La Vita finisce quando non hai più un sogno
Di Vincenzo Calafiore
19 Agosto 2018 Udine
Non è solo la voglia di “ conoscere- sapere “, quella che
insistente ogni notte conduce verso nuovi e sconosciuti universi, in cui non mi
sento estraneo come qui in questo angolo di terra sfinita giumenta.
La “ Pegasus “ ormeggiata appena fuori dalla finestra,
galleggia a mezza aria; è un forte richiamo, una forte tentazione che alla fine
mi fa salire a bordo.
Posso così raggiungere il mio “ Altrove ” che persa in qualche
sogno dorme sonno profondo, chissà se mi sentirà giungere o se avvertirà la mia
presenza nella sua camera da letto, all’impiedi fermo a guardarla.
In compagnia di Euripide, Aristofane e Socrate, continuo il
mio viaggio sospesi in una nuvola di silenzio, silenzio che riempie tante
pagine di azzurro di una memoria terribile e urgente.
Tu sei quel mio che nasce da una scrittura quotidiana, per
più amore, per più vita!
Nasci da un cuore che ti cerca!
“ Aiutami tu” al gorgo di un’alba compiacente riemerge la
mia vita come uno scafo affondato da un fondale oscuro, avvampato di sagome
errabonde.
Quel mio volerti e quel mio cercarti, uncinano il mio mondo
al tuo con millimetrici segnali espressivi tesi a rendere una felicità ferita
dall’assenza, dal non poter condividere nulla nemmeno un respiro di vita.
Amare o semplicemente poter amare è anche un bellissimo
passaggio da sé all’altra, come ponte tra sponde diverse, di due, che si amano
o che si possono amare, che si possono unire nella comune appartenenza di
specie. “ Coloro che si amano “ !
E nulla può essere più vero, autentico, di un bacio o di uno
sguardo profondo rovesciato negli occhi…
Tu, sei quell’altrove a cui andare, il senso in più che ha
di sé la vita… allora si può viaggiare!
Se sarai con me sì che si potrà viaggiare nel corso di ogni
esistenza, approdando con la –Pegasus – di continuo ai lidi più distanti dai
propri; spostandoci quanto e come si può, anche di poco dai confini
dell’universo conosciuto.
Dolce, dolcissimo, tenero, quel ti amo di ogni dì che si
veste e già parla di poesia.
E’ tutto qui, tutto in questo verbo, come fosse una canzone.
Dunque quel mio “ ti amo” come un viaggio, come attimo
prolungato di fascino e mistero come misterioso è l’amore, fino al punto da
diventare colonna sonora di una vita.
Fino al punto da diventare un fatto di coscienza o
addirittura un sentimento ancora più grande di noi stessi.
Nella stessa misura in cui l’altrove non è tanto un luogo,
quanto Amore!
E allora penso a quando non sarò più in grado di dirtelo,
penso a quando non avrò più un sogno e se non avrò un sogno
non ci sarà neanche vita!
Ecco, questo sei tu: il sogno!
Il sogno che tutti dovrebbero avere, per avere vita, per
sentirsi uomo o almeno più umano.
E fino a quando avrò questo sogno, avrò vita.
Viaggiare con la “ Pegasus “
diventa allora un sentimento diverso, una maniera di muoversi nel mondo
di dentro, di vivere la propria vita al plurale, di andare da sé verso l’altra,
scoprendosi sempre più meno intruso, sempre più complice!
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