Di Vincenzo Calafiore
15 Marzo 2020 Udine
“Che strana cosa sono il piacere e il dolore; sembra che ognuno di loro
segua sempre il suo contrario e che tutti e due non vogliano mai trovarsi nella
stessa persona.“ Socrate
All’Amico Pablo Maximo, come me
saltimbanco e funambolo, picaro e mendico in un mondo che poco ama!
Sai cosa
c’è?
C’è che noi
camminiamo e lasciamo impronte, che mai nessuna marea potrà cancellare.
Noi? I
poeti o i picari della vita, coloro che vivono due vite parallele e diverse,
che hanno poco da condividere se non i lunghi silenzi, i viaggi in altri –
altrove-, le solitudini.
Chi mai
riuscirebbe a stare con noi?
Siamo anime
destinate a cercare le stesse anime,
dannate dal
continuo desiderio di amare e per poterlo fare usano le parole.
Parole
autunnali, aurorali,
parole di
mare e spazio,
scritte con
gli inchiostri rossi per indicare la passione, la sessualità; blu per indicare
il cielo, i l mare e le sue profondità!
“ C’è
qualcosa nell’aria.
Qualcosa
che penetra il respiro e sospende il pensiero.
Il prato si
veste dei tuoi colori.
Io bacio
tutto l’invisibile che c’è in te. “( Pablo Maximo)
Ecco questo
siamo noi: invisibili! Invisibili come l’amore vuole che sia.
E ci sono
le domande alle quali qualche volta riusciamo a dare una risposta, ma il più
delle volte sono delle onde così alte
che travolgono e trascinano in certi orizzonti opachi, o nei fondali degli
oceani che ci portiamo segretamente dentro.
Non è
dolore, non è dispiacere, è soltanto un – Ti amo – quel ti amo che non
riusciamo a pronunciare, e lo scriviamo alla donna che più amiamo; quella donna
che sa diventare sabbia, o semplicemente alba. Quella donna che rimane lì ad
attendere perché sa che la – sua – onda arriva all’improvviso come un’alba col
sole già lì a scaldare, più che delle parole, più dell’umano, perché è un
tratto d’amore, un’invisibile palpabile poesia scritta a quattro mani,
cielo-mare-sabbia-aria !
Ci
riconoscerai sempre perché ci vedrai ad ogni incrocio, ad ogni angolo di via,
in attesa di un si!
Ci
riconoscerai dagli occhi stanchi e dai capelli che conoscono il vento di altre
vite già vissute, già amate, già avvenute. Eppure siamo sempre lì dinanzi a
quel dannato riquadro bianco, con un stilografica sospesa a mezzo cielo in
attesa di un passaggio, e pian piano si compie il miracolo del primo verso fino
alla fine come un viaggio verso un ignoto su un treno che non si ferma mai, se
non all’ultima stazione di un infinito
in fondo a un rigo ove cade il punto.
E ogni
volta, tutte le volte è un amplesso che si compie, verginale nel pensiero, nel
velo di strallo di un’idea!
Questo
siamo noi, la brutta razza dei sogni.
I
saltimbanchi della vita, funamboli e sognatori innamorati di un solo grande
sogno: l’amore per la poesia che non è astrattezza o confuse parole messe
assieme, non è l’orrenda rima baciata è solamente purezza, è solamente un – ti
amo – sussurrato in punta di pennino o di matita.
Ma è un ti
amo!
Un segno
che rimane come un’impronta sulla sabbia che nessuna marea mai cancellerà:
questo siamo noi: impronta che vorrebbe il mare addosso !
Quel mare
che solo una donna guardando ci scaraventa addosso: ed è annegare!
Ci vorrebbe
il mare, il mare suo, il mare che ogni volta m’incanta e mi strugge!
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