Quasi Natale
Di Vincenzo Calafiore
28 Novembre 2017 Udine
Ho nel cuore più che nella memoria l’aria di festa del
Natale, quei Natali poveri attorno a un braciere e un albero spoglio.
E ora a distanza di tempo ricordarli ancora.
Nonostante il tempo e tutto sia cambiato, stravolto da un “
commerciale “ pernicioso e invadente; nonostante in ottobre mi siano offerti
panettoni, nonostante le grandi e luccicanti vetrine, il Natale deve ancora
venire, arrivare.
E quando arriva, quando è il momento, quando è Natale, è il
cuore a dirlo a suggerirlo, a ricordarlo.
Torneranno quelle atmosfere di meravigliosa attesa, dello
scambio dei doni, della grande amicizia e affettuosità.
Quei giorni incantati pregni di strana serenità in tutto il
mondo perché vengono?
E perhè tutto il mondo pare preso e addolcito da tanto
amore?
Allora c’è davvero la necessità di chiedersi se il Natale
esista, che non sia solamente un fattore
commerciale, che non sia solo una “ festività” sentita solo
per quei giorni.
Per una volta lasciamo fare al Natale il Natale, respiriamo
la Sua aria natalizia non con i polmoni ma con la nostra anima affinchè accada
il miracolo della fratellanza, dell’uguaglianza e bianchi e neri, di religione
diverse nelle cattedrali alle più piccole chiese di montagna, in quelle di sperduti villaggi si canti lode al Signore.
Facciamolo diverso, più ricco di umanità che di doni.
Facciamolo di comunione e di condivisione.
In quei tempi ci si riuniva in casa, ognuno portava qualcosa
e si aggiungeva sempre un posto a tavola, trascorrevamo lunghe serate a
parlare, scherzare e ridere; allora si era felici con un tozzo di pane e
confrontandolo con questi “ Natali “ trascorsi e quello a venire, quelli erano
proprio belli, poveri ma belli.
Allora cos’è che li fa brutti così?
Cos’è che fa diventare il Natale già scontato, già passato
ancora prima che arrivi?
Sarà forse quell’avere “ tutto”!
Ma non c’è Amore,
non c’è fratellanza.
Non c’è amicizia
non c’è Gesù!
Io che mi aggiro sempre tra gli “ scartati “ tra quelli che
non ce l’hanno fatta, a Natale porto sempre qualcosa in macchina per farne dono
e qualche volta se ne hanno voglia trascorro con loro delle ore. E mi sento più
ricco di umanità, mi sento bene.
Ma c’è a Natale anche l’assenza delle persone amate che non
ci sono più,
gli amici lontani, quei figli che lavorano in altre nazioni,
genitori nelle case di riposo, gli ammalati negli ospedali.
Ecco facciamo il Natale diverso, di poche strenne natalizie
e invece raccontiamolo ai bambini per non farlo morire del tutto!
Dipingiamolo di rosso come speranza e non del sangue di
guerre dimenticate, di gente divorata dagli squali, dal terrorismo!
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