Il mare dagli occhi
Di Vincenzo Calafiore
17 Novembre 2017 Udine
( 100 pagine in una,
storia da farsi)
A quest’ora di notte e
nel suo silenzio passano veloci pensieri, come ombre scivolano via inghiottiti
dal buio; ascolto musica per ricongiungermi con essi che smarriti da qualche
parte attendono d’essere salvati.
A quest’ora verrebbe
voglia di un buon caffè come accadeva tempo fa, in mezzo a un mare pronto a
inghiottirti assieme al legno, quando stavo a guardarlo e imparavo a leggerlo a
conoscerlo.
Sempre più paura di
quello che nascondeva ancora più avanti, ancora più distante; ora di quel tempo
sono rimaste tracce riprese più volte forse più per avvicinarmi alla vita che
per sfuggirgli.
Dunque sarà la paura
sospesa nell’aria come vele vuote di vento, in questa aria mite in parvenza si
nascondono tranelli e trabocchetti d’inquietudine e mi ritrovo senza il coraggio
di alzare gli occhi, oltrepassare le invisibili frontiere come un desiderio,
come un amore, come un sentire l’assenza di un qualcosa o di qualcuno e poterne
sentire il respirare lento, il calore delle mani che intrecciandosi potrebbero
condurmi oltre il sogno, oltre le frontiere di un oltre che da tempo ormai ne
ascolto il vuoto.
E pensai a un sogno come
musica!
E in testa si delinearono
nitidamente i lineamenti di volto amato e desiderato, nella forma che più il
desiderio volle! Fu un’esplosione improvvisa che animò la scena… così come una
marionetta ormai in disparte appesa alla parete di una stanza buia, presi vita
sentita scorrere nelle vene come fosse luce, come fosse amore.
Varcò la soglia e si
perse in una canzone, il mio amore, come mare dagli occhi inondò pian piano
ogni angolo o interstizio di un cuore ancora capace di riconoscerlo.
E cominciarono a muoversi
gli oceani dagli occhi a occhi avvezzi al buio della solitudine, dell’indifferenza
che di passo in passo sopraggiunge e lascia di se deserti malinconici in cui
facilmente senza alcun riferimento in cielo, perdersi.
Ma è così che l’amore si
fa sentire?
E come una donna dipinta
nell’immaginazione, di spalle, che in qualche modo sembra nascondersi, nasconde
il suo viso, nasconde il suo nome; mostrandolo a volte casualmente, o
volutamente farsi riconoscere in una maschera.
Allora la notte perde il
suo senso e si scolora, come prostituta si spoglia e si consegna alle prime
braccia che dal buio l’accolgono… che tristezza!
Il mare con tutti i suoi
oceani spalanca le fauci e inghiotte ogni cosa che fluttuante nell’aria tenta
di sopravvivere fino all’arrivo dell’aurora, e gli occhi si spengono come
stelle e cambia lo scenario, cambia perfino il mare che comincia a muoversi e
nasce nuovamente vita.
In tasca cerco ciò che il
giorno prima era stato affidato in custodia e trovo della sabbia, ancora calda
e profumata di salsedine, l’annuso e ha un profumo che riconoscerei fra mille,
tanto mi rammenta il profumo delle sue labbra…
C’è un lungo respiro come
fosse bava di vento che riempie le vele, finalmente riscaldato dal sole il mare
aiuta ad allontanare il sapore sgradevole della notte, la notte della
solitudine raggrumata ai bordi di un si cercato e mai trovato o di un ti amo del
quale ne ho dimenticato il profumo, gli echi in fondo al cuore, le sue essenze
che un tempo non lontano mi portarono ai margini di una vita che sarebbe potuta
essere felicità.
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