Nausicaa
Me la ricordo come fosse oggi, la vita!
Ma è stata anche ieri e quella sera sotto quel lampione
divorata da moschini e falene; e io ti feci ascoltare
la mia canzone: Amapola!
Ti dissi che l’amavo per le sue nostalgie,
per le sue tristezze, per le malinconie.
E tu te ne stavi lì, seduta su quella panchina a ridosso del mare
con gli occhi lucidi socchiusi, la testa abbandonata a un’onda,
i tuoi capelli lunghi attorno al collo adagiati sulle spalle.
E lì sentii al petto il tuo lungo respiro, confuso al mio
come affanno, come un dolore dentro, forte, che lacerò l’anima.
Finita la canzone smettemmo di sognare
vedemmo i sogni svanire.
Ho visto la mia vita, i miei sogni, andar via in un’alba
aggrappati a un altro sogno, ancor più bello, ancora dolce,
ed era, quel forte desiderio di vivere l’inebriante emozione
di un amore come fosse un bicchiere di vino bevuto in fretta,
giù uno dopo l’altro, fino alla grande sbornia!
Che bella la vita!
Ma ci pensi?
Immagina …. Se sapessimo volare, andarcene da un posto all’altro, volare così in alto da toccare il cielo
almeno …. una volta nella vita! Tenerlo tra le braccia
annusarlo, tingerci la faccia coi suoi colori, con le sue trasparenze …. ,
e poi giù in una caduta libera dentro un occaso, essere noi stessi colore,
mare, onda, calma, serenità … essere per una volta: Amore.
E invece non sappiamo volare,
non sappiamo più parlare, ne immaginare, ne sognare di volare!
E’ una di quelle sere, fredde, senza cielo, senza mare.
Avrei voluto ci fossi Tu questa sera… e mi tremano le mani
non riesco a tenere il mio bicchiere di vino mezzo pieno mezzo vuoto.
Non capisco il senso di questa nostalgia, del vuoto attorno…
Fossi qui ti chiederei di essere almeno una volta nella tua vita: mare!
Avrei voluto fossi in queste mie ultime sopravvivenze, dove ho pensato
di trovarti … alla fine, nelle mie notti, nei giorni senza meta,
senza vita.
C’è odore di tempesta nell’aria di questo mare
che sempre più s’ingrossa sin nelle sue viscere,
è il momento di ammainare le vele, alzare i remi in barca…
e lasciarsi come Odisseo portar lontano dalla deriva
sperando di tornare a casa!
Vincenzo Calafiore
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