Rapsodie
Di Vincenzo Calafiore
09 Marzo 2020 Udine
“ … un giorno se mai ci saràt
ti racconterò di te. Di come ogni
giorno,ogni notte, ti inventavo nella mia mente.
Delle smorfie che facevi col tuo viso,
delle labbra che ti mordicchiavi, dei sorrisi che
facevi.
Tutto questo se solo ti pensavo.
Un giorno se mai ci sarà l’occasione
ti racconterò di te! Dell’importanza che
aveva solo il sapere che c’eri; ti racconterò
dei sogni, ti racconterò come ti sentivi nuda dentro
e indifesa, quando leggevo nei tuoi occhi.
Un giorno ti racconterò di come ti ho sentita
“Mia” senza averti mai avuta. “
Vincenzo Calafiore
A parlare di te,
sembra tutto scontato, ma non è così.
Non è cosa semplice
trovare le “ giuste “ parole per raccontare di te, non è facile specie quando
incontri la donna di tale bellezza, non l’aspetti e invece accade, con tutta la
sua bellezza..e senza rendertene conto ti ritrovi a vivere coi i ritmi del suo
cuore.
Chissà perché, ma sei
capitata sulla mia strada, chissà per quale misterioso motivo io vivo di te,
dei tuoi lunghi silenzi, delle tue assenze …. Con le paure di perderti che mi
assalgono, e penso che tu sia un sogno, un ologramma affisso nella mente mia,
ma sei vera, vera la come la tua anima.
Ho pensieri di te in
fondo all’anima.
All’alba di ogni mio
giorno ti cerco, in quelle linee segnate dal pennino, piene di inchiostro;
sento la stilografica solcare il foglio, come l’aratro la terra, mentre la mia
mente scrive di te, lo fa attentamente e molto lentamente, quasi a scegliere
ogni parola, dove mettere una virgola, un punto.
A rileggere poi mi
vengono i brividi, perché ciò che poco prima mi apparteneva, non mi apparterrà
mai più, è una forte condizione, tale da poter udire il battito del tuo cuore,
posso perfino vederti mentre pensi, le tue labbra che si muovono in una leggera
rapsodia gitana.
Finito, mi addormento
tra le righe, tra i pensieri, le parole,per svegliarmi mai in te. Ricorderò questo
tempo. Quando mi renderò conto che amarti non è stato abbastanza. Ricorderò si
i miei giorni vuoti, quando sentivo la vita passarmi addosso senza sentirla
dentro. Ricorderò quando mi colpiva,come improvvisa gigantesca onda, mentre tu
andavi avanti nel tuo mondo. Ricorderò le emozioni, le lunghe corse per cercare
di raggiungerti, quando cercavo di fermare quelle maledette lancette di un
orologio implacabile, se ti ho mai amata abbastanza o poco, danzando quella mia
rapsodia gitana. Perché verrà il giorno che vorrò tornare indietro perché mi
sembrerà di aver vissuto abbastanza. Ci sarà il giorno quando davanti a un
tramonto mi fermerò e penserò a te, a
quando è stata l'ultima volta che ne ho visto uno con una birra in mano, magari
un pò distrutto da una notte che sembrava non finisse mai di scrivere di te. Ricorderò
come sarebbe potuto essere la mia vita. E di colpo mi sentirò inutile, come se
tutto il tempo della mia vita l'avessi buttato. È così mi renderò conto di essere invecchiato davanti a dei fogli bianchi come
la neve, freddi come la mia età con una stilografica tra le dita e occhi
stanchi dietro lenti di occhiali.
Ma tu diventi
liquida, scorri dentro me, in ogni via e viottolo del mio corpo mi rendo conto
di non poter fare nulla per opporre resistenza e cado dinanzi ai tuoi seni
puntati dritti nei miei occhi. Nuda e pura dinanzi alla perversione che si cela
nei miei pensieri …
Ad Maiora vita
mia!
A un certo punto mi apparve chiaro che io non sapevo
che scrivere invece di vivere una vita, scrivere per raccontarla, narrarla. E tutto questo un giorno doveva finire. Era come
se quel mio sogno da bambino di diventare scrittore si fosse realizzato
incontrando gli occhi tuoi! E
trasformarmi in una storia da raccontare…. A un certo punto mi sono reso conto che
quella storia era la mia vita, e che a furia di raccontare avevo dimenticato
come vivere.
Avevo il
desiderio che qualcuno si accorgesse di me, capace di farmi provare i brividi
dell’amore… Che facesse tremare la mia
anima con un sussurro e battere il cuore con una carezza.
Avevo voglia di
qualcuno che mi facesse sentire vivo dentro quel mio bicchiere di neve!
Qualcuno che riempisse la mia vita così tanto da non lasciarmi tempo per
raccontare, qualcuno ch mi facesse vivere intensamente tutti i miei sogni che avevo
solo annotato su una specie di diario nell’anima.
E, che la vita stessa è “ mare “ , un mare da vivere intensamente,
spasmodicamente, fortemente, desideratamente, inconsciamente, mosciamente; la
vita è una bellissima Signora da amare e rispettare, cercarla e desiderarla, la
vita è mare e come mare appartenere. E’ un mare che racconta con un suo
linguaggio … il linguaggio dell’amore.
E’ mare chi non si arrende mai, chi ci riprova sempre,
proprio come le onde che infrangendosi contro gli scogli trovano sempre la
forza di riprovarci sempre, quelle che cancellano le orme del passaggio sulla
sabbia degli incanti, come se io e te non fossimo mai esistiti. E’ mare anche
questo, e come l’amore a volte prende e basta, e restituisce a volte dolore. A
volte dopo aver superato le difese invade e distrugge tutto: quando finisce un
amore è mare che ritorna cattivo!
Ma sa anche colmare di amore, donarlo a piene mani,
solo che non tutti lo sanno guardare … ed era quello che tanti leggevano nei
miei occhi: un mare ribelle, travolgente … come l’amore!
Nessun commento:
Posta un commento