venerdì 13 dicembre 2024


 

E’ affascinante l’idea ….

 

Di Vincenzo Calafiore

13 Dicembre 2024 Udine

E’ affascinante solo l’idea di poter dire a una donna: io ti amo!

Affascinante l’amore, questo affetto profondo e pieno, fin troppo complesso per essere definito in maniera esaustiva.

Eppure, ci si trova spesso ( da profani) impegnati nel reperire delle parole che possano in qualche maniera manifestare l’intensità, la forza, la peculiarità delle diverse sensazioni tipiche dello scoprirsi  o sorprendersi “ innamorati “ di una donna, pura energia che fa evolvere e crescere, trasformare la personalità, al punto di rendere un uomo, irriconoscibile.

E’ magico quel momento in cui la parte più ingenua dell’anima si apre all’esperienza amorosa, alle gioie della passione, l’amore finisce per inglobare le persone nella loro interezza, uno stato di beatitudine e un’intesa emozionale forte, passionale, da capogiro indescrivibile.

L’amore entra nel cuore, violandone i confini!

Bisognerebbe scrivere un memoriale di questa affascinante felicità, da semplice innamorato, e da uomo o donna che sia parlarne, raccontarle, viverle come da un fuoriscena, da  esiliati pure, ma viverle, farsi intrappolare dal gioco narrativo.

 

Farlo con una scrittura rastremata ed estrosa, sigillata da un bacio, sigillo di un giuramento, che ne reclama l’esistenza e la pronuncia come a distendersi in una costellazione verbale di sapiente sostanza e di racconto vitale, trasmettere un’aria antica, rassicurante, onesta, per certi versi leggendaria per il tempo che rimane.

 

Ma a un certo punto la magia svanisce e sembra che l’amore sia finito.

L’amore non finisce mai, sono cambiati l’aspetto, l’intensità, rimangono i sentimenti, le parole che raccordate alle cose, esprimono un pensoso disincanto,nei riguardi del transito granulare della passione.

Con la naturalezza propria dei miracoli, comincia a rifiorire, il primo assaggio di un altrove pronto a crepitare come il fuoco nel camino o come brace sotto la cenere della comune esistenza.

 

Scrivere dell’amore è scrivere contro la banalità, anche di quel – ti amo – se non è dal cuore.

Serpeggia intanto la malinconia, un contrappunto amaro di dolcezza sfiorita, dell’andare del tempo inarrestabile e pure di quel grande deserto  che sta intorno all’amore che nessuno mai si è sognato di poter esplorare.

 

Nella dorata conchiglia della presenza-assenza suona la voce del cuore, tenero e grande dispensatore di un’immortalità di sogni e di emozioni, che come una barca conduce in altri altrove, in altre dimensioni, dove regna supremo l’amore!

 

Dunque l’amore è il personaggio del libro che scriviamo, se un personaggio che ami muore, per risuscitarlo … basterebbe tornare in dietro di un paio di pagine.

Dunque amare è un vivere con pari intensità l’amore che salva dal vuoto esistenziale ebbro di utopie e false ideologie.

Vivere forse è un fuoco acceso da uno sguardo, da un sentire dentro, da uno sciame sismico interiore, da un bacio gaglioffo!

E’ questo l’amore!

 

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