E, si fa sera
Di Vincenzo Calafiore
“ Non farti mai ingannare
dalle apparenze.
Sbaglieresti tutto.
Alle persone forti il tempo e
l’esperienza
hanno insegnato a
sorridere,piuttosto
che a non dimenticare. “
(Vincenzo Calafiore)
Il fatto è che io –
dimentico – tutti i miei giorni, mi devi credere, non ne vale la pena
conservarne ricordo, e poi alla fine per
giustificarmi o perdonarmi giunge sempre la sera, una sorta di velo che
stendendosi cancella, accantona tutto in quelle sabbie mobili che è l’oblio.
Ma c’è anche un
altro fatto, la mia esistenza, il mio vivere quotidiano, detto anche
volgarmente: vita. E’ l’universo mio, pieno di stelle da raggiungere, bella, di
una bellezza eterna e sovrana distribuita ad altre mille forme e ognuna con il
suo segno che fa un mondo di belle e
irrepetibili unicità, e di tutte, nessuna esclusa, perdutamente innamorarsi
come di una Donna, come fosse una donna …. Ecco perché se dovesse lasciarmi che
lo facesse nella maniera più dolce come in un sogno.
Per questo nessuna
apparenza è te, mentre tu, sei tutte quante, tutte quante le donne che incontro
per strada, e ti perdo e ti ritrovo, ti dimentico, e intanto si fa “ sera “ !
Mi devi credere, noi
non siamo quello che abbiamo vissuto, siamo quello che abbiamo pensato di
essere, immaginato, sperato, desiderato, eppure dimenticato.
Non sapremo mai ciò
che davvero è stata la nostra esistenza silenziosa e clandestina, nessuno mai
conoscerà i nostri viaggia segreti, i nostri amori immaginati e sognati, le
nostre centinaia di vite racchiuse negli infiniti universi di un:
Ti amo!
Ho capito che in
realtà alle persone non interessano queste argomentazioni, non gliene frega
niente di conoscerti, a loro non interessa sapere ciò che sei, ciò che vali,
vogliono solamente prenderti quello che a loro interessa …. Sono dei predatori
d’anime!
Ti usano come uno stupido intrattenitore per riempire i
loro momenti di noia, di vuoto! Come un qualcosa che c’è quando serve, che viene dimenticata
quando si ha di meglio da fare.
Forse è per questo
che vivo ai margini, e non riesco a fidarmi della gente, forse è per questo che
quando sono in mezzo alla folla o sono con altra gente, mi sento un pesce fuori
d’acqua, mi viene voglia di scappare, di andare via lontano.
Tanto che altro si
può aggiungere? Comprendo bene la mia caparbietà nel voler essere sempre
assente, perché penso che solo così si manifesti la magia della vita, insisto
nel cercarla nel fuscello e mai nell’albero, nel vuoto esistenziale.
Questa è gente
allenata nell’evitamento, preparata al gioco del riempitivo forse per sfuggire
all’angoscia di trovarsi soli, alla loro noia, alla noiosa loro esistenza.
Da artisti
dell’evitamento che sono vorrebbero cancellare le emozioni diluendole in un
mare di anestetico, e non solo, ma anche
con un fare frenetico che li impegni in un lavoro totalizzante,in attività
socialmente utili che, però non hanno niente di sociale e ben raramente quello
dell’amore.
Riempitivi atti a coltivare
l’illusione della vicinanza con persone che come loro sono alla ricerca di un
antidoto all’angoscia di trovarsi soli, abbandonati.
Per essere buoni
compagni di se stessi, come anche per vivere legami significativi con altri
occorrerà superare il timore di entrare in contatto con la propria anima, al
fine di prendere coscienza delle qualità che ci appartengono e ci fanno umani,
alle quali il più delle volte non viene dato il dovuto rilievo.
La solitudine quindi
si rivelerà una preziosa alleata della qualità dell’esistenza: potrà così essere riconosciuta come “ il mondo
tutto nostro “.
Essere quel luogo
ove prendono vita le emozioni più autentiche e il vero amore.
Unici elementi che
consentono all’essere umano di sperare e continuare ad amare la vita sua e
degli altri, coltivare un sogno e realizzarlo!
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