L’Attimo
Vincenzo Calafiore
Noi, nella nostra odierna condizione umana non abbiamo più – l’attimo – al suo posto abbiamo il tempo, e non importa la sua qualità, tanto è lo stesso un tempo convulso e frenetico, di grande disagio in tutti i suoi aspetti.
L’attimo è riflessione, è pausa, ma è anche dialogo, logos, pensiero.
L’attimo diventa, pertanto,
coefficiente determinante della felicità o dell’infelicità umana, acquista una
fortissima valenza esistenziale, sì che dire “ attimo” per l’uomo è la stessa cosa
che dire “vita”. Si può indicare col termine greco “chrónos” il “tempo”: il tempo in generale, inteso come misura del
durare di qualsiasi essere diveniente. Tuttavia nel nostro modo di pensare il
tempo appare a noi naturale, e serve ad inquadrare tanto i fenomeni naturali
quanto gli eventi storici. Il tempo “ cosmico
“ adempie perfettamente le sue funzioni, scorre inesorabile senza posa,
impersonale nella sua oggettività misurabile; e tuttavia i segni che lascia
l’inarrestabile succedersi dei giorni sono ovunque e noi li percepiamo. I mutamenti in noi ci inducono a pensare,
almeno per un istante, a come noi stessi siamo cambiati e a chiederci dove
porta quella rincorsa affannosa a cui abbiamo ridotto la nostra esistenza.
Aristotele parlava de “ il numerante “, colui che misura il tempo, il nostro
tempo, e ciò sta a significare che la vita di un uomo vale quanto vale il suo
tempo.
Seneca aveva colto questa verità,
aveva compreso dell’angoscia umana di fronte al tempo. Come non avvertire un
senso di smarrimento, dinanzi alla “vastità abissale del tempo” ? Seneca lo
esprime con una frase di rara efficacia: “sono sospeso in un istante del tempo
che fugge” (in puncto fugientis temporis pendeo). Seneca aveva scoperta la
capacità di infinito che caratterizza l’uomo e che non si esplica solo nel male
ma anche nel bene, nel riscatto del
proprio tempo, nel cammino verso la saggezza. Il tempo possiede, pertanto, un
valore inestimabile per cui occorre considerare, tenere da conto magari
domandarsi per che cosa lo spendiamo e come ne entriamo in possesso. Due sono
le forme della nostra esistenza: c’è una
vita alienata, e quindi un tempo sprecato; dall’altra, una vita di cui ci
riappropriamo di ogni istante e dunque un tempo ritrovato. I modi di alienare
il proprio tempo e di “metter mano sul tempo per farlo proprio poggiano sul
passato, presente e futuro. Il passato è sottratto al dominio del tempo e lo si
può rivisitare nei suoi attimi più significativi, anche se sono a volte
dolorosi. Abbiamo bisogno, infatti, di interrogarci sul nostro passato, per
evitare certi errori nel presente e in futuro, questa è esperienza,
insegnamento. A quelli che hanno fatto del male il passato è brutto da vivere,
perché vivono con quel senso di colpa addosso, nonostante abbiano cercato di
metterlo a tacere ; e fingere che il proprio passato non esista è il modo
orrendo per fuggire da se stessi; del resto non c’è redenzione possibile senza
pentimento. Giova immensamente, invece, all’animo ricordare, e spesso, i
benefici ricevuti. È la memoria, infatti, che fa riconoscenti: “memoriam gratum
facit” . Accade di rapportarsi al futuro, magari sacrificando ad esso la
serenità conquistata nel quotidiano. Passato e futuro purtroppo non si
dissolvono, e tutto riconduce, tuttavia è proprio riguardo al presente, più
ancora che al passato e al futuro, che l’uomo non sa rapportarsi nel modo
giusto, vivendo male il suo tempo. La riscoperta dell’interiorità e la “cura dell’anima” possono farci uscire da uno
stato di alienazione e restituirci finalmente a noi stessi. Allora il tempo
passato, presente, futuro non fa più
paura: è privilegio, infatti, di una mente serena e tranquilla poter spaziare
in ogni parte della sua vita. Il passato non è più da temere perché è stato
vissuto bene, o è redento dal pentimento; e al futuro l’uomo saggio e buono può
rivolgersi, come dirà Plutarco qualche decennio dopo, “con speranza lieta e
luminosa, senza timore e senza diffidenza. E il presente? Il presente diventa
quello che i greci designano col termine “kairós” un tempo afferrato al volo,
giusto un attimo!
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