L’amore è mancarsi
sempre
Di Vincenzo Calafiore
19 Aprile 2018 Udine
Simposio
di Platone (IV sec. a.C.)
Discorso di Socrate
In quel tramonto erano rimasti nell’aria, il suo sorriso e
le parole, imbrigliati nelle spire della risacca; nel suo lento andare e venire
non c’erano pensieri né desiderio se non quello di trovare al più presto un
riparo e sfuggire così alla notte incombente con tutte le sue ombre che
silenziose scivolano via come barche in mezzo a un mare.
Io lo sapevo che più l’amavo e più l’avrei persa.
L’amore non si lascia imprigionare dalle parole … il
linguaggio è degli umani come l’imbracatura di un concetto … ma l’Amore no! L’Amore
non si lascia chiudere in un recinto è un qualcosa che va oltre i sensi,
sottraendosi così a ogni possibile umana definizione.
Ed io l’amai così senza recinzioni, senza limiti.
E’ dunque con il fiato in gola che ci accingiamo a seguire
il tentativo più straordinario mai compiuto dall’uomo per dare compiutezza a
qualcosa di inesprimibile qual è l’Amore. Da sempre in tutte le maniere abbiamo
esplorato il Simposio platonico - il discorso di Socrate - prestando attenzione
al suo ragionamento sull’Amore, che poi è un sentire: “ sgorga dalla testa ma risuona nel profondo, là dove i pensieri non
possono arrivare e regna incontrastata l’intuizione.”
Come tutti i grandi filosofi, Socrate è lento nei suoi
ragionamentei. Parte flemmatico, quasi neghittoso, e un passo dopo l’altro porta
a scalare le montagne. Comincia con l’elogiare i discorsi degli altri
commensali e intanto arrota i coltelli dialettici con cui li affetterà. Chi è
Eros?, si domanda.
E’ amore di qualcosa?
Desiderio di qualcosa?
Ma se lo si desidera, significa che non lo si possiede?
Ne consegue che noi amiamo soltanto ciò che non abbiamo!
Questa è la verità.
In effetti è proprio questo l’interrogativo che da sempre
domina le notti e i momenti di riflessione.
Ma l’Amore i tanti cuori abbandonati o traditi, si chiedono
- si esaurisce con la conquista oppure esiste un modo per trattenerla anche in
seguito?
Ma anche dovrebbero chiedersi cosa non hanno fatto, e cosa
non hanno espresso alla Donna amata; ammettere la propria pochezza o iniquità (
vale per entrambi i sessi). Chiedersi se l’hanno difeso questo Amore, se
l’hanno umiliato o offeso con i comportamenti egoistici, col menefreghismo, con
la propria miseria umana, con l’essere arrogante, ignorante, cieco.
Socrate sembra indicare una via d’uscita. Certo, un povero
ama la ricchezza perché non la possiede. Però anche un ricco può amare la
ricchezza. Nel senso che amano poterle avere anche in futuro: in una dimensione
temporale, cioè, in cui non le possiedono ancora. Perciò è possibile continuare
ad amare una persona anche dopo averla conquistata. Succede quando desideri
conquistarla anche in futuro. E’ la tensione verso un obiettivo non ancora
raggiunto che tiene in vita Eros.
Bisogna sempre essere affamati, direbbe Steve Jobs. L’amore
vive finché si fanno progetti e sogni in suo nome. Finché si coniugano i verbi
al futuro. Finché coloro che si amano non smettono mai, almeno un po’, di
mancarsi.
Le storie d’amore possono
finire in qualsiasi momento e per la qualsiasi causa. Poco male quando la cosa
succede da entrambe le parti e ci si lascia di comune accordo. Quando invece si
è lasciati, allora non è più un semplice dolore: l’angoscia di essere
abbandonati può divenire una vera malattia, una frattura che spezza la vita in
due (prima e dopo l’abbandono), lasciando svuotati e confusi. Occorrerà farsene una ragione trovare una
spiegazione, capire, e apprendere dall’esperienza della
perdita, ma ormai sarà troppo tardi e rimane solamente l’aspro sapore della
sconfitta, della perdita. Una delle cause più frequenti ( errore commesso dagli
imbecilli) è quel tipo di relazione cosiddetta:
"collusione narcisistica ". In questo rapporto l’amore è
inteso prevalentemente in funzione simbiotica, "amore come essere uno ",
e comporta abitualmente un partner schizoide. L’unione simbiotica è un rapporto
sado-masochista (dove il più forte fagocita il più debole) e in cui va perduta
l’identità e la "noità" della coppia (l’essere noi). La relazione
matura comporta invece una unione nella distinzione, il rispetto dell’altro
come distinto, l’accettazione della diversità.
L’amore maturo è caratterizzato invece da solidarietà,
compartecipazione, parità di possibilità di autorealizzazione al cento per
cento. Senza eccessiva competitività. La mancata evoluzione verso un rapporto
d’amore più maturo può condurre alla crisi di coppia!
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