De Senectute
( La vecchiaia )
Di Vincenzo Calafiore
27 Giugno 2021 Udine ( Italy )
“… pian piano scende la luna
e lascia nel buio!
E’ la giovinezza che abbandona
la vita…. “ Calafiore Vincenzo
In quelle notti solitarie e di smarrimenti, mani stanche e occhi
perduti nei tanti vaghi aspetti e ingannevoli ricordi fanno da cornice tra
l’ora e l’ombra d’una giovinezza che si
allontana come un pargolo per una strada bianca e polverosa.
La notte resta cieca e ammaliata dalla mesta melodia della fuggente
giovinezza, che da sempre eterna saluta col coraggio di vivere, nella mesta
vecchiaia.
Scappa e si dilegua, e così lascia l’età mortale la mia adorata
giovinezza, in fuga la seguono le ombre dei ricordi, le sembianze dell’amore
coi suoi meravigliosi inganni … vengono meno
le disperate speranze ove nascono vani i desideri.
Solitaria e muta rimane la vita; muoio in lei porgendo lo sguardo, come
uno smarrito viandante della vita cerco invano uno scopo o una ragione al lungo
cammino che sento in me come ancora da percorrere.
Vedo ahimè un mondo estraneo, io stesso al mondo!
Così ora in questo mio “ nuovo”
provvisorio o precario che sia, trovo una vita adulta e matura, ormai
privata dalla giovinezza, cosa adesso più dura della pur terribile morte.
A guardarla è troppo felice e serena, la misera sorte, ogni piacere è
frutto di tante pene, e ritrovare gli eterni cuori, le eterne immagini d’una
felicità antica… la vecchiezza è una
speranza estinta, fonti del piacere secche, e pene sempre più crescenti!
Ma la verità è che la mia vita mortale abbandonata dalla giovinezza,
mai più si colorerà di altra luce, sempre di meno aurore, sola resterà sino
alla fine.
Mi chiedo ora quale sia il traguardo del mio lungo cammino, quanta
strada ancora dovrò percorrere?
Amore d’infinite vesti, dove sei?
Ora le albe si raccontano con le stesse identiche poche parole di
sempre; e tutto fluisce dalla medesima fonte come un bicchiere di vino, ne
tanto pieno ne tanto vuoto, come Penelope con la sua tela, io di notte rigetto
in mare l’inutile zavorra dei ricordi e con essi il dolore che lasciano dietro
di se. Adesso è il momento di amare il mio tempo, un treno di tante carrozze
che sbuffando e sferragliando se ne va piano in mezzo a lunghe distese verdi, e
costeggiando il mare pian piano si avvicina all’ultima stazione!
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