Di Vincenzo Calafiore
28 Luglio 2017 Udine
“I filosofi hanno molti pensieri i quali
tutti valgono fino a un certo punto. Socrate ne ha uno solo, ma assoluto”.
Il lascito
socratico è di vitale importanza, straordinario e lo si può sintetizzare
nell’invito a prendersi cura dell’anima, intesa come sede delle qualità
intellettive e morali dell’uomo.
Prevale in
tutto e su tutto la “ coerenza” e in questo senso Socrate fu coerente,
quando, invitato dai suoi discepoli a fuggire dal carcere, dove era stato
ingiustamente rinchiuso per essere messo a morte, si rifiutò di farlo per
coerenza con la sua dottrina, incentrata, appunto, sulla “cura dell’anima” e
sulla non violenza. Fuggire dal carcere, secondo Socrate, avrebbe significato
rispondere all’ingiustizia con l’ingiustizia e contraddire, di conseguenza, nel
momento della prova il suo messaggio di fondo: coerenza tra interiorità ed
esteriorità, rispetto delle Leggi, di per sé giuste, poiché l’ingiustizia nasce
dal cuore degli uomini, vivere secondo virtù e giustizia.
Ma
leggiamo lo splendido passo che conferma a tutto tondo come Socrate giudichi il
fuggire una forma di violenza verso le Leggi: “Non si deve disertare né
ritirarsi né abbandonare il proprio posto, ma, e in guerra e in tribunale e in
ogni altro luogo, bisogna fare quello che la Patria e la Città comandano,
oppure persuaderle in che consiste la giustizia: mentre far uso di violenza non
è cosa santa . “ (“Critone”, 51 B ).
E, nell'”Apologia di Socrate”
(30 D- 41 D), contro i suoi accusatori, il Nostro rileva in modo splendido come
il virtuoso custodisca nella sua stessa virtù la difesa più alta, la rocca
inespugnabile anche per coloro che, senza alcuno scrupolo, mandano a morte un
uomo ingiusto: “Io non credo che sia possibile che un uomo migliore riceva danno
da uno peggiore. Anito potrebbe condannarmi a morte, cacciarmi in esilio e
spogliarmi dei diritti civili. Ma, queste cose, costui e forse altri con lui
crederanno che siano grandi mali, mentre io non penso che lo siano. Io credo,
invece, che sia un male molto più grande fare quelle cose che ora fa Anito,
ossia cercare di mandare a morte un uomo contro giustizia .
Ad un uomo buono non può
capitare nessun male, né in vita né in morte!
Vivere si, non tanto per vivere sommando minuti e giorni, mesi e anni,
ma vivere vivendo una vita vera, autentica in cui ricordare di essere un uomo e
da uomo rispettare chi si trova davanti o dietro; ricordarsi degli ultimi o di
chi non ce la fa. Ricordarsi di rispettare la dignità e la libertà altrui, di
amare perché si ama da dentro e no perché amare lo dice un verbo facilmente
coniugabile in versi e nei tempi che si vuole. Vivere scegliendo la strada da
percorrere nel proprio lungo o breve viaggio che sia e se si va verso il
successo ricordare che è come scalare una montagna e che una volta raggiunta la
vetta ci sarà inevitabilmente la discesa… il declino e poi la fine nell’oblio.
Se si va verso il potere ricordarsi come gestire il potere con giustizia, eguaglianza e solidarietà. Cose che
almeno nella nostra nazione sono andate perdute o forse non sono mai esistite,
è vergognoso quanto accade, è vergognoso lo stato in cui versa la maggior parte
di noi a fronte di una ricchezza sfrenata e spropositata. Nulla hanno a che
fare quella gente che ci governa con gli insegnamenti di Socrate, forse non ne
conoscono neppure l’esistenza; cosa dire altro di questa classe politica che
non sia stato detto eppure loro sono lì con le loro maschere di legno che non
arrossiscono e non provano vergogna dinanzi a nulla, sono lì a disporre per
altri e non per se, come dire, facile spendere e spandere con i soldi degli
altri! Dovrebbero essere tutti invece condannati
Il tema della condanna di Socrate viene da Platone affrontato ( oltre che
nell' " Apologia " e nel "
Fedone " anche nel " Critone
" , dialogo che prende il nome da Critone , un agiato ateniese coetaneo
di Socrate e
, come ci dice Senofonte ,
suo discepolo devotissimo . La scena si svolge nel carcere in cui Socrate deve soggiornare in attesa della morte :
Critone arriva in carcere al sorgere del sole per avvisare Socrate dell'arrivo della nave da Delo : prima del suo
arrivo , infatti , non potevano aver luogo le condanne capitali . Critone cerca
di persuadere Socrate ad
evadere : tenta di convincerlo dicendo che se non fuggirà la gente biasimerà i
suoi amici per non averlo aiutato : ma Socrate gli dice che le persone più accorte , invece ,
oltre ad apprezzare i suoi discepoli perchè hanno provato ad aiutarlo ,
apprezzeranno anche lui perchè non ha trasgredito la legge ; Critone dice poi
che tutte le difficoltà pratiche che la fuga comporta sono superabili ( il
denaro per corrompere le guardie del carcere non manca e neanche le persone
fuori da Atene pronte ad aiutarlo ) e che rimanendo in carcere Socrate danneggerà se stesso , i figli ( che abbandonerà
senza poterli allevare ) e gli amici ( che gli sono molto affezionati e che se
la prenderebbero comunque con Critone che non é stato in grado di farlo evadere
) . Poi prende la parola Socrate , che si ostina a preferire la permanenza in
carcere : a sua difesa dice che la vita di un uomo deve essere coerente con le
sue dottrine : la legge non va violata in nessun caso ( Socrate l'ha sempre sostenuto nel corso della sua vita
) : Socrate ha
sempre rispettato le leggi e non vuole violarle proprio ora : una legge , anche
se ingiusta , non va trasgredita , ma bisogna battersi per farla cambiare in
meglio , a vantaggio proprio e degli altri concittadini . Socrate , poi , é ormai vecchio e trasgredire le leggi
dopo aver condotto una vita corretta , il tutto per vivere solo i pochi anni di
vita che gli resterebbero , sarebbe un'assurdità , un'incoerenza : gli conviene
morire , ma poter dire di essere sempre stato coerente . Il problema di fondo è
se evadere sia giusto oppure no : per Socrate chiaramente non lo è , e commettere
ingiustizia è gravissimo e più dannoso per chi la commette che non per chi la
subisce : per Socrate é
addirittura più dannoso il trasgredire le leggi rispetto all'essere uccisi .
Critone , però , gli fa notare che la gente comune é favorevole alla sua
evasione e che é d'accordo con Critone stesso ; ma Socrate dice che non si devono seguire le opinioni di
tutti , ma solo di colui che effettivamente sa : lui é convinto di sapere ciò
che fa e quindi vuole procedere per la sua strada . Anche vicino alla
morte Socrate continua
a filosofare e pronuncia una celeberrima frase :” non bisogna tenere in
massimo conto il vivere come tale , bensì il vivere bene , ed il vivere bene è
lo stesso che il vivere con virtù e con giustizia “.
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