Una malinconica domenica
Di Vincenzo Calafiore
18 Luglio 2022 Udine
“…. Sono nato in un giorno
che non ricordo. Poi, e non
ricordo
quando, presi una matita e
cominciai
a scrivere ….. non ho più
smesso! “
Vincenzo Calafiore
Dammi amore, me ne basterebbe un bicchiere, per
ubriacarmi d’amore.
Per
non smettere di vivere e cadere in questa vita oscillante, per non dovermi
difendere da nessuno, di avere paura del prossimo venire.
Aiutami
a vivere.
Ho
il mio contratto con la vita scritto sulla mia pelle, per non dimenticare di
amare e se proverai a leggerlo non vi troverai parole come odio, rancore,
cupidigia, e l’ho firmato col mio nome, per restare, rimanere ciò che sono a
ogni costo.
Vorrei
ci fosse un tempo, un luogo, per incontrarti, una data! Per diventare amore,
sogno,musica, canzone. Una canzone che non ci faccia dimenticare.
Ma
la vita sai, a volte ti travolge, come un mare in tempesta, o ti lascia su una
spiaggia lontana da ogni cosa, questa è la solitudine in cui la vita talvolta
ci abbandona. Questa solitudine mi
ha fatto conoscere, e mi ha donato il coraggio, la forza di volontà, ma
soprattutto mi ha insegnato a guardare l’immenso dentro che è in tutti noi … ma
bisogna saperlo guardare. Mi ha fatto conoscere i miei limiti, i difetti; la
solitudine mi ha insegnato ad amare, a voler bene. Qualcuno potrebbe dirmi: “Ad
amare si impara in due”, ma non è mica detto. Io quale sia il valore da dare
alle persone, l’ho capito così: con un posto vuoto accanto."
La
verità è che oggi in questa “
malinconica domenica “ di un luglio ingarbugliato, il tempo che sto
attraversando sia un – tempo di mezzo – con l’eternità.
E’
un pensiero, forse lo stesso che ha avuto Socrate, Aristotele, Senofonte con i
suoi sette libri delle Elleniche che trattano gli avvenimenti della
storia greca.
Ma la differenza tra questi e l’odierno sta nel
loro ancora esistere, mentre di questo odierno resterà che polvere.
E dunque a ragionarci un po’ sopra, la
differenza salta agli occhi e viene voglia di chiedersi, di domandarsi, di
mandarsi al diavolo, di dimenticarsi, di evitarsi ed è quello che sta accadendo
ogni giorno quotidianamente in ogni anta della nostra stupida esistenza.
Rimane una sola strada ed è l’amore del bello,
della cultura, della conoscenza, della fratellanza!
Essere no “cifra”, no quantità, no agglomerato,
ma semplicemente – Itinere –
In Itinere sempre: Ad quae noscenda iter ingredi, transmittere mare solemus, ea sub oculis
posita neglegimus! Quelle cose per
conoscere le quali ci mettiamo in cammino e attraversiamo il mare, se sono
poste sotto i nostri occhi non ce ne curiamo.
Mi
piacerebbe pensare che le cose già viste e vissute siano una precisa
coincidenza con un appuntamento con noi stessi in un sogno, quello cui siamo già
stati senza esserci stati, ma dal quale sto ritornando!
Voglio pensare di voler
vivere, di vivere, per cui fare qualsiasi cosa per poterla trattenere la vita,
tutta quella che c’è, e non importa se impazzirò ma la vita non voglio
perdermela, io la voglio davvero, dovesse fare un male da morirne. E’ così
bella e così sola con tutta la bellezza attorno, che tutta questa solitudine
brilla ancor di più!
Nessun commento:
Posta un commento