Di Vincenzo Calafiore
18 Giugno 2022 Udine
“ …. è un tempo così, forse
anche di attesa di un
qualcosa
di inaspettato, ma che già
conosci
e ne hai paura. Questo si
chiama:
Traguardo.
E’ l’ultima fermata di un
treno
che partito da una lontana
stazione
è nelle prossimità
dell’ultima fermata,
di un viaggio memorabile,
potendo
da rifare tanto è stato
meraviglioso.
Peccato che una volta entrato
in stazione
a questo treno manca la
possibilità
di fare retromarcia! “
Vincenzo Calafiore
Dimmi ancora una volta di sì, Vita!
E non importa quanto mi costerà, né, se sarà l’ultima, tu dì, di si a questa occasione di vivere!
E’ una notte tranquilla, con un cielo che si specchia su un altro; è una notte in cui sarebbe facile raccogliere quel poco necessario e andarsene in silenzio, chiudendosi la porta dietro senza fare rumore.
Sono troppi i sogni sospesi nell’aria di questa mia fugace realtà, che abbisognano la certezza di un abbraccio, la luce di un sorriso per giungere alla meta.
Sono troppe le stazioni saltate,
troppi i bagagli abbandonati.
Tu lo sai, macabra e funesta ancella che dal mio fianco non ti discosti, tu che arcigna agli occhi miei offri l’inutile fuga a Oriente, là dove si arrabacciano agli orli d’una esistenza vuota, quei siderali spazi, ove mi è dolce far tacere l’anima.
Sai m’è così difficile accettare solo l’idea di salire su quel treno…
E’ difficile pensare che in quell’ultima tratta di viaggio tutto quello che i miei occhi vedranno, tutto quello che sentirò resterà in me, e sarà un bagaglio così leggero, così entusiasmante, bello, da non poterlo condividere con nessuno se non con la mia memoria dell’ultima tratta.
Chissà in quale stazione quel lungo convoglio si fermerà!
Chissà se ci sarà qualcuno ad attendermi?
Come quando partivo e dopo un lunghissimo viaggio chiassoso e puzzolente arrivavo in quella stazione in cui ad attendermi c’era mia madre.
Come dimenticare il suo abbraccio, il sorriso che le illuminava gli occhi nel vedermi dopo tantissimo tempo; e ritornare a casa, trovare il mio letto, le mie cose rimaste lì dove io le avevo poggiate!
Ma ora è tempo di vivere!
Non sommando i giorni, tanto per consumare il tempo, vivere cercando ogni momento di prendere e ricordare poi, le cose più belle, quelle che hanno lasciato forma e impronta di se.
Ma con te amore mio ho imparato cosa significhi: mancarsi!
Perdersi davvero senza ritrovarsi …. Nella notte i tuoi occhi mi guidano come
un faro in mezzo di una tempesta, mi avvicino a te con gli occhi bassi, con
tutti i miei sogni dentro un bicchiere. Come potrei a fare meno di te?
Sì, forse la vita è questa. Camminare spensierati, aspettando ogni volta il
momento di tornare a casa, tra vecchie fotografie in bianco e nero e la musica…
Magari salendo le scale di casa verremo presi dalla paura, avvertendo il dolore
che ci ha seguito fino lì. Comunque sia, è un paradiso che conosci. Ed è meglio
di quella nebbia negli occhi, meglio della solitudine dei nostri passi nel
silenzio.
Le
nostre anime senza tempo, si cercano ovunque ogni momento con o senza il nostro
consenso. Si incontrano e fanno l’amore molto prima dei corpi, ecco perché poi
noi ci incontriamo: è questa la forza della vita!
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