
Segnando orizzonti interni in
me mi connota nella mia stessa sensibilità, decretando, in ultima istanza, il
mio destino. C’è “ lei “ il mare, il mio mare! Lei con gli occhi
pieni di sogni e la bocca fatta apposta per sorridere, vulnerabile e fragile,
si circonda di spine come le rose per difendersi; allo stesso tempo selvatica e
indomabile, come il mare racconta di se
Occhi profondi di chi ha solcato grandi mari, occhi pieni di sogni,
occhi ove spesso annego,
si muove in punta di piedi: è la mia vita.
Ci vuole coraggio per rimanere e amarla, questa vita che come uragano a
volte travolge, sconvolge, lascia senza fiato. Vale sempre la pena amarla,
tenerla stretta questa vita. E
Non importa come quando dove
“ lei “ ci lascerà, fino all’ultimo
lei sarà “ culla “!
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