lunedì 30 dicembre 2024


 

SAN SILVESTRO 2024

 

Piano piano le feste tanto attese, specialmente il Santo Natale con le sue innumerevoli magie, se ne stanno andando via, poi ci sarà una lunga notte in attesa della luce di dicembre del 2025.

Si chiude un anno molto difficile, come il 2023…. Un anno di guerre e di disastri naturali, ma di femminicidio, di violenze di ogni genere, di miserie e di povertà; cala il sipario su questo spettacolo dell’orrendo con la speranza di un anno migliore, come ogni anno e ogni anno le cose non sono cambiate e mai cambieranno, come la nostra speranza.

In tutto questo caos ci sono io “ Vincenzo Calafiore “, dicono di me che sono uno scrittore, io penso di essermi avventurato nella rischiosa strada che porta a un Regno dell’Oltre, da cui si può anche non fare ritorno.

Io ho cominciato a inventare favole per raccontarle ai bambini che conoscevo, poi mi sono messo a scriverle, ma solo perché  mi trovo in galera senza sbarre, perché i miei compagni di viaggio anch’essi in galera le chiedevano. Ecco tutto.

Domani è il 31 Dicembre, la notte di transizione al nuovo anno e vorrei fare gli Auguri di Buon viaggio ai miei amici, ai miei lettori, e alle mie lettrici, ma anche a coloro che mi seguono da ogni parte del mondo e sono davvero tanti.

Auguro a tutti voi un sereno 2025!

Che sia di buona salute, con un orizzonte a cui andare. Ricco di sogni, ma soprattutto nella grazia di Dio.

Dio benedica e protegga le vostre famiglie!

 

BUON ANNO 2025

 

                   VINCENZO CALAFIORE

 

domenica 29 dicembre 2024


 

Appena sopra il cielo

 

Di Vincenzo Calafiore

28 Dicembre 2024 Udine

 

Certo è innegabile che la cultura

la si fa leggendo molti libri con occhi voraci

quanto non vogliono esserlo la bocca e la gola.

Ed innegabile che vivendo in un mondo

disarmonico e di contrasto, da cui fuggire

per rifugiarsi nel regno della fantasia.

Ma il senso culturale  delle “ fiabe”  che sono state

da me scritte, si sono trasformate in un qualcosa che sa parlare di per sé e che apre spazi nuovi, sensazioni, emozioni.

Ed è questo spazio ad avere ormai

una vita autonoma che va oltre e seduce.

Invita alla riflessione a un confronto, esercitando

voi stessi . “                   

                                              Vincenzo Calafiore   

 

Lasciarsi alle spalle i “ ricordi “ è sempre un compito difficile, se non altro per la necessità di ridefinirsi, per un cambiamento capace di nuova esistenza e

qualsiasi  cambiamento comporta rinunce più o meno gravose.

Tuttavia oggi è molto complessa, di grande disagio, la mia relazione con il mondo esterno depositario di disvalore, di sottoculture che certo non rendono facile oltre che la convivenza la vita, il vivere.

Allora cedere a questo “ mondo “ inutile è tanto forte e tanto più pericoloso per la probabilità di essere deviato e allontanato da un sentire sano e autentico, dall’essere più umano.

Tuttavia non è sufficiente guardare la vita dall’interno, dalla parte dell’anima e dalla sensibilità, ha un “ tempo “ tutto suo e questo mondo purtroppo è troppo veloce per me, un suo passo è dieci volte più veloce del mio.. allora nel mio – tempo - acquisisce senso, valenza, il mio scrivere di “ fatica di vivere” in riferimento agli ostacoli, al malessere generale che imperversa in questo mondo impazzito.

Rimane quindi la speranza che questa società smetta di seguire questa strada che non porta da nessuna parte; una cosa utile sarebbe di confrontare una sorta di vocabolario che contenga tutte le definizioni idonee alla comprensione di questo mondo e soprattutto dei vissuti che stanno alla base degli atteggiamenti e comportamenti il più delle volte incomprensibili, ad un osservatore acuto dotato di riferimenti linguistici strutturati culturalmente.

Un fondamentale di questa esistenza è il tempo che interviene nella vita di ciascuno con ritmi particolari che distinguono il tempo vissuto da quello meccanico; la percezione dipenderà esclusivamente  dagli stati d’animo, dai sentimenti, dall’umore,per arginare almeno un po’ questo tempo estremamente variabile, e evitare di avvertire la solitudine come una condizione esistenziale.

Proprio nella sintesi di attimo fuggente, di memoria del passato e di speranza del futuro è ricca di progetti vitali, ma potrebbe anche diventare vuota e triste se non verrà riempita di significati sani, di cultura, di fantasia, di bellezza.

Sarebbe bello salvare dalle fiamme della dimenticanza uno scritto, una lettera, un pensiero d’amore, sarebbe bello come appartenere alla vita, noi invece siamo finiti per appartenere piuttosto al tempo che a essa.

La vita appartiene a un sogno e il sogno è due passi appena sopra il cielo, e non abbiamo ali per raggiungerlo!

Qui si ferma il mio pensiero, per passare la mano, come si dice. E chi leggerà, potrà, con strumenti più atti della mia penna stilografica potrà individuare l’orizzonte che ci divide.

Ma soprattutto riuscire a capire e fare nostra la magia del linguaggio dei sogni o del sogno, che è tutto dentro il sogno e, nello stesso tempo, comunicazione del sogno a noi, che ne siamo fuori, come un invito a parteciparvi.

A me basta, più semplicemente stringere tra le dita una stilografica.

giovedì 26 dicembre 2024

 

Sono in tanti ad attraversare la nostra vita

e sempre comunque qualcosa di loro rimane

è il vuoto delle cose che ci hanno portato via.

Ma solo una rimane, perché è unica!

Come lo è la nostra vita.

Due anime non si incontrano per caso ….

Per questo sarà amore, amore senza grandi sceneggiate,

senza grandi parole, la senti e basta, la senti dentro

e ti senti felice!

E sai che la troverai sempre lì, dove tu l’hai messa: nel cuore!

Perché è lì che l’amore resterà eterno!

                                                                      Vincenzo Calafiore

 


 









Lo so tu vuoi solo andartene da qua,

da questo vuoto che uccide, da questo mondo indifferente,

da questo spicchio di realtà, dove nessuno sorride ....

Tu invece rimanimi vicino

sentirai in te che qualcosa di nuovo
sta sbocciando in te: è l'amore!
L'amore di chi ti ama!
Restami nel cuore.
Vincenzo Calafiore

lunedì 23 dicembre 2024

 Wherever you are, my best wishes for a Merry Christmas! May it be for you and your families a moment of recollection and reflection; moreover, of hope for a future of peace and serenity, of good health. May God bless you and protect you from evil! Merry Christmas!


¡Estés donde estés, que te lleguen mis deseos de Feliz Navidad! Que sea un momento de contemplación y reflexión para vosotros y vuestras familias; más allá de esto, de esperanza en un futuro de paz y serenidad, de buena salud. ¡Que Dios te bendiga y te proteja del mal! ¡Feliz navidad!

Où que vous soyez, que mes vœux de Joyeux Noël vous parviennent ! Que ce soit un moment de contemplation et de réflexion pour vous et vos familles ; au-delà, d'espoir pour un avenir de paix et de sérénité, de bonne santé. Que Dieu vous bénisse et vous protège du mal ! Joyeux noël!

Onde você estiver, que meus votos de Feliz Natal cheguem até você! Que seja um momento de contemplação e reflexão para vocês e suas famílias; além disso, de esperança num futuro de paz e serenidade, de boa saúde. Que Deus te abençoe e te proteja do mal! Feliz Natal!

Oriunde te-ai afla, urările mele de Crăciun Fericit să te ajungă! Fie ca acesta să fie un moment de contemplare și reflecție pentru voi și familiile voastre; dincolo de aceasta, de speranță pentru un viitor de pace și liniște, de sănătate bună. Dumnezeu să vă binecuvânteze și să vă protejeze de rău! Crăciun fericit!

Wo auch immer Sie sind, mögen meine frohen Weihnachtswünsche Sie erreichen! Möge es für Sie und Ihre Familien ein Moment der Kontemplation und Besinnung sein; darüber hinaus der Hoffnung auf eine Zukunft in Frieden und Gelassenheit, in guter Gesundheit. Möge Gott Sie segnen und Sie vor dem Bösen beschützen! Frohe Weihnachten!


 

Il confine invisibile

 

Di Vincenzo Calafiore

23 Dicembre 2024 Udine

 

E’ un “ tempo “ questo, di difficoltà sociali ed economiche, di odio sia religioso che razziale.

Di società corrotte e opulente, dell’eterno circolo vizioso tra sesso e denaro, delle terribili anomalie celate dietro l’apparenza del perbenismo.

E’ difficile per chi innamorato della vita guardarlo da un angolo diverso, andare alla ricerca di un appiglio alla moralità: quella vera ,autentica, delle persone comuni che vivono e lavorano lontane dal malaffare.

E non la visione degli esibiti censori, degli ipocriti fustigatori dei costumi, dei parolai e dei chiacchieroni.

Purtroppo esistono tanti mascalzoni che non sono falsi moralisti, ma non può esistere un falso moralista che non sia anche un mascalzone.

E proprio di questi acrobati sospesi sul filo  del confine tra la legalità e l’illecito è densa la  realtà, davvero poco immaginata, descritta puntualmente dalla cronaca, con ormai consumata acribia stilistica e senso quasi rabdomantico.

Sin dagli anni novanta, quindi alla vigilia di fondamentali trasformazioni sociali e di veri propri cicloni politici che in poco tempo spazzeranno via un’intera classe dirigente, a livello nazionale e locale.

Per sfuggire alla dilatante amoralità si cerca un rifugio sicuro, che solo l’amore può dare,

quell’amore che colma, che potrebbe regalare una nuova vita, ma poi svanisce purtroppo come un sogno.

Forse è proprio dalla poesia di un sogno che potrebbe partire una bellissima dichiarazione d’amore, a una donna reale o < sogno> di cui invaghirsi capace di stravolgere la vita e l’animo, che piano piano pagina dopo pagina si colora di strade , facce e odori e poi si allarga fino a divenire infinito amore; o che l’amore coglie in maniera inaspettata, durante una fuga, fumando una sigaretta.

Lei, il mio sogno …. Leonida o Lea, Leda, come usavo chiamarla, ha i capelli color rame, l’allegria di chi è libera, l’ho racchiusa in una lettera assieme ai miei slanci, ripensamenti, fughe; in tutto questo lei ha dettato i tempi con sincerità.

Questo è l’amaro della vita, che solo in due si può essere felici e purtroppo i nostri cuori sono attratti da stelle che non ci vogliono …. Giunge piano piano il tempo dell’abbandono, delle lettere scritte di notte, dei tormentati interrogativi, delle poesie struggenti e mai consolanti.

Così la mia lettera a Lea scorre veloce come un paesaggio sul finestrino di un treno, con il peso addosso degli appena superati gli “ anta “ mi ritrovo travolto da un’onda anomala, dalla passione che non vuole credere di essere persa per sempre.

Non una parola resterà impigliata nell’arpa dei giorni, oggi è un altro deserto da attraversare,dalla sponda avversa riappaiono i giorni felici, fossili che furono amore…

Ma quando davvero, sono stato amato?

 

 

sabato 21 dicembre 2024


 

SANTO NATALE 2024

 

C’era una volta, la bella vita, che ispirava i poeti, gli innamorati,

c’erano le canzoni di Michael Jackson, i canti natalizi nelle chiese.

C’era una volta, lassù nel cielo, quella palla tonda incipriata e sola,

una vedova in mezzo al cielo, velata, che abbiamo guardato e ci ha guardati e ci siamo sentiti piccoli, piccoli: come dire, la vita è più grande di noi!

Si quella signora bussò alle nostre porte, alle finestre e noi l’abbiamo accolta in casa, ci siamo riempiti gli occhi, assieme alle nostre lacrime.

C’era una volta il futuro che ci disse che sarebbe stato bello continuare a sognarcelo, così come lo abbiamo immaginato e no come invece è diventato.

Senza speranza, di bellezza, di armonia, di cultura, sempre più rare, sempre meno poesia,

a volte arrogante, invadente, di poca umanità.

Allora perché non amare il Natale?

Perché non trascorrere il Natale nella terra delle nostre case, nelle chiese?

Perché non tornare ad amare la Fantasia?

Un Natale povero, pieno di calore, di amore, di sincera amicizia.

Un natale su una “ Pegasus “ per guardare il mondo da un oblò per abbandonare

la cattiveria, le meschinità?

Per riscoprire il calore, la magia, il segreto del Natale e della sua meravigliosa unicità

di quello che lo rende magico, così Santo!

Per ritrovare noi stessi, per ricordarci che un tempo siamo stati umani, per continuare a sognare,

perché in fondo è vero i sogni vivranno per sempre!

BUON NATALE !

 

                     Vincenzo Calafiore

 

mercoledì 18 dicembre 2024


 

                   Forse ci vorrebbe un sogno

 

Di Vincenzo Calafiore

18 Dicembre 2024 Udine

 

E ritrovarsi con la pelle graffiata da un sogno, come una vela segnata dalla tempesta, dopo aver attraversato in lungo e in largo la notte.

Ho pensato a quanto sia faticoso stare con me, per tanti motivi, o forse per i miei lunghi silenzi.

Ho rivissuto i miei lunghi viaggi dal cuore alla testa, non si tratta di brevità, neanche di un solo giorno, è di una vita che si tratta, per arrivare ad essere “ tutto “.

Ci sono luoghi meravigliosi a cui spedire la vita, in cui volersi perdere, per tornare su queste spiagge abbandonate dal mare, aride e desolate esistenze, circoscritte, delimitate dal niente.

Ci vorrebbe un sogno,un sogno talmente bello che ci possa  allontanare dall’essere un niente, in questo circuito mediale, frenetico e nervoso per certi versi, forse anche di più, stupido, di grande stoltezza; e nonostante ciò, nonostante l’aver constatato e toccato con mano nei suoi stessi fondali, tutta la sua crudeltà, la sua permeata vocazione alla morte piuttosto che alla vita, alle emozioni del semplicemente vivere, del voler vivere una vita per lo meno diversa da questa in cui impazziti e prigionieri crediamo di vivere mentre in realtà no, non ne siamo capaci, non ne abbiamo più il desiderio di cambiarla o di tentare di cambiarla. Siamo che un immane gregge di pecore guidato da un solo pastore: il male!

Se si potesse in qualche modo cambiarla questa “ipotesi di vita” .

Da qualche tempo non riesco più a scrivere è come se mi fossi  in qualche maniera inaridito. Non si può spiegare e neanche immaginare credo, come possa mancare la scrittura, qui in questo crogiuolo di umanità mancate il cuore si inaridisce.

Ad un certo punto mi sono mancate le parole, mi sono mancati i colori, le immaginazioni, le filastrocche, i giochi di parole.

Con una pagina non si può bleffare, se non piace, non piace; se invece si riesce a trovare le parole, i colori allora si riesce a scrivere.

Ho smesso di scrivere perché non mi piace più scrivere per coloro a cui non importa più niente oltre che a accumulare ricchezza di ogni genere; a parte quelli che non sono riusciti a crescere come, non capiscono più, si sono dimenticati che ci si può ancora innamorare di una donna come della vita.

La verità è che le persone non riescono a parlare neppure tra di loro!

Ci sono molte forme di cattiverie, e quella più tremenda è quella messa in atto da un potere occulto  di spezzare l’ingenuità e l’amore della scoperta della vita nelle persone.

Consciamente o inconsciamente avanziamo nel labirinto dell’orrore, e proviamo nel nostro corpo il rischio estremo di perdere noi stessi e il mondo che un tempo ci è appartenuto.

C’è una reale esperienza in noi che ci dice che in questo racconto della vita tutto è vero, l’occhio che esplode in tante visioni contemporanee, il cervello che salta per aria, le allucinazioni, gli sdoppiamenti, le rotture dei margini, questa è la coazione come esperienza indicibile: indicibile perché non deve  e non può essere detta, perché d qualche parte privati della parola è privati del corpo.

Ma è anche da lì che potrebbe partire la resistenza, come risposta avversa, per cambiare, per vivere.

Per un po’ ho cercato di tenere la chiave dei sogni, entrando e uscendo dal gioco degli specchi magici … ma è un gioco molto difficile e rischioso come ben sanno  gli sciamani, che per vivere si arrampicano su una scala verso il cielo o si inabissano nel profondo regno delle anime perdute.

Questo è lo spirito con cui affido la scrittura, il destino delle parole, le ali del pensiero, forse così riuscirò ad allontanarmi da questo orrore in veste di grande umanità!  

domenica 15 dicembre 2024

 

                       E’ solo un inganno la notte

 

Se solo mi sfiorassi con quella bocca

saprei che non è finita,

più dolce la malinconia

più breve la notte degli inganni.

 

Ancora una carezza e poi ancora

con l’illusione di volare.

Ti ho negli occhi

da quel lontano tango

dal primo bacio

dai giorni rubati ai tuoi occhi.

Vieni ora, qui adesso

se vuoi salvarmi cerca di esserci!

                                            

                             Vincenzo Calafiore

sabato 14 dicembre 2024

 " NON TUTTI QUELLI CHE SORRIDONO SONO FELICI,

CI SONO LACRIME NEL CUORE CHE NON ARRIVANO AGLI OCCHI "

venerdì 13 dicembre 2024


 

E’ affascinante l’idea ….

 

Di Vincenzo Calafiore

13 Dicembre 2024 Udine

E’ affascinante solo l’idea di poter dire a una donna: io ti amo!

Affascinante l’amore, questo affetto profondo e pieno, fin troppo complesso per essere definito in maniera esaustiva.

Eppure, ci si trova spesso ( da profani) impegnati nel reperire delle parole che possano in qualche maniera manifestare l’intensità, la forza, la peculiarità delle diverse sensazioni tipiche dello scoprirsi  o sorprendersi “ innamorati “ di una donna, pura energia che fa evolvere e crescere, trasformare la personalità, al punto di rendere un uomo, irriconoscibile.

E’ magico quel momento in cui la parte più ingenua dell’anima si apre all’esperienza amorosa, alle gioie della passione, l’amore finisce per inglobare le persone nella loro interezza, uno stato di beatitudine e un’intesa emozionale forte, passionale, da capogiro indescrivibile.

L’amore entra nel cuore, violandone i confini!

Bisognerebbe scrivere un memoriale di questa affascinante felicità, da semplice innamorato, e da uomo o donna che sia parlarne, raccontarle, viverle come da un fuoriscena, da  esiliati pure, ma viverle, farsi intrappolare dal gioco narrativo.

 

Farlo con una scrittura rastremata ed estrosa, sigillata da un bacio, sigillo di un giuramento, che ne reclama l’esistenza e la pronuncia come a distendersi in una costellazione verbale di sapiente sostanza e di racconto vitale, trasmettere un’aria antica, rassicurante, onesta, per certi versi leggendaria per il tempo che rimane.

 

Ma a un certo punto la magia svanisce e sembra che l’amore sia finito.

L’amore non finisce mai, sono cambiati l’aspetto, l’intensità, rimangono i sentimenti, le parole che raccordate alle cose, esprimono un pensoso disincanto,nei riguardi del transito granulare della passione.

Con la naturalezza propria dei miracoli, comincia a rifiorire, il primo assaggio di un altrove pronto a crepitare come il fuoco nel camino o come brace sotto la cenere della comune esistenza.

 

Scrivere dell’amore è scrivere contro la banalità, anche di quel – ti amo – se non è dal cuore.

Serpeggia intanto la malinconia, un contrappunto amaro di dolcezza sfiorita, dell’andare del tempo inarrestabile e pure di quel grande deserto  che sta intorno all’amore che nessuno mai si è sognato di poter esplorare.

 

Nella dorata conchiglia della presenza-assenza suona la voce del cuore, tenero e grande dispensatore di un’immortalità di sogni e di emozioni, che come una barca conduce in altri altrove, in altre dimensioni, dove regna supremo l’amore!

 

Dunque l’amore è il personaggio del libro che scriviamo, se un personaggio che ami muore, per risuscitarlo … basterebbe tornare in dietro di un paio di pagine.

Dunque amare è un vivere con pari intensità l’amore che salva dal vuoto esistenziale ebbro di utopie e false ideologie.

Vivere forse è un fuoco acceso da uno sguardo, da un sentire dentro, da uno sciame sismico interiore, da un bacio gaglioffo!

E’ questo l’amore!

 

mercoledì 11 dicembre 2024


 

A poco a poco

 

Di Vincenzo Calafiore

11 Dicembre 2024 Udine

 


E’ una notte lunga, di magiche immaginazioni inchinate a un futuro che se pur incerto aveva seco l’innocenza nello scenario di una guerra a finire: è la notte in cui ho respirato la vita,

l’ 11 dicembre ! E c’era nell’aria la magia del Natale.

Così, ricordando, la scrittura è spezzata, frangente come le onde del mare su uno scoglio vinto dal sole.

I pensieri si poggiano leggeri sulla ragione, in riva a un mare immaginato, come sassi piccoli e tondi che il mare prende e riporta; si esalta il mio linguaggio pigro e indolente, in questo tempo presente:

il presente sospeso dell’arresa e dell’attesa, del desiderio e della malinconia.

E’ una notte flamenca, dai ritmi sempre più serrati, come le onde, come una tempesta.

E’ un rifugio che mi accoglie e mi lascia andare, è una notte che si esprime qui, in libertà, come impeto di una passione vissuta con discrezione.

Oggi è l’11 dicembre e sono al culmine di un’esistenza irrequieta, portoricana, voluta dal destino così, provvisoria, nulla è permanente, nemmeno la vita.

E’ uno scrivere di un’età tempestosa, di personalità, proprio come il mare che mi ha visto nascere, di un flusso e riflusso che non si consuma, ma consuma.

Questa età è il tempo della contemplazione.

Solitario!

 

Il tempo della saggezza che non ho, perché sono mare infinito, fluttuante, sciabordante, nell’eterno conflitto tra l’esistere e l’amare e nell’assoluta complicità tra l’andare e il venire, il fuggire e ritornare.

Il tempo della distanza, della lontananza, del distacco, del piacere, ma anche del dispiacere della prigionia della forza che mi tiene a terra vietandomi allo stesso tempo di volare.

 

Mi sono detto: Enzo non devi usare il tempo, imbrogliarlo, cadenzarlo a tuo compiacimento, devi lasciarlo libero, devi lasciarlo andare. Prova. E’ una questione di d’amore e tu devi consegnarti a questo amore.

Allora, in questa età mia nuova “ Amare” è un consegnarsi, a un presente, a un ciclo presente ed evanescente, che non deve essere sciupato, né occupato né sottomesso, perché l’amore oltre ad essere desiderio è anche passione è flamenco.

 

Ecco allora che la mia scrittura nel raccontarla, asseconda il ritmo del cuore che si stacca dalla quotidiana realtà mortale per muoversi maestoso e lento verso un orizzonte che solo lui conosce.

E, pian piano, mi mostra, prima sfocata e poi sempre più nitida, sempre più meravigliosa visibile, misteriosa alcova di un’età avanzata, in grado di fermare il tempo, amabilmente disordinata, scorretta e irriverente.

 

E’ un’età circondata dal mare, da un mare capace di introdursi mansueto in ogni ruga, come in un’insenatura, di spaccarsi dolcemente contro gli zigomi, negli occhi.

Il mare dunque, azzurro, blu, grigio, celeste, verde, buio o bianco, cobalto, viola, questo mare che lambisce i contorni dell’anima, modificandola ininterrottamente.

Così come accarezza i contorni dell’anima, li travolge e li ridisegna spostando il centro del discorso dalla vita all’amore, quell’amore che da serenità.

Come l’età mi ricorda che esiste la morte, così l’oceano mi ricorda, con la sua vastità e immensità, che non siamo niente, niente di rilevante, niente di durevole!

Ma non importa, se hai l’amore nel cuore tutto è sopportabile perfino la morte!